Come funziona e come leggere il contabilizzatore di calore

CONTABILIZZATORE DI CALORE

Si tratta di uno strumento che consente la misurazione della temperatura rilasciata dal termosifone. Con il contabilizzatore di calore è possibile anche tenere sotto controllo le spese della bolletta

Lo scopo dei contabilizzatori è quello di ridurre gli sprechi energetici, inducendo ad una maggiore responsabilità nell’utilizzo dell’impianto. Il funzionamento di questo apparecchio è abbastanza semplice: posto a contatto con la superficie del calorifero, il contacalore misura il calore emesso da quest’ultimo quantificandone l’effettivo consumo. Ciò consente di calcolare quale sia la spesa effettiva da sostenere, molto utile ad esempio per un inquilino, che dovrà quindi farsi carico soltanto di quanto effettivamente consumato, sommato alla quota energetica base.

Cosa sono e come funzionano

I contacalore sono obbligatori negli impianti centralizzati già da luglio 2017 e sono strumenti costituiti da due sonde che misurano la temperatura ogni circa mezz’ora. Se installati e utilizzati correttamente, questi dispositivi consentono di ottimizzare la gestione dei consumi domestici, riducendo gli sprechi e razionalizzando l’impiego del gas. Molto utili specie in presenza di impianti termici condivisi, questi dispositivi permettono di rendicontare i consumi. In questo modo si ottiene un duplice vantaggio: da un lato si massimizza il calore prodotto, riducendo dall’altro l’impatto ambientale e i costi in bolletta. Il funzionamento alla base di un contabilizzatore prevede che sia montato su ogni termosifone presente in casa, in modo da registrarne il consumo energetico. Il prezzo di un contacalore si aggira intorno ai 100 euro, anche se molto dipende dal modello. Alcune delle caratteristiche che potrebbero incidere sul costo sono sensori da remoto, memorizzazione giornaliera dei dati, storico mensile, modalità di trasmissione.

Sebbene esistano in commercio modelli che includano anche le caratteristiche di un termostato, che serve invece a regolare la temperatura e la quantità d’acqua in ingresso nei radiatori, i due strumenti non devono essere confusi.

Installazione

Dell’installazione si occupa un tecnico esperto; questa può essere effettuata sia in presenza di un impianto autonomo che in presenza di uno centralizzato. Vengono montati nei terminali per rilevare i consumi effettivi di energia e consentire di gestire il calore erogato dal radiatore. I contabilizzatori sono alimentati da una batteria, che comunica via radio o Wi-Fi i dati raccolti ad una centralina che a sua volta li smista a un server centrale, che si occupa dell’archivio. La modalità di trasmissione dei dati può essere essenzialmente di due tipologie, il che incide sulla modalità di lettura che può essere effettuata:

  • senza trasmissione (ripartitori elettronici): in questo caso, i dati non sono trasmessi telematicamente ed è obbligatorio leggere il display del dispositivo per effettuare il conteggio. Il tecnico è quindi costretto a verificare periodicamente in ogni abitazione;
  • trasmissione unidirezionale o bidirezionale (ripartitori radio): il ripartitore invia i dati ad un dispositivo di raccolta dati.

In questo secondo caso, i dati così raccolti vengono poi gestiti da società esterne, che hanno il compito di immagazzinare le informazioni sui consumi di ogni singola unità abitativa. La lettura viene quindi eseguita da un tecnico dell’azienda che fornisce il gas, per poi resettare il contabilizzatore fino al successivo controllo periodico.

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Valvole termostatiche

La direttiva 2017/27/Ue del 25 ottobre 2021 obbliga, oltre che alla contabilizzazione del calore, al montaggio delle valvole termostatiche. L’obbligo di utilizzare i contacalore nei condomini è invece sancito tramite decreto legislativo 102/2014. Le valvole termostatiche vanno installate accanto ai contabilizzatori, nei radiatori, al fine di regolarne apertura e chiusura. Le valvole garantiscono un controllo sull’orario di accensione, una variabile che costituisce una differenza sostanziale tra impianti autonomi e centralizzati. Tali valvole possono essere dotate anche di controllo elettronico, offrendo la possibilità di gestire accensione e spegnimento con la programmazione oraria. In questo modo, al contrario di quanto avviene con le manuali, viene garantito un comfort migliore e assicurata una temperatura oggettiva (regolabile dall’utente) all’ambiente.

Lettura dei contacalore

La lettura da parte dell’utente non è in realtà necessaria, sebbene consigliata, dal momento che le informazioni vengono trasmesse direttamente al fornitore d’energia. Ogni contabilizzatore, comunque, dispone di un display sul quale è segnalata la quantità di energia consumata. In particolare, le sonde interne monitorano il calore emesso dai radiatori, quantificando il consumo energetico di ogni termosifone. Essendo il dispositivo alimentato da una batteria integrata, funziona in modo indipendente senza alcun collegamento con la presa di corrente. Per visualizzare la lettura sarà sufficiente cliccare sul tasto centrale, collocato normalmente al di sotto dello schermo. I modelli differiscono tra loro per il tipo di informazioni che possono essere mostrate: di solito, sono presenti sia il consumo attuale che quello dei mesi precedenti, oltre al consumo annuale. Non si rende mai necessario effettuare la lettura più di una volta al mese.

