A chi conviene un mutuo a rata protetta

MUTUO A RATA PROTETTA

Quando siamo alla ricerca di una casa da comprare o vogliamo surrogare il prestito in corso, abbiamo a nostra disposizione la possibilità di accedere al cosiddetto mutuo a rata protetta. Ecco di cosa si tratta.

L’acquisto di una casa, soprattutto se è la prima dove si andrà ad abitare, rappresenta per molti italiani (giovani e non) un vero e proprio scoglio, se non addirittura un incubo. Nella situazione di costante incertezza che viviamo fin dallo scoppio della crisi economica del 2007/2008 e con il protrarsi della guerra in Ucraina in Italia risulta sempre più complesso riuscire ad accedere a un mutuo, anche in considerazione di salari fra i più bassi in Europa che di certo non aiutano. Parlando di mutui, quando finalmente un’istituzione finanziaria decide di concederne, vale la pena ricordare che è possibile avere accesso anche ad una serie di condizioni particolari, interessanti in un periodo come questo dove i tassi sono saliti (e continueranno a farlo) per le decisioni della Bce, com’è per esempio il mutuo a rata protetta che non tutti necessariamente conoscono.

Prima di entrare nel merito della questione riteniamo importante spiegare cosa sia un mutuo di per sé.

Che cos’è un mutuo

Con questo termine economico si fa riferimento ad un contratto che si svolge fra due parti: la prima si impegna ad erogare  una determinata cifra, mentre la seconda promette di restituire la stessa quantità di denaro erogata. C’è in particolare, nel nostro codice civile, una sezione specifica che tratta la questione, l’art. 1813. Questa la nozione precisa riportata a livello legislativo:

Il mutuo è il contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili, e  l’altra si obbliga a  restituire  altrettante  cose  della  stessa  specie  e qualità.

Generalmente, chi eroga la quantità di denaro che sarà da restituire nei tempi e nei modi concordati è una banca, mentre chi ne giova è il cittadino in possesso di determinati requisiti. La restituzione, inoltre, prevede l’aggiunta di interessi, che possono modificarsi nel corso del tempo. A volte si può trattare di modifiche minime, altre invece di aumenti anche piuttosto consistenti.

L’opzione a rata protetta

Questa opzione, a tasso variabile, va in qualche modo incontro alla persona che ha chiesto una cifra ad una banca mettendola al sicuro rispetto a possibili variazioni della rata del finanziamento. Anche se la rata rimane di fatto immutata nel corso del tempo, offre comunque tutti i vantaggi di un mutuo a tasso variabile.

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In un simile scenario, se il tasso di interesse dovesse aumentare non aumenterebbe di conseguenza nemmeno l’ammontare della rata, visto che si allungherebbe in automatico il periodo di ammortamento del debito iniziale. L’unico criterio strettamente legato all’eventuale aumento della rata da prendere in considerazione è l’indice Istat sul costo della vita.

Va in ogni caso ricordato che l’eventuale periodo di rimborso aggiuntivo ha un limite ben preciso: esso infatti non potrà superare i 10 anni rispetto all’iniziale accordo tra le due parti.

Cosa accade se non viene completato il rimborso

Comunque sia, esiste anche la possibilità che il cliente della banca che ha fatto richiesta di questo mutuo a rata protetta non riesca a completare il rimborso nemmeno allo scadere dei 10 anni di cui sopra. Se dovesse rimanere un capitale residuo esso potrà essere restituito all’istituto bancario in altri 5 anni (in virtù di un nuovo piano di rimborso a tasso variabile).

In questo caso però le rate da pagare ogni mese non saranno protette da eventuali cambiamenti dei tassi di interesse (questi ultimi sono legati alle normali fluttuazioni del mercato).

In uno scenario simile, la rata del mutuo sarà decisa ogni 12 mesi, in base al tasso di interesse in vigore, come stabilito in prima battuta dal contratto. E se il tasso di interesse dovesse scendere? La situazione resterebbe invariata, visto che anche qui la rata mensile non cambierebbe comunque.

Tuttavia, in questo caso diminuirebbe il numero delle rate totali da pagare, visto che in parallelo si accorcerebbe anche il tempo a disposizione per restituire il debito.

