Integratori a base di ossido nitrico: a cosa servono e quali sono i rischi associati

integratori ossido nitrico

Gli integratori di ossido nitrico sono a base di arginina o di citrullina, utilizzati dagli sportivi per gonfiare muscoli, ma anche per la salute dei vasi sanguigni e per l’erezione. Tuttavia non esistono evidenze scientifiche sugli effetti benefici, al contrario, queste sostanze comportano rischi per la salute

 

L’arginina è stata ribattezzata un “argine” contro l’invecchiamento. Ma da cosa deriva precisamente e quali funzioni assume per l’organismo? Ne sentiamo parlare spesso perché la ritroviamo soprattutto negli integratori alimentari assieme alla citrullina, sotto il nome in etichetta di ossido nitrico.

 

Cos’è l’ossido nitrico

Si tratta di un gas prodotto naturalmente dall’organismo, per permettere la comunicazione fra le cellule. Più specificamente è un enzima appartenente alla classe delle ossidoreduttasi che catalizza la produzione di monossido di azoto a partire da ossigeno e arginina, che viene trasformata in citrullina.

L’enzima è distribuito quasi in maniera ubiquitaria nei tessuti e nei viventi, localizzata principalmente nel cervello e nell’endotelio vasale, ossia nei rivestimenti interni delle pareti del cuore e dei vasi sanguigni.

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A cosa serve

Tra le funzioni chimico biologiche naturali, l’ossido nitrico:

·       Controlla la circolazione del sangue;

·       Regola alcune funzioni a livello del cervello, dei polmoni, del fegato, dei reni, dello stomaco, dei muscoli e di altre strutture;

·       Ha un’azione che prevede anche la regolazione del rilascio di ormoni e neurotrasmettitori, come l’adrenalina (un mediatore chimico definito anche neurormone che nella parte midollare del surrene viene liberata anche a livello di sinapsi del sistema nervoso centrale, svolgendo il ruolo di neurotrasmettitore).

Si pensa che la sua assunzione sotto forma di integratori alimentari possa garantire i seguenti effetti:

·       Crescita dei muscoli;

·       Miglioramento del flusso di sangue verso i tessuti del muscolo;

·       Riduzione dei tempi di recupero dallo sforzo fisico;

Negli sportivi sembra possa contribuire a migliorare le performance, in particolare:

·       Aumenterebbe il carico di lavoro sopportato;

·       Prolungherebbe la durata dell’esercizio, per ridurre l’affaticamento durante allenamenti intensi;

·       Aumenterebbe le energie a disposizione e l’utilizzo del glucosio, per prolungare la cosiddetta pompa muscolare, quel fenomeno in base al quale l’aumento del flusso di sangue ai muscoli li fa apparire più grandi e più forti, donando loro un aspetto estetico migliore.

L’ipotesi alla base è che il consumo di arginina durante l’attività fisica faccia perdere l’efficacia al naturale ciclo arginina-ossido nitrico-citrullina, facendo scendere i livelli di ossido nitrico al di sotto dei valori ottimali.

Fa davvero bene ai muscoli?

Molti esperti, tra cui i medici dell’Irccs Humanitas, hanno già chiarito da tempo che mancano valide prove scientifiche della reale efficacia dell’ossido nitrico nel miglioramento delle performance fisiche.

Inoltre, è bene fare attenzione ai possibili effetti avversi dell’assunzione di queste molecole. Ad esempio, l’arginina può scatenare episodi di diarrea, portare a debolezza e indurre nausea.

Prima di assumere queste sostanze con l’obiettivo di aumentare i livelli di ossido nitrico circolanti nell’organismo è bene consultare il medico, soprattutto in presenza di problemi cardiovascolari e di alterazioni della pressione sanguigna.

La salute dei vasi sanguigni dipende anche dalla genetica

Medici e scienziati della Fondazione Umberto Veronesi sottolineano l’importanza degli stili di vita, quindi alimentazione e esercizio fisico. Più dell’assunzione di sostanze.

