Quali sono i sintomi della sciatalgia

sciatalgia

Quando il nervo sciatico si infiamma sono dolori. Cause e rimedi

Non c’è dubbio che il nervo sciatico sia quello più grande e complesso del nostro corpo. Può accadere che esso si infiammi, provocando una condizione che viene definita sciatalgia dal personale medico. Ecco dunque quali sono le caratteristiche di questo tipo di patologia, quali sono i suoi sintomi e come prendersene cura.

Che cos’è la sciatalgia

Il nervo sciatico, anche chiamato ischiatico, è un importante nervo del corpo che si snoda dalla parte bassa della schiena scendendo lungo tutto l’arto inferiore, arrivando fino al piede. Si tratta di un nervo misto, che si sviluppa dall’unione di due fibre nervose degli ultimi due nervi spinali. Esso possiede una funzione sensitiva ma anche motoria: da un lato, dunque, innerva ampie porzioni di cute, dall’altro controlla il movimento dei muscoli.

A volte questo nervo si infiamma (o, per essere più precisi, si irrita) provocando una condizione molto fastidiosa, causa di dolori e fastidi nella parte bassa del corpo. Non è da escludere lo scenario in cui la situazione sia talmente grave da impedire al paziente di camminare o di muoversi, tanto è il dolore provato.

Come nasce il dolore e da cosa è provocato

Questa condizione è cagionata dalla compressione della radice del nervo sciatico o, in alternativa, dalla compressione del suo passaggio periferico. In questo secondo scenario, il paziente percepisce fastidi non soltanto a livello del nervo sciatico ma anche su tutta la natica. Si parla, in questo secondo caso, della cosiddetta “sindrome del piriforne”.

Generalmente si tratta di una condizione che interessa in modo particolare tutti gli individui al di sopra dei 40 o 50 anni, con una prevalenza maggiore nelle persone di sesso maschile.

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Come si diagnostica la sciatica

Di norma diagnosticare questo tipo di patologia è piuttosto semplice, basta infatti l’esame fisico (o esame obiettivo) del paziente, associato ad una anamnesi approfondita (anche chiamato esame della storia clinica). A partire da questo step iniziale emergerà immediatamente il quadro clinico tipico della patologia, che include dolore, formicolio dell’arto, intorpidimento, debolezza eccetera.

Nonostante la diagnosi spesso si potrebbe limitare all’osservazione del paziente, a volte capita che i medici consiglino ai loro pazienti di sottoporsi ad ulteriori esami che possano far emergere la reale causa del problema, che come si vedrà di seguito può nascondere diversi tipi di condizioni concomitanti.

Quali sono le cause più comuni di questa patologia

La natura originaria dell’irritazione del nervo sciatico può avere svariate origini che devono essere analizzate caso per caso per cercare di sviluppare una terapia adatta per il/la paziente che lo/la possa aiutare a guarire nel più breve tempo possibile.

È possibile affermare che l’infiammazione di questa parte del corpo faccia parte delle varie sindromi da compressione nervosa (ed è una delle più diffuse, insieme alla sindrome del tunnel carpale).

Tre le cause più comuni che possono ritrovarsi dietro la sciatica ritroviamo:

  • La stenosi vertebrale in sede lombo-sacrale: ovvero il restringimento patologico di una parte del canale vertebrale (o canale spinale); si tratta del condotto dove è possibile trovare il midollo spinale, elemento fondamentale del sistema nervoso centrale insieme all’encefalo.
  • L’ernia del disco spinale: senza ombra di dubbio questa è la causa principale della sciatica. Si tratta di una condizione in cui la parte gelatinosa che divide le singole vertebre nella colonna vertebrale fuoriesce e infiamma i nervi dopo essersi infilata fra i dischi. L’ernia del disco spinale è responsabile di circa il 15% dei casi di sciatica.
  • La discopatia degenerativa che si sviluppa tra il tratto lombare e quello sacrale della colonna vertebrale. Con il passare del tempo, infatti, i dischi che dividono le vertebre (o intervertebrali) tendono ad usurarsi. In questo caso gli scenari sono due: in certi pazienti si tratta di un processo che non crea alcun fastidio ed è, di fatto, asintomatico. In altri invece è per l’appunto uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo della sciatica.
  • La stenosi foraminale in sede lombo-sacrale, ovvero la condizione che porta al restringimento dei piccoli canali dove scorrono le radici dei nervi spinali.
  • La sindrome del piriforme: come anticipato qui sopra, in questo caso i medici fanno riferimento ai sintomi causati dalla compressione della sciatica legata al muscolo piriforme. Si tratta di una condizione che nella maggior parte dei casi si presenta sulla scia di una contrattura o di un trauma.
  • La spondilolistesi, cioè lo scivolamento di una vertebra sull’altra (in questo caso in sede lombo-sacrale).
  • Il tumore spinale: questa evenienza è per fortuna la più rara fra le altre sopracitate. Qui i nervi spinali che vanno a formare il nervo sciatico sono oggetto di una pressione anomala a causa di una massa tumorale. Con il passare del tempo, ingrandendosi, il peso delle cellule tumorali può spingere sulle radici dei nervi spinali o sulle loro porzioni immediatamente successive.

