Caro frutta e verdura, è polemica sul report di Mister prezzi: “C’è speculazione”

frutta e verdura

Durante la Commissione di allerta rapida di Mister prezzi, l’organismo pubblico che ha il compito di monitorare i prezzi, dedicata ai prodotti ortofrutticoli, sono emersi rincari pesanti e si sono affrontate le possibili cause. Unc e Cia puntano il dito sulla speculazione

 

Durante la Commissione di allerta rapida di Mister prezzi, l’organismo pubblico che ha il compito di monitorare i prezzi, dedicata ai prodotti ortofrutticoli, sono emersi rincari pesanti e si sono affrontate le possibili cause. Secondo il monitoraggio, il rincaro dei prodotti energetici dei mesi scorsi ha avuto ripercussioni su tutta la filiera ortofrutticola e che, a ciò, si sono aggiunti i recenti eventi climatici estremi che hanno impattato negativamente sulla produzione italiana.

 Secondo l’Osservatorio di Mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da GfK Italia, ciascun italiano, indipendentemente dall’età, ha consumato nei primi tre mesi dell’anno 4kg in meno di frutta e verdure sul 2019 e quasi 2 kg in meno sul 2022.  Nel primo trimestre di quest’anno, gli acquisti da parte delle famiglie italiane sono fermi a 1,27 milioni di tonnellate, pari ad un calo sullo stesso periodo del 2022 dell’8%.

Unc: “Scoperta dell’acqua calda, ma i numeri dicono che qualcosa non quadra”

“Hanno scoperto l’acqua calda. Inoltre, anche se in alcuni casi l’alluvione in Emilia Romagna ha certo influito sui prezzi, resta il fatto che non tutti i rialzi sono pienamente giustificati, sia per l’entità del loro incremento sia perché altri prodotti ortofrutticoli non hanno subito analoghi aumenti e, anzi, sono talvolta addirittura diminuiti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Mentre le pesche e le nettarine sono rincarate in un solo mese, da aprile a maggio, del 27,7%, albicocche, ciliegie e susine sono salite del 9,2%, un terzo, pomodori del 7,5%, meloni, ananas e kiwi del 7,1%, altri prodotti, come cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini sono invece scesi, sempre in un mese, del 5%, l’insalata del 2,7%, uva, fragole, frutti di bosco costano il 3,4% in meno. Bisogna, quindi, indagare, visto l’andamento dei prezzi così diversificato, se lungo la filiera di alcuni prodotti, decisamente troppo lunga in Italia, c’è chi ha speculato approfittandosi della situazione” conclude Dona.

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N Voce Inflazione mensile di maggio
1 Pesche e nettarine 27,7
2 Altra frutta con nocciolo (albicocche, ciliegie, susine) 9,2
3 Pomodori 7,5
4 Altra frutta fresca (meloni, cocomeri, frutta esotica, ananas, mango, avocado, kiwi) 7,1
5 Cavoli 4,4
6 Arance 4,3
7 Patate 3,3
8 Radici, bulbi non amidacei, funghi e altri vegetali 3,1
9 Pere 3
10 Altri vegetali a foglia e stelo 2,5
11 Vegetali surgelati 2,5
12 Altri agrumi 2,3
13 Vegetali freschi o refrigerati diversi da patate e altri tuberi 1,6
14 Mele 1
15 Vegetali secchi, altri vegetali trasformati o conservati 0,7
16 Altri vegetali trasformati o conservati 0,7
17 Frutta secca e noci 0,5
18 Vegetali secchi 0,5
19 Banane 0,4
20 Insalata -2,7
21 Frutti a bacca (Uva, fragole, frutti di bosco) -3,4
22 Altri vegetali coltivati per frutti (cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini) -5

Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat

Cia: “Il governo rafforzi i controlli contro la speculazione”

Secondo Cia-Agricoltori Italiani, invece, occorre creare catene del valore sostenibili e più resilienti alle difficoltà, in modo da migliorare disponibilità, sicurezza e accessibilità all’ortofrutta. “Il maltempo ha sicuramente portato a un’offerta minore di prodotto da parte di alcune Regioni, che però non è tale da giustificare aumenti dei prezzi al dettaglio su tutte le tipologie di frutta e verdura” spiega Cia, secondo cui “in particolare, la crisi in Romagna ha condizionato la produzione, soprattutto sull’offerta di albicocche (il 30% di quelle nazionali proviene dalla regione) con una maggiorazione dei prezzi alla produzione che si attesta ora su 1,45 euro/kg, mentre pesche e nettarine oscillano fra 1,15 e 1,32 euro/kg. Colpiti dall’alluvione anche 3mila ettari di coltivazioni di pere e altri 4.200 ettari di kiwi. Si invita, dunque, il Governo a rafforzare i controlli per contrastare i fenomeni speculativi, che danneggiano l’immagine del settore e scoraggiano i consumatori già provati dalla forte diminuzione del potere d’acquisto. Una flessione che si ripercuote in maniera ancora maggiore sui consumi di ortofrutta ed è diventata quasi strutturale”.

L’aumento dei prezzi non aiuta l’agricoltore

Per Cia, poi “l’aumento del prezzo al dettaglio non favorisce in alcun modo l’agricoltore, anzi resta l’annoso problema della ripartizione del valore lungo la filiera. Tuttora, su 100 euro destinati all’acquisto di frutta e verdura fresca, ne restano solo 6 come utile al produttore, contro i 17 euro in capo alle imprese del commercio e del trasporto. Nel caso dei prodotti trasformati, dove la filiera si allunga, il guadagno per l’agricoltore si contrae ulteriormente, scendendo sotto i 2 euro.