Nondimeno, stando a recenti scoperte, anche le varianti genetiche contribuiscono all’elasticità dei vasi sanguigni, di conseguenza alla vascolarizzazione dei tessuti. Il gene che codifica la proteina BPIFB4 (nominata proteina della longevità), nella sua variante Lav (Longevity Associated Variant) sarebbe in grado di determinare lo stesso beneficio se “trasferito” in altri individui.

Inizialmente questo gene era noto soltanto per la capacità di sintetizzare proteine coinvolte nelle difese immunitarie. Più recentemente si è scoperto che avrebbe una funzione protettiva dei vasi. Il meccanismo di protezione indotto dal particolare polimorfismo risiederebbe proprio nell’”attivazione” dell’enzima ossido nitrico, la più importante molecola protettiva della funzione vascolare.

Un’alterazione della funzione vascolare è correlata a diverse malattie: cardio e cerebrovascolari, metaboliche e neurologiche. Questo fattore sarebbe in grado di ridurne l’incidenza.

Lo studio pubblicato sull’European Heart Journal, firmato anche dalla ricercatrice Elena Ciaglia, sostenuta da Fondazione Veronesi, dimostrerebbe che l’ “elisir” scritto nei geni potrebbe allungare la vita a chi lo possiede dalla nascita, ma anche ad altri individui: se sottoposti al trasferimento di BPIFB4.

A questi dati sperimentali, i ricercatori hanno aggiunto un ulteriore studio condotto su gruppi di pazienti. Si è così dimostrato che, a un maggiore livello di proteina BPIFB4 nel sangue, corrispondeva una migliore salute dei loro vasi sanguigni. Ed erano proprio i portatori della variante genetica “Lav” a mostrare i livelli di proteina più alti.

La scoperta – sulla base della relazione stretta tra l’ossido nitrico sintasi endoteliale e la funzione endoteliale – lascia immaginare la possibilità di restituire vitalità a tessuti danneggiati dallo scorrere del tempo o da eventi acuti. “Questo studio – commentava nel 2019 Carmine Vecchione, in qualità di direttore dell’unità operativa complessa di cardiologia dell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno – apre la strada alla possibilità di soluzioni terapeutiche basate sul particolare polimorfismo di BPIFB4”.

Ma allora gli integratori fanno bene ai vasi sanguigni e ai muscoli?

Le numerose ricerche sarebbero l’ennesima prova che assumere sostanze, come integratori, non garantisce benefici. Meglio puntare su uno stile di vita sano.

Già da tempo, gli esperti del Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) hanno precisato che:

“Contrariamente all’immaginario collettivo non esistono alimenti particolari per migliorare la preparazione e/o la prestazione atletica, né tantomeno molecole particolari, ma solo buone o cattive abitudini alimentari che condizionano l’efficienza metabolica e il rendimento fisico e atletico. Molti prodotti, utilizzati in ambito sportivo, sono in realtà sostanze contenute normalmente negli alimenti (carboidrati, proteine, aminoacidi, creatina, L-carnitina, carnosina, lipidi, vitamine, minerali, caffeina, ecc.) commercializzate come “estratti” o sintetizzate industrialmente. La differenza principale rispetto agli apporti ottenuti attraverso gli alimenti d’uso comune sta soprattutto nelle quantità contenute in questi composti a volte, vere e proprie “megadosi”, sulla cui innocuità a lungo termine esistono pareri discordanti. Prodotti appartenenti a tutte le categorie di “integratori alimentari” (vitamine e minerali, altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, sostanze e preparati vegetali, coadiuvanti di diete ipocaloriche…) sono utilizzati a volte senza criterio dagli sportivi di ogni livello e disciplina. In realtà, salvo rarissimi e ben selezionati casi, il ricorso all’uso d’integratori da parte degli sportivi e degli atleti è oltre che ingiustificato, non totalmente esente da potenziali rischi per la salute.