Vale davvero la pena attivare questa opzione?

Nel momento in cui si inizia il processo di richiesta di un mutuo a una banca emergono, comprensibilmente, dubbi e paure da parte dei cittadini: il timore principale quando si ha a che fare con un istituto di credito è che con il passare degli anni i tassi di interesse aumentino al punto tale da risultare insostenibili.

Non si tratta di angosce e inquietudini immotivate, anche e soprattutto in considerazione del fatto che negli ultimi mesi si è avverato per molti il peggior scenario possibile, a causa in particolare di un’inflazione galoppante che ha reso il costo della vita per molti insostenibile. I clienti delle banche che avevano preferito un mutuo a tasso variabile in un primo momento si sono quindi ritrovati negli ultimi mesi a dover affrontare aumenti importanti del proprio mutuo, a volte superiori al 60%.

La rata protetta, invece, garantisce un maggior livello di sicurezza e tutela, visto che protegge il cliente dal rischio di un’insolvenza futura. Come anticipato, nel caso in cui i tassi di interesse dovessero aumentare anche in maniera consistente l’unico inconveniente, se così lo si può chiamare, sarebbe l’allungamento del periodo di ammortamento.

Quando conviene fare questa scelta

Il periodo più indicato per fare richiesta di un mutuo a rata protetta in teoria è quello in cui il tasso d’interesse risulta essere particolarmente vantaggioso. In pratica chi ha bisogno di un prestito per la casa non ha modo di attendere il momento più propizio.

In generale, si tratta di un’opzione che può rivelarsi molto utile in particolare per due categorie di persone: da un lato per i clienti che desiderano chiedere un mutuo per un importo particolarmente elevato; dall’altro per i più giovani, che con questo strumento non dovrebbero preoccuparsi più di tanto di aumenti dei tassi di interesse inaspettati che potrebbero mettere in serio pericolo le loro finanze (spesso contenute).

Cosa bisogna sapere prima di fare richiesta

Qualunque sia il tipo di mutuo che si deciderà di attivare con la propria banca è necessario analizzare molto bene le proprie condizioni di partenza, cercando di rendersi conto se si riuscirà effettivamente a sostenere un determinato tipo di spesa per un lasso di tempo così prolungato (si parla, per l’appunto, di anni).

La prima valutazione da fare è quella rispetto al rapporto fra rata e reddito, se non si vuole rischiare in alcun modo di ricevere una delibera negativa sul mutuo. Non è infatti certo raro che un istituto bancario decida di non concedere ad un proprio cliente un prestito a lungo termine, e questo in funzione di una serie di controlli molto approfonditi sul profilo dello stesso, che dovrà dimostrare di vantare un determinato merito creditizio.

In questa valutazione, la banca può verificare anche la presenza di eventuali garanzie per il prestito che il beneficiario potrebbe offrire, come ad esempio l’ipoteca sull’immobile o in alternativa una persona di riferimento che si possa assumere la responsabilità del debito nel caso in cui le rate non venissero pagate.

Anche nel caso del mutuo per un’abitazione c’è la possibilità di estinzione anticipata dello stesso, ovvero il completamento del rimborso mancante prima della scadenza prevista del contratto: questo tipo di pratica, ricordiamo, è disciplinato dall’articolo 120ter del Testo unico bancario.

Chi può fare richiesta

Esistono chiaramente delle regole precise rispetto alla possibilità di richiesta di mutui di questo tipo (o di altri tipi, come quello a tasso fisso e tasso variabile).

Prima di tutto, il richiedente dovrà necessariamente aver compiuto 18 anni di età al momento della richiesta di finanziamento. Il cliente dovrà inoltre essere residente in Italia ed essere in possesso di tutta la documentazione necessaria da presentare all’istituto di credito che provi la sua capacità di sostenere tale spesa a lungo termine. Importante anche ricordare che al momento della scadenza i richiedenti non dovranno aver compiuto 80 anni.

I clienti che hanno tutte le caratteristiche necessarie possono infine chiedere un piano di rimborso fra i 10 e i 30 anni.