Cosa accade in gravidanza

Può inoltre presentarsi un’altra situazione, che ovviamente riguarda solo ed esclusivamente il genere femminile. Questo tipo di insidiosa condizione fisica può infatti emergere con una certa frequenza anche per quanto riguarda le donne incinte, e questo discorso vale in modo particolare per le ultime settimane di gestazione.

Nei mesi immediatamente precedenti il parto, l’utero diventa talmente tanto grande da essere in grado di premere sui nervi spinali che vanno a costituire il nervo sciatico, producendo i sintomi tipici di questa patologia.

Gli esami a cui può essere necessario sottoporsi

Ognuno degli esami proposti si prefigge l’obiettivo di fare chiarezza sull’origine del problema, per permettere al personale medico di fornire al paziente l’assistenza necessaria e sviluppare la terapia più adeguata.

Oltre ai classici esami del sangue, quando si parla di sciatalgia non è raro che vengano prescritti anche raggi X, una risonanza magnetica lombo-sacrale, una TAC alla colonna vertebrale e l’elettromiografia (quest’ultima analizza gli impulsi nervosi del nervo sciatico, valutandone l’attività motoria).

I fattori di rischio

Concretamente, essere incinta costituisce soltanto uno degli svariati fattori di rischio che possono predisporre un paziente a questa patologia. Esistono, in realtà, molte altre situazioni personali che possono rendere più o meno probabile il rischio di sviluppare un’infiammazione a livello del nervo sciatico. Ecco quali:

  • L’età: come anticipato, con il passare del tempo l’invecchiamento del nostro fisico comporta un cambiamento nella forma della colonna vertebrale. A volte si tratta di un mutamento tale da rendere la colonna stessa predisposta anche all’ernia del disco.

  • Il peso: una massa corporea eccessiva (se non addirittura l’obesità) mette un individuo maggiormente a rischio, proprio perché comporta una pressione maggiore sulla colonna vertebrale. Si tratta, inoltre, di un fattore di rischio importante collegato a molte altre patologie.

  • Le lesioni per interventi chirurgici: si tratta di uno scenario piuttosto raro, ma non per questo da sottovalutare. Non è da escludere che sulla scia di un’operazione chirurgica (per esempio all’anca) possano emergere delle particolari complicazioni che potrebbero causare pressione sul nervo sciatico.

  • L’attività lavorativa che si svolge: tendenzialmente, chi svolge lavori sedentari non è a rischio di sviluppare un’infiammazione del nervo sciatico. Il discorso è ben diverso, invece, per tutti gli individui che per motivi professionali sono costretti a torcere la schiena o a sollevare pesi ogni giorno. Nonostante non ci siano prove scientifiche che dimostrano la correlazione diretta fra certi tipi di lavoro e la comparsa della sciatica, c’è un’ampia letteratura che parla di questa condizione in persone che svolgono questi tipi di lavori (come magazzinieri, commessi etc).

  • La sedentarietà: è possibile che chi non svolge un’attività fisica regolare, di qualunque tipo essa sia, possa sviluppare un’infiammazione al nervo sciatico.

  • Il diabete: questa patologia metabolica cronica può sviluppare molte complicanze, come la cosiddetta neuropatia diabetica, che può cagionare un deterioramento dei nervi periferici (tra i quali, per l’appunto, è incluso anche il nervo sciatico).

  • I traumi: può succedere che colpi particolarmente forti, cadute, incidenti possano causare fratture ossee direttamente legate all’infiammazione del nervo sciatico.

  • L’artrite: infiammandosi, le articolazioni della colonna vertebrale ne modificano la struttura. Quando cambia l’anatomia della colonna vertebrale può generarsi una compressione delle radici dei nervi spinali (tra i quali è incluso anche il nervo sciatico, per l’appunto).