Sebbene molte sostanze contenute negli alimenti siano assunte dagli atleti a fini ergogenici per aumentare le capacità di lavoro, sono poche le ricerche scientifiche che dimostrino un reale beneficio sulla prestazione sportiva dell’uso di alcuni nutrienti, anche quando consumati a dosi elevate. A volte si tratta di ricerche, anche ben condotte, ma effettuate su modelli animali, senza un effettivo e sicuro riscontro negli uomini, a volte gli effetti dichiarati sono stati osservati solo in condizioni patologiche, ma non nel soggetto sano”.

La pubblicità “gonfia” muscoli

Per quanto concerne gli utilizzi estetici (gonfiare i muscoli, ad esempio) per il momento l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha mai riconosciuto cause-effetto di tali sostanze integrate.

L’arginina è anche un precursore della creatina. Gli effetti sono più della pubblicità, che “gonfia” non i muscoli, ma i “miracoli” che essa avrebbe sulla produzione di creatina.

L’autorità europea non riconosce che il consumo di arginina come integratore possa contribuire alla:

·        Crescita o al mantenimento delle masse muscolari;

·        Salute dei globuli rossi;

·        Mantenimento di una pressione arteriosa normale;

·        Miglioramento della vasodilatazione endotelio-dipendente;

·        Mantenimento di una normale funzione erettile;

·        Mantenimento di una normale spermatogenesi;

·        Detossificazione dall’ammoniaca (l’arginina partecipa all’eliminazione dell’ammoniaca tramite il ciclo dell’urea che ha luogo nel fegato).

Anche gli effetti sul sistema nervoso risultano troppo generici.

Al massimo, queste sostanze (creatinina, integratori con arginina, ecc..) potrebbero contribuire ad aumentare le performance fisiche in sessioni successive a breve termine di esercizi ad alta intensità.

Già i ricercatori di uno studio del passato (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1873701/)  hanno confrontato gli effetti dell’assunzione di arginina, scoprendo che 6 grammi di sostanza non ha avuto effetti benefici. Anzi, per ottenere una vasodilatazione ci sono voluti 30 grammi di molecola per infusione. Ciò significa che per ottenere dei risultati dalla sua assunzione sono necessari almeno 30 grammi per infusione endovenosa. Se si volessero ottenere questi risultati da una dose orale, sarebbe necessario assumerne almeno 43 grammi, essendone biodisponibile il 70%. Se solo 10 grammi di arginina possono causare disturbi gastrici, allora non sarebbe possibile ottenerne i benefici da una dose adeguata di almeno 43 grammi assunta per via orale.

Poiché queste conclusioni potrebbero essere interpretate come casi isolati, altri studi hanno investigato l’effetto di alte dosi orali di arginina e il flusso sanguigno indotto dall’ossido nitrico e non hanno mostrato alcun effetto con l’assunzione di 21 grammi (7 gr per 3 volte al giorno).

Inizialmente questa completa assenza di effetti poteva sorprendere, considerando che l’arginina è il precursore per la sintesi di ossido nitrico. Da un esame più approfondito è emerso che i livelli naturali di della sostanza sono di gran lunga superiori a quelli che dovrebbero attivare l’enzima responsabile della produzione di ossido nitrico, un effetto noto come il “paradosso dell’arginina“.

In un altro studio datato (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7864114/) una dieta della durata di 6 giorni con assenza di arginina non ha influenzato la sintesi di ossido nitrico. Ciò indica che l’arginina non è il fattore limitante per la produzione di ossido nitrico e la sua regolazione è molto più complicata di quanto le aziende di integratori possono far credere.

A cosa serve davvero l’ossido nitrico?

Attualmente la sua assunzione è consigliata, su suggerimento medico, in caso di problemi cardiovascolari come lo scompenso cardiaco congestizio, dolori al petto, pressione alta, coronaropatie e claudicatio intermittens.

