Cibi ultraprocessati: anche le zuppe pronte tra quelli a rischio cancro

zuppe zuppa

Uno studio, durato dieci anni, è pubblicato su Lancet Planet Health ha esaminato l’associazione tra l’assunzione dietetica in base alla quantità di alimenti trasformati e il rischio di cancro, aggiungendo agli insaccati e altri prodotti già conosciuti, anche le zuppe pronte nella categoria

Uno studio pubblicato su Lancet Planet Health ha esaminato l’associazione tra l’assunzione dietetica in base alla quantità di alimenti trasformati e il rischio di cancro, seguendo nell’arco di dieci anni, dal 1991 al 2001, circa 450mila con questionari medici sottoposti in 23 centri di ricerca di 10 Paesi europei tra cui l’Italia, insieme anche a Francia, Germania, Grecia e Olanda.

Lo studio

I partecipanti sono stati esclusi se avevano una diagnosi di cancro prima del reclutamento. I partecipanti con cancro sono stati identificati utilizzando i registri del cancro o durante il follow-up da una combinazione di fonti, inclusi centri oncologici e patologici, cartelle cliniche e follow-up attivo dei partecipanti. I dati sono stati recuperati dallo studio dal titolo Indagine prospettica sul cancro e la nutrizione (Epic). “Questo studio suggerisce che la sostituzione di alimenti e bevande trasformati e ultraprocessati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati potrebbe ridurre il rischio di vari tipi di cancro” spiegano gli autori.

La classificazione Nova

Secondo la classificazione Nova, gli alimenti vengono divisi in quattro gruppi: non trasformati e minimamente trasformati; ingredienti culinari trasformati; alimenti trasformati; e alimenti ultraprocessati. In particolare, la categoria degli ultraprocessati (Nova 4) include tutti i cibi costituiti da formulazioni di ingredienti (sale, zucchero, grassi o altre sostanze derivate dagli alimenti), per lo più di esclusivo uso industriale.

I prodotti ultra-processati

Alcuni comuni prodotti ultraprocessati sono le bibite gassate; snack confezionati dolci, grassi o salati; confetteria; biscotti, pasticcini e torte; cereali per la colazione zuccherati; piatti precotti di carne, formaggio, pasta e pizza; e salsicce, hamburger, hot dog e altri prodotti a base di carne ricostituita e anche le zuppe pronte.

Ftalati, Bisfenoli e Pfas negli imballaggi

Il problema con questi prodotti è che spesso contengono sostanze chimiche associate ad alterazioni del metabolismo, che contribuiscono a sviluppare obesità. Parliamo di ftalati, del bisfenolo A (Bpa), dei Pfas e e di numerosi fitofarmaci, incluso il Ddt, seppur vietato da anni. Le sostanze sono in alcuni casi portate nel prodotto dalle materie prime, in altri vengono cedute dagli imballaggi (uno su tutti il bisfenolo A), molto utilizzato, come spiega AgriFoodToday che riporta la notizia, nelle plastiche in policarbonato, nei recipienti per uso alimentare e nelle resine che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande.

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Gli addititivi

Tra gli ingredienti presenti a volte nelle zuppe pronte, sono gli additivi e i coloranti, alcuni dei quali considerati potenziali cancerogeni. In particolare, il nitrato di sodio, utilizzato per preservare i prodotti trasformati e ultraprocessati a base di carne e di pollame, secondo alcuni studi, potrebbe aumentare il rischio di cancro.

La sostituzione del 10% con alimenti poco trasformati potrebbe fare la differenza

La sostituzione del 10% degli alimenti trasformati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di cancro in generale e in particolare tumori della testa e del collo, carcinoma a cellule squamose dell’esofago, cancro del colon, cancro del retto, carcinoma epatocellulare e carcinoma mammario in postmenopausa.

“Si sospetta da tempo che gli alimenti trasformati svolgano un ruolo nello sviluppo del cancro, tuttavia i dati provenienti da studi epidemiologici su larga scala sono scarsi”, ha affermato Nathalie Kliemann, principale autrice dello studio e ricercatrice presso lo University College London. “Questi risultati forniscono nuove importanti prove sul ruolo potenziale della lavorazione degli alimenti nello sviluppo del cancro e possono aiutare a mettere in atto politiche nutrizionali per la salute pubblica”.