Nuovi Ogm, Bruxelles presenta la proposta: “Semplificare l’autorizzazione e non indicarli in etichetta”

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La Commissione Ue ha pubblicato la proposta di deregolamentazione dei nuovi Ogm, e il testo è addirittura peggiorativo rispetto alla bozza trapaleta. Se viene approvato il testo, addio tracciabilità e etichettatura. Coro di reazioni negative in tutta Ue

La Commissione Ue ha pubblicato la proposta di deregolamentazione dei nuovi Ogm, e il testo è addirittura peggiorativo rispetto alla bozza resa pubblica da Crocevia, in cui erano considerate delle eccezioni. Se viene approvato il testo, addio tracciabilità e etichettatura.

La Commissione Europea, nel dettaglio, vuole esentare i nuovi Ogm dall’etichettatura, sottoponendoli a un percorso autorizzativo più rapido e su due livelli. L’idea è infatti creare altre due categorie di Ogm, che seguirebbero un iter di autorizzazione diverso da quello previsto oggi, che obbliga i produttori alla valutazione del rischio, la tracciabilità e ad etichettare alimenti e mangimi geneticamente modificati.

Il nuovo regolamento ipotizza un percorso parallelo e più agile per le cosiddette New Genomic Techniques (Ngt), ribattezzate in Italia come Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea). La Dg Sante propone di considerare piante Ngt di “categoria 1”: quelle che “potrebbero anche essere presenti in natura o prodotte tramite riproduzione convenzionale”. Per queste sarà necessario soltanto notificare la messa in commercio alle autorità competenti (anche chiedendo di mantenere confidenziali le informazioni).

Saltata l’eccezione per i nuovi Ogm resistenti agli erbicidi

Nessuna etichettatura, valutazione del rischio o tracciabilità sarà richiesta. E pure l’eccezione per gli Ngt resistenti agli erbicidi, inserita nella bozza, è saltata. Verrà inoltre costituito un registro pubblico delle NGT considerate di categoria 1. L’equivalenza tra nuovi Ogm e piante che si possono trovare in natura è fissata dalla proposta in un allegato specifico. Verranno considerate equivalenti tutte le piante Ngt ottenute con massimo 20 diverse modifiche genetiche, tra cui:

  • sostituzione o inserimento di massimo 20 nucleotidi (le molecole fondamentali che costituiscono DNA e RNA);
  • cancellazione di qualsiasi numero di nucleotidi;
  • inversione di una sequenza composta da qualsiasi numero di nucleotidi;
  • introduzione di sequenze di DNA prelevato da organismi della stessa specie.

Conta più la quantità che la sostanza dell’intervento

In sostanza, non si presta alcuna attenzione alla qualità delle modifiche, ma solo al numero, negando implicitamente un fatto acclarato, cioè la capacità delle NGT di modificare regioni genomiche che contengono meccanismi di protezione non scalfibili da altre tecniche di breeding.

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I nuovi Ogm per cui varrà ancora l’obbligo di etichettatura

Le piante NGT di “categoria 2” comprenderanno tutti gli organismi che non incontrano questi criteri. In generale, si tratta di organismi in cui sono state inserite sequenze di Dna più lunghe della soglia limite. Queste piante saranno considerate più simili agli Ogm transgenici, ma comunque godranno di una procedura autorizzativa più snella. Rimarrà l’obbligo di etichettatura, ma non è richiesto un piano di monitoraggio o un metodo per il rilevamento delle modifiche effettuate in laboratorio.

 

La “concessione” agli agricoltori bio sui semi

L’altro grande cambiamento interesserà il mondo dell’agricoltura biologica, che troverà molto arduo continuare a mantenere la certificazione, la distintività e le quote di mercato. Nel tentativo di tendere una mano al settore, la proposta della DG SANTE prevede l’etichettatura dei semi Ngt come Ogm, anche se appartengono alla categoria 1. In questo modo, osservano i tecnici, sarà possibile per gli agricoltori bio evitarli, visto che il disciplinare lo vieta espressamente. Tuttavia, mancano misure per la coesistenza fra le diverse colture.

Greenpeace: Non si garantisce la sicurezza e il rispetto dei consumatori

“La proposta odierna della Commissione UE di deregolamentare i cosiddetti “nuovi” organismi geneticamente modificati, ottenuti con l’impiego di nuove tecniche genomiche (Ntg), non garantisce la sicurezza e il rispetto dei diritti dei consumatori” questo il commento di Greenpeace alla proposta resa oggi pubblica a Bruxelles. “Prima che un Ogm possa finire sulle nostre tavole o nei nostri campi deve superare una valutazione scientifica del rischio, avere una tracciabilità ed essere chiaramente etichettato. Le aziende biotech hanno a lungo considerato queste basilari procedure di sicurezza un’inutile seccatura, ma è inconcepibile che la Commissione UE adotti lo stesso approccio”, dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “I cittadini europei si aspettano giustamente che sia dimostrata la sicurezza dei prodotti prima della loro immissione sul mercato: è quindi irresponsabile evitare l’applicazione delle procedure di sicurezza per i nuovi Ogm”.

Ifoam: I parlamentari Ue e i governi agiscano per fermarla

La Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica (Ifoam) considera la proposta della Commissione di deregolamentare le “Nuove tecniche genomiche” come “fuorviante, pericolosa per l’autonomia dei semi europei e una distrazione dalle soluzioni agroecologiche necessarie per spostare l’agricoltura verso la sostenibilità. Il movimento biologico esorta i membri del Parlamento europeo (MEP) e i governi ad agire per proteggere la libertà degli agricoltori e dei consumatori di non utilizzare o acquistare prodotti dell’ingegneria genetica e per impedire la monopolizzazione delle risorse genetiche attraverso i brevetti”. Jan Plagge, Presidente di Ifoam Organics Europe, ha dichiarato: “L’esenzione di alcuni Ngt dalla valutazione del rischio, dalla tracciabilità e dall’etichettatura è un passo indietro per la biosicurezza e l’informazione dei consumatori ed è improbabile che apporti alcun vantaggio per la sostenibilità. Piuttosto, questa proposta è un enorme acceleratore per un redditizio modello di business dell’industria biotecnologica e chimica”.

La ministra dell’ambiente tedesca: “Salvaguardare trasparenza per i consumatori”

Steffi Lemke, ministra dell’Ambiente tedesca reagisce così alla notizia: “Gli interessi dei consumatori devono essere salvaguardati. Hanno il diritto di sapere cosa stanno comprando e cosa stanno consumando – e devono anche essere in grado di riconoscerlo sullo scaffale del supermercato. Ecco perché l’etichettatura obbligatoria delle piante geneticamente modificate e dei prodotti che ne derivano è fondamentale, perché è l’unico modo per dare alle persone libertà di scelta nell’acquisto di alimenti. Nella sua forma attuale, la proposta della Commissione UE consente di portare grandi quantità di piante geneticamente modificate nei campi e, infine, nei supermercati senza una preventiva valutazione del rischio e un’unica etichettatura per i consumatori. Penso che sia sbagliato”.

La parola al Parlamento Ue