Inoltre la sostanza viene utilizzata contro la demenza senile, i problemi di erezione, l’infertilità maschile e la pre-eclampsia, per prevenire il raffreddore e, nei prematuri, l’infiammazione dell’apparato digerente e per migliorare il funzionamento del sistema immunitario, la guarigione delle ferite, il flusso del sangue a mani e piedi freddi (soprattutto in caso di diabete) e la funzionalità renale dopo un trapianto.

In combinazione con altre molecole può infine essere consigliata contro emicrania, infezioni e alcune forme di perdita di peso patologica, nel trattamento del cancro al seno e per ridurre i tempi di recupero dopo un intervento chirurgico.

Ma anche in tutti questi casi, per l’arginina convertita in ossido nitrico non esistono evidenze scientifiche sugli effetti.

 

Cosa fare allora?

Uno sportivo, che sia per agonismo o per stile di vita, dovrebbe curare soprattutto l’alimentazione. Lo ribadisce da tempo anche il ministero della Salute, tramite apposite linee guida.

Come tutti gli aminoacidi, queste sostanze sono presenti nelle proteine, che svolgono un ruolo fondamentale per la sintesi delle stesse, necessarie alla costituzione dei tessuti umani, compreso il tessuto muscolare.

Le ritroviamo sia in proteine di origine animale che vegetale.

In una dieta equilibrata, da accompagnare a regolare attività fisica, non possono mancare cibi come:

·        Carne (più bianca che rossa);

·        Pesce;

·        Uova;

·        Frutta secca;

·        Legumi (soprattutto ceci, fave, lenticchie);

·        Formaggi (con moderazione).

Il ministero italiano ha stilato una tabella guida contenente 5 gruppi alimentari che andrebbero assunti per svolgere in modo regolare l’attività fisica, evitando integratori se non necessari. In base ai gruppi, sono riportate le quantità consigliate al giorno:

·       Cereali e tuberi (non più di 2-4 porzioni al giorno)

Perché contengono amido (zucchero complesso), vitamine del gruppo B, proteine di scarsa qualità. Sono rappresentati da cibi quali: pane, pasta, riso, mais, avena, orzo, farro, patate, cereali per la prima colazione, ecc.. Meglio farine integrali;

·       Frutta e ortaggi (meglio da 3 a 5 porzioni al giorno)

Contengono fibre, vitamine, minerali e zuccheri semplici. I legumi contengono proteine di buona qualità. Questi nutrienti li troviamo in frutta, ortaggi e legumi freschi;

·       Latte e derivati (non oltre 2 porzioni al giorno)

Con moderazione, abbiamo bisogno anche di calcio, proteine di ottima qualità, vitamina A e vitamina B2. Dunque, non più di due porzioni al giorno di latte, yogurt (meglio magro), latticini e formaggi;

·       Carne, pesce, uova, legumi secchi

Sono indispensabili, ma andrebbero così distribuiti: Carne, pesce e legumi secchi (1-2 porzioni a settimana); uova (2-3 alla settimana).

Questi alimenti contengono minerali (zinco, rame e ferro), proteine di ottima e buona qualità, vitamine del gruppo B, oligoelementi. Sostanze che possiamo attingere da: carni bianche e rosse, prodotti della pesca (pesci, molluschi, crostacei, ecc.), uova, fagioli, ceci, lenticchie, ecc..;

·       Grassi da condimento ridotti

Bisognerebbe limitare il più possibile questi condimenti, dando la precedenza a quelli con elevato apporto di energia e con acidi grassi essenziali (oli vegetali, olio extravergine di oliva e oli di pesce), e vitamine liposolubili;

·       Più cereali integrali e meno proteine animali

I nutrizionisti spiegano che mangiando gli alimenti del primo gruppo (cereali e tuberi) insieme ai legumi, si possono assumere proteine paragonabili a quelle di origine animale quali quelle della carne, del pesce e delle uova.