Per quasi un anno, Le Monde ha lavorato con i giornalisti di 17 media partner per provare a misurare l’entità della contaminazione in Europa di Pfas, le sostanze chimiche usate nell’industria come impermeabilizzanti, diverse delle quali sono cancerogene, interferenti endocrine e causano altri problemi seri alla salute. La mappa dei siti italiani
Per quasi un anno, Le Monde ha lavorato con i giornalisti di 17 media partner per provare a misurare l’entità della contaminazione in Europa di Pfas, le sostanze chimiche usate nell’industria come impermeabilizzanti, diverse delle quali sono cancerogene, interferenti endocrine e causano altri problemi seri alla salute.
Il monitoraggio senza precedenti
Secondo una stima prudente, basata su migliaia di campioni ambientali, spiega Le Monde, in Europa ci sono più di 17mila siti contaminati a livelli che richiedono l’attenzione delle autorità pubbliche (superiori a 10 nanogrammi per litro). Gli esperti intervistati da Le Monde hanno stimato che in più di 2.100 “punti caldi” la contaminazione raggiunge livelli considerati pericolosi per la salute (più di 100 nanogrammi per litro). Tra questi, com’era prevedibile, diversi siti nel triangolo Padova-Vicenza-Verona che gravita sull’enorme falda acquifera contaminata dall’ex fabbrica Miteni di Trissino.
Ex Miteni, la tragedia veneta
Lo stesso Le Monde si riferisce al caso così: “I più noti “punti caldi” europei di inquinamento massiccio hanno tutti impianti di produzione di Pfas al loro epicentro. A Trissino, in Italia, l’azienda Miteni ha sintetizzato ed emesso una gamma di Pfas per mezzo secolo. Scoperta nel 2013, la contaminazione dell’acqua potabile e del suolo si estende per oltre 200 chilometri quadrati e si stima colpisca fino a 350.000 persone in Veneto”.
Il caso Solvay
Altre zone calde nel nostro paese, sono quelle a ridosso degli impianti chimici di Solvay, la multinazionale che produce sostanze perfluroalchiliche, appunto. Si tratta di quello di Rosignano, a Livorno, e quelli di Spinetta Marengo, vicino Alessandria. Quest’ultimo è al centro da anni, così come l’area contaminata in Veneto, di veementi proteste da parte di cittadini e associazioni ambientaliste che chiedono divieti e bonifiche.
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I siti italiani
La mappa di Le Monde è estremamente importante perché rivela l’ubicazione di quasi 21.500 siti sospettati di essere contaminati da attività industriali passate o presenti in tutta Europa, nonché più di 230 fabbriche identificate come utilizzatori di Pfas. L’obbiettivo è anche quello di fornire alle comunità locali, e sono tante anche in Italia, che potrebbero avviare azioni di approfondimento a partire dalle informazioni condivise da Le Monde. Nel nostro paese, per intenderci, contaminazioni di Pfas sono state rilevate in migliaia di siti, in tutte le regioni.