  • I problemi e le malattie del rachide: si tratta di una struttura che ha come funzione il sostegno della testa e del tronco e che protegge il midollo spinale. Tra le condizioni che possono colpire quest’area vale la pena ricordare la stenosi foraminale, la spondilolistesi e la stenosi vertebrale.

Le complicanze

La sciatica non è di per sé una condizione particolarmente grave, seppur possa manifestarsi in modo molto doloroso (a volte insopportabile). Tuttavia, nei casi più seri, può emergere la necessità di ulteriori controlli e analisi, visto e considerato che la sciatalgia può sfociare, fra le altre cose:

  • Nella zoppia, anche chiamata claudicazione, ovvero la difficoltà prolungata nel camminare in modo naturale

  • Nella perdita di controllo dello sfintere anale e/o di quello viscerale

  • Nella perdita completa di sensibilità dell’arto inferiore interessato

  • Nella debolezza generalizzata lungo tutto l’arto

Quanto può durare nel paziente l’infiammazione al nervo sciatico

A seconda della gravità dell’infiammazione si possono presentare diversi tipi di situazioni. La durata dei sintomi può prolungarsi in forma acuta anche per diverso tempo, risolvendosi in forma benigna nel giro di 30 o anche 60 giorni.

Come anticipato, non sono da escludere interventi mirati nel caso in cui alla sintomatologia classica della sciatica si dovessero associare anche altri disturbi. Diventerà quindi urgente risolvere il problema in altro modo se il paziente dovesse manifestare sintomi neurologici quali:

  • Perdita di urina o anestesia perineale

  • Un persistente deficit sensitivo e stenico (come l’impossibilità a piegare il piede).

Le cure disponibili

Anche in questo caso sarà prima necessario comprendere la reale natura del problema per andare ad agire alla sua radice. Se si dovesse trattare di una sciatica lieve che non presenta particolari complicazioni basterà rimanere a riposo per un periodo prolungato, evitando il più possibile tutti quei movimenti che potrebbero peggiorare la situazione del paziente (per esempio facendo particolare attenzione alla postura scorretta).

Se, al contrario, l’infiammazione dovesse essere severa e derivante da cause clinicamente rilevanti si potrebbe pensare di affidarsi a farmaci specifici e/o all’intervento di un chirurgo.

L’opzione dei farmaci e le terapie disponibili

Alla luce della specifica condizione che causa il dolore risulta evidente come possa essere importante in questo contesto l’utilizzo di specifici farmaci antinfiammatori capaci di ridurre l’infiammazione in corso, come per esempio i cosiddetti Farmaci antinfiammatori non-steroidei o Fans (ne è un esempio l’ibuprofene). Un’altra opzione è rappresentata dai miorilassanti, che contribuiscono al rilassamento della muscolatura.

Esiste inoltre la possibilità di somministrare al paziente dei farmaci cortisteroidi via endovena, che hanno un effetto antinfiammatorio davvero molto potente. Tuttavia, in quest’ultimo caso i medici tendono a essere più cauti, visto e considerato che possono avere effetti collaterali piuttosto gravi (è il caso dell’ipertensione, del glaucoma o dell’osteoporosi, tra gli altri).

Infine c’è per i pazienti l’opzione di sottoporsi alla ossigeno-ozonoterapia, che va a creare nella muscolatura delle infiltrazioni di una miscela di ossigeno e ozono. Si tratta, ad ogni modo, di una terapia i cui effetti si possono notare dopo circa 15-13 giorni dall’inizio del trattamento.

All’interno del processo di guarigione, inoltre, può certamente essere consigliato anche l’intervento di un fisioterapista esperto, che segua il paziente in un percorso finalizzato a correggere i difetti di postura e a rinforzare la schiena, il tronco e la colonna vertebrale.

L’intervento chirurgico

Se la situazione dovesse rivelarsi più complicata del previsto, il paziente potrebbe aver bisogno di un vero e proprio intervento chirurgico per risolvere il problema.

I casi in cui può risultare necessario affidarsi alle cure di un chirurgo esperto sono quelli in cui la problematica non si sia ancora risolta nei tempi previsti, nemmeno con il supporto del farmaci.

Il paziente si dovrà dunque sottoporre ad un vero e proprio intervento quando l’infiammazione del nervo sciatico non è frutto di condizioni come la sindrome del piriforme, bensì di più seri problemi alla colonna vertebrale: questo può essere il caso quando si manifestano ernia del disco o stenosi spinale-lombosacrale con sintomi importanti, se non addirittura un tumore spinale lungo il tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale.