Niente pasta e frutta la sera? Non sempre togliere è la scelta migliore

pasta

Nell’attuale era del consumo sfrenato, dove furoreggia il “voglio sempre di più” ecco che sugli alimenti sembra vincere il principio del togliere, del ridurre, dell’eliminare a volte senza un vero criterio.

Sempre più spesso si assiste nel quotidiano ad un vero paradosso logico. Nell’attuale era del consumo sfrenato dove la Direttiva contro l’obsolescenza appena approvata ci rende felici di tornare nel passato, dove furoreggia il “voglio sempre di più” ecco che sugli alimenti sembra vincere il principio del togliere, del ridurre, dell’eliminare a volte senza un vero criterio. Molti Chef insegnano che nei piatti andare oltre i cinque o sei ingredienti, escludendo quelli di base, provochiamo confusione ai nostri sensi. Nessun macronutriente o alimento in generale viene però escluso dalla tavola. La cucina è la migliore espressione di integrazione culturale e geografica da diffondere anche in altri campi, perché tutti ci appelliamo alla nostra curiosità con nessuno o pochi pregiudizi. Paulo Coelho diceva “Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno”. Allora andiamo a cena e accendiamo le luci vere e interiori più forti che abbiamo per imparare a stare insieme.

Ho eliminato la pastasciutta specie di sera e mi sento più in salute

FALSO  Cenare mettendo la pasta in tavola per molti è sinonimo di ingrassare perché poi di notte si riposa e non consumando calorie. di conseguenza, ogni spaghetto gustato si trasforma in un girovita un “filo” più abbondante. Uno studio su Diabetes Care del 2022 (Lavoro doi: 10.2337/dc22-0462) descrive tutta una serie di effetti positivi sulla salute specie se la scelta cade sulla pasta integrale meglio ancora se fatta con farina integrale. I dati suggeriscono che i rischi di patologie cardiovascolari (-25%) siano ridotti con tale scelta. È pur vero che nelle ore notturne il nostro metabolismo basale si riduce del 10% ed è errato mangiare troppo, ma la pasta ha circa 250 calorie ogni 80 gr. assunti, sono i bis di pasta o i sughi scelti per condirla possono creare degli scompensi. L’importante è rispettare porzioni, ricette e inserire il tutto in uno stile di vita salutare. Qualche ulteriore accorgimento si può ancora adottare perché un piatto di pasta a cena sia ben accetto. Usando pasta integrale, introduciamo circa 5,7 gr. di fibre e 10,5 gr. di proteine; naturalmente ci sono anche 52 gr. di carboidrati, ma con una cottura al “dente” si può evitare in parte la gelatinizzazione della pasta che si traduce in amidi meno accessibili, indici glicemici più bassi (lavoro doi.org/10.3390/foods10112541) e un rallentamento della velocità di assorbimento degli zuccheri introdotti. Se il piatto di pasta è condito con verdure, senza eccessi di grassi o di inutili “orpelli” ecco che introduciamo anche diverse Vitamine, Sali minerali e micronutrienti utili per il metabolismo notturno detossificante. Lo studio riportato da Diabete Care riporta che su oltre 27.000 partecipanti intervistati sul loro consumo di carboidrati, i risultati migliori si ottengono con prodotti di alta qualità purtroppo per i diabetici tale risultato è meno evidente ma risulta chiaro che la bassa qualità non riduce le conseguenze del diabete. Infine, introdurre a cena della pasta integrale in uno studio del 2016 (Lavoro doi.org/10.1139/apnm-2015-0446) conferma che riduce il senso di fame e i premi con dolciumi fuori pasto o i deleteri spuntini della tarda serata.

Aborrire del tutto gli zuccheri dalla dieta per dimagrire non è la migliore soluzione

VERO Ultimamente è molto diffusa l’adozione di piani alimentari dove i carboidrati sono quasi del tutto eliminati dalla tavola. Il francese Georges Clemenceau disse che “Quella che chiamiamo verità non è altro che un’eliminazione di errori”, è spesso accade che per affermare la verità occorre sfoltire una distesa di falsi miti, fakes, credenze sbagliate, mode e anche di consigli dati in buona fede. Decisioni come eliminare i carboidrati, nella misura e nel modo giusto vanno dati da professionisti ed esperti del settore della nutrizione. Nulla è peggio che indossare gli occhiali customizzati per un amico solo perché lui vede bene e vedere rovinarsi la propria vista in maniera molto stupida. La biochimica degli alimenti dice che togliere i carboidrati fa dimagrire nel breve periodo, ma è un risultato difficile da mantenere nel tempo. Ricordiamo che gli zuccheri sono l’unico carburante del nostro cervello perché “pulito” e non produce sostanze pericolose. Se un’auto a benzina la riforniamo con del gasolio, ebbene all’inizio il motore farà il suo dovere per poi danneggiarsi anche in modo irreversibile. La nostra energia giornaliera per il 60% deriva da carboidrati, preferibili quelli integrali per non impattare sulla glicemia, riducendo gli zuccheri semplici. Questi zuccheri semplici sono tipici delle bibite iperzuccherate, di alimenti ultraprocessati, di piatti dove letteralmente i tanti zuccheri semplici aggiunti nascondono ai nostri sensi qualche difetto. Uno studio del 2016 (Lavoro doi.org/10.1038/nutd.2016.20) conferma che su oltre ventiduemila persone seguita introdurre della pasta, il che significa anche aderire meglio ai principi della Dieta Mediterranea, comporta una riduzione dell’indice di massa corporea (BMI) e di una minore prevalenza di casi di obesità e di sovrappeso per cui anche il mito che la pasta non fa dimagrire è da riconsiderare.

Toglierò la frutta alla fine del pranzo così starò meglio

FALSO Molti pensano che occorra consumare la frutta lontano dai pasti principali aggiungendo che debbano passare almeno un paio d’ore da quando ci si è alzati da tavola quindi si pranzerebbe a Napoli e si sbuccerebbe una mela nella città eterna. I motivi di questo posticiparne il consumo sono per evitare il gonfiore sia dello stomaco che dell’intestino o per alcuni per migliorare l’assorbimento dei nutrienti e delle Vitamine della frutta. Il gonfiore è legato alla fermentazione degli zuccheri che sono presenti nella frutta per cui non si può eliminare questa sua caratteristica. La frutta è nota a tutti essere utile per la nostra salute, è parte di una dieta ben fatta e di uno stile di vita salutistico perché introduciamo acqua, d’estate è una ottima soluzione alla troppa sudorazione, Sali minerali, tante Vitamine che ci aiutano e a numerose molecole antiossidanti o antiaging. La tradizione di posizionare la frutta a fine pasto aveva una sua base metabolica perché le sue fibre, specie quelle solubili, danno meglio il senso di sazietà e non permettono picchi glicemici troppo elevati. Ancora, la frutta contrasta con gli antiossidanti e la Vitamina C gli effetti “ossidanti” di alimenti troppo stressati. Allo stesso tempo fa assorbire meglio il Ferro delle carni o di alcuni vegetali, da qui nasce l’abitudine di irrorare con il limone piatti carnei o gli spinaci di contorno. Tutto questo depone a favore della frutta nella dieta quotidiana, ma la sua completa discriminazione dalla tavola non è sempre la migliore soluzione.

Qualunque frutto è adatto ad essere usato nel fine pranzo

VERO Un frutto specifico da raccomandare prima o dopo i pasti principali, perché collegato all’alimento consumato in realtà non esiste. Se abbiamo abbondato con i carboidrati complessi nel pranzo, per cui tanta pasta o tanto pane allora la frutta verrebbe coinvolta in un processo di digestione più lungo e faticoso e avremmo anche una fermentazione degli zuccheri semplici più efficiente ma più “gonfiante”. La frutta non può essere esclusa dalla nostra dieta giornaliera perché uno scrigno prezioso di molecole utili al nostro corpo. Chi soffre di problemi digestivi o ha senso di gonfiore è consigliabile che posticipi il consumo della frutta rispetto ai pasti principali, ma proprio per questi motivi la frutta si presta a essere il tipo snack o spuntino veloce, salutistico ed energetico utile per fare colazione o merenda a mezza mattina o anche usarla nel tardo pomeriggio. Nel caso della frutta le varietà, i sapori, i colori, le consistenze sono così numerose che è quasi impossibile non trovare il proprio “frutto desiderato”.

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Conclusioni

Togliere, mettere, aggiungere, eliminare etc. sono verbi molto spesso vicini al manicheismo, solo zone scure e zone chiare, mai nessun grigio, mai nessuna penombra per far intuire gli oggetti senza vederli nella loro nitidezza. Con gli alimenti non è sempre possibile essere intransigenti e se avviene occorre prevedere delle ripercussioni sulla salute e adottare delle contromisure. Nulla è più sbagliato dello scegliere l’estremità di una visione e non stare al centro e godere dell’intera visuale.