In alternativa, i consumi sono riportati sui dati sul consumo nella fattura; basterà quindi leggere la bolletta del gas per trovare i dettagli sull’energia utilizzata nel periodo di rendicontazione.

I vantaggi

Come accennato, i vantaggi dell’installazione di un contacalore riguardano principalmente la possibilità di fotografare in modo oggettivo i consumi energetici. Da ciò conseguono:

  • risparmio economico: l’installazione di questi dispositivi garantisce un risparmio in bolletta compreso tra il 10% e il 30%.
  • agevolazioni fiscali: chi si serve dei contabilizzatori può disporre di sgravi fiscali previsti dall’Ecobonus per l’efficienza energetica (pari al 65%) e al bonus ristrutturazioni (pari al 50%). La detrazione del 65% può essere sfruttata quando, oltre ai contabilizzatori, si modifichi l’intero impianto, utilizzando caldaie a condensazione o pompe di calore ad alta efficienza. In alternativa, si può optare anche per un impianto geotermico a bassa entalpia. Se si opta per una di queste tre scelte il limite di spesa detraibile a favore di ogni contribuente ammonta a 30.000 euro. Se, invece, i contabilizzatori sono installati senza che sia sostituito, integralmente o parzialmente, l’impianto di riscaldamento, o qualora questo sia sostituito con uno che non presenta le caratteristiche tecniche richieste per accedere all’Ecobonus, le relative spese sono ammesse alla detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie.

Come detto, l’inquilino si fa carico soltanto della spesa del gas effettivamente consumato. I contabilizzatori sono una buona scelta anche per chi non occupi quotidianamente un immobile, come nel caso di uffici che rimangono inutilizzati nel week end. In passato il funzionamento era diverso. Gli utenti che abitavano in immobili con impianti centralizzati, infatti, pagavano a seconda di tabelle millesimali che consideravano aspetti come le dimensioni dell’abitazione e l’esposizione.

Anche in seguito all’introduzione dell’obbligo dei contabilizzatori, per un certo periodo, molti condomini hanno continuato ad utilizzare una sorta di metodo “ibrido”. Tale metodo prevedeva il calcolo delle spese per il riscaldamento basandosi sia sui consumi effettivi che sugli stessi millesimi condominiali. Recentemente, tuttavia, la Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo questo sistema di calcolo, indicando come unica modalità legata quella legata ai consumi energetici rilevati.

Isolamento termico

I risparmi cui si va incontro installando un contabilizzatore possono essere ulteriormente accentuati con alcuni accorgimenti, che prevedano azioni mirate all’impianto, rivolte al risparmio energetico e all’ottimizzazione dei consumi. Un esempio potrebbe essere una modernizzazione dei serramenti o dello stesso condominio, che evita le dispersioni di calore e garantisce il corretto isolamento degli alloggi. Il primo passo sarebbe quello di sostituire gli infissi vecchi, che spesso permettono a spifferi di aria fredda di entrare. Ottimizza i consumi anche preferire i doppi vetri, dato che i vetri singoli comportano una dispersione di circa il 40% del calore del riscaldamento,con conseguente aumento del costo in bolletta. Insomma, l’ideale sarebbe che portare l’edificio in classe A. Un’analisi recente ha evidenziato come riscaldare una casa poco efficiente possa costare dieci volte tanto una casa di classe A. Per una tipica abitazione in tale classe, pare si risparmino tra i 1000 e i 1600 euro l’anno sule spese di riscaldamento rispetto ad un’abitazione poco efficiente di pari metratura. L’impianto di riscaldamento è quindi importante, ma l’isolamento termico lo è altrettanto. Investire in un impianto molto efficiente non abbasserà di molto la bolletta se l’edificio non è ben coibentato.

Sanzioni

Dato che oramai l’installazione dei contabilizzatori è obbligatoria, sono previste importanti sanzioni per chi non li installi nei condomini con riscaldamento centralizzato. La regola riguarda ogni singolo termosifone su tutte le unità abitative servite dallo stesso impianto. In caso di mancato rispetto di questa norma si è soggetti a sanzioni pecuniarie, che vanno dai 500 euro sino ad un massimo di 2500 euro. Sono invece esentati dall’adempimento della norma gli impianti autonomi. Fanno eccezione, però, case ed impianti costruiti o ristrutturati a partire dal 1° gennaio 2008, anche se non si esclude che in futuro l’obbligo venga esteso. Nonostante non sia obbligatoria, l’installazione è comunque fortemente consigliata per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti.