Raccolta differenziata sbagliata: il condomino può essere multato?

CONDOMINIO RACCOLTA DIFFERENZIATA

La raccolta differenziata scorretta è fonte di litigi in condominio. Eppure chi sbaglia può essere sanzionato. Ma qual è l’iter? Ecco cosa prevede la normativa

Occuparsi della raccolta differenziata dei rifiuti è un’attività assolutamente imprescindibile per una società più consapevole e attenta alla sostenibilità e al tema del riciclo. Rifiuti organici, plastica, carta, vetro eccetera devono trovare sempre il loro spazio negli appositi contenitori, ma è inutile negare che spesso non è semplice capire esattamente come effettuare la divisione degli scarti che quotidianamente produciamo all’interno delle nostre abitazioni. Il problema, da questo punto di vista, non è da poco, visto e considerato che una raccolta differenziata dei rifiuti effettuata in modo scorretto può comportare multe anche piuttosto salate per i condomini dove i netturbini segnalano delle irregolarità.

Quando si parla di soldi, evidentemente, si vanno a toccare anche corde piuttosto delicate ed è facile che gli animi si possano scaldare. Onde evitare situazioni incresciose fra inquilini di abitazioni appartenenti allo stesso condominio vale la pena sicuramente approfondire la questione, per cercare di inquadrare meglio la normativa precisa che circonda il tema e per risolvere sul nascere eventuali contese.

Raccolta differenziata: il quadro normativo

Partiamo prima di tutto dalla normativa europea e da quello che dice riguardo alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti. Si tratta, innanzitutto, di un atto giuridico della Comunità europea che gli Stati membri devono obbligatoriamente applicare, in tutte le sue parti, e che stabilisce degli obiettivi precisi da raggiungere.

L’atto che affronta la questione nello specifico è la Direttiva 2008/98/CE, che obbliga tutti gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti che provengono dalle raccolte differenziate dei vari domicili. Nell’atto si legge, tra le altre cose, che “in attesa di risultati scientifici e tecno­logici in materia di processi di recupero, la riutilizzazione e il riciclaggio vanno considerati come processi preferibili in relazione al loro impatto sull’ambiente; ciò presup­pone pertanto l’istituzione negli Stati membri di sistemi che garantiscano la restituzione degli imballaggi usati e/o dei rifiuti di imballaggio” e aggiunge che “valutazioni del ciclo di vita devono essere portate a termine il più presto possibile per giustificare una precisa gerarchia tra gli imballaggi riuti­lizzabili, riciclabili e recuperabili”.

Riciclo: come l’Italia ha recepito la direttiva

La normativa europea è stata recepita dall’Italia con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 riguardante le Norme in materia ambientale.

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La legge definisce in particolar modo le regole riferite a tutti gli imballaggi che dovranno essere opportunamente etichettati in linea con le norme UNI applicabili e in conformità con le direttive europee, al fine di facilitarne il recupero, la raccolta e il riciclaggio. Al suo interno troviamo inoltre indicazioni specifiche per i cittadini rispetto alla distinzione fra i vari tipi di rifiuti, che possono essere “urbani” (quelli che quotidianamente produciamo nelle nostre abitazioni) e “speciali” (come quelli industriali, smaltiti da aziende autorizzate).

Il tema della gestione dei bidoni

Una volta chiarito quello che è il contesto normativo in cui ci stiamo muovendo (e quanto sia cruciale lo smaltimento corretto dei rifiuti) possiamo iniziare ad analizzare ogni singolo caso di raccolta differenziata effettuata in modo impreciso.

Uno degli aspetti chiave della questione è relativo al posizionamento dei bidoni della spazzatura, tema assolutamente da non sottovalutare.

I contenitori dove saranno inseriti i vari tipi di rifiuti saranno posizionati in base alle indicazioni della delibera dell’assemblea condominiale, essendo essi beni comuni. In questo senso, la delibera che disciplina l’uso di un bene comune può essere assunta con la maggioranza dei membri dell’assemblea riunita di cui all’art. 1136, secondo comma, c.c. (Cass. Civ. sez.II, 26 gennaio 2016 n. 1421).

In genere, i bidoni vengono consegnati alle varie strutture da parte del Comune o del gestore del servizio all’amministratore di ogni condominio, che si dovrà attivare per collocare i contenitori nei vari spazi condivisi divisi per carta e cartone, indifferenziato, organico, vetro eccetera. Il loro numero e le loro dimensioni potranno variare in funzione del numero dei condomini presenti nel relativo palazzo. Va da sé che i contenitori saranno tanto più numerosi quanto più grande sarà il condominio.

Una volta ricevuti i bidoni, l’amministratore di condominio (da questo momento in poi indicato anche come: “il Condominio”) si farà carico di una serie di obblighi precisi da rispettare. Nello specifico, la persona incaricata dovrà:

  • Custodire i contenitori ricevuti, che sono stati concessi in comodato gratuito secondo l’ex artt. 1803 e ss c.c.. Sarà necessario farne l’uso previsto dal contratto, altrimenti c’è il rischio che i condomini debbano pagare i danni al proprietario dei bidoni. Questo scenario si prefigura quando tali contenitori vengano danneggiati, persi o nel caso in cui se ne facesse un uso improprio.
  • Informare i condomini rispetto alle norme per l’utilizzo e la corretta conservazione dei contenitori. Attenzione perché in questo caso si fa riferimento all’attivazione da parte del Condominio di iniziative volte a far conoscere ai condomini le regole di utilizzo dei contenitori. A volte può bastare un semplice cartello apposto al di sopra dei contenitori, ma è consigliabile l’indirizzo di e-mail, pec, fax o raccomandate per poter essere sicuri di dimostrare il proprio impegno nell’eventualità di controlli.
  • Prendersi cura dei contenitori assegnati, organizzando il lavaggio e la manutenzione. Vale la pena ricordare che sarà ad ogni modo il gestore del servizio a dover farsi carico della manutenzione e della sostituzione dei contenitori deperiti o usurati dal tempo (a meno che non siano stati arrecati danni ad essi dai condomini o dall’amministratore stesso).

Se la pulizia dei bidoni dovesse essere affidata ad una ditta esterna, il costo sarà ripartito come tutte le altre spese condominiali legate agli spazi comuni.

Violazione delle norme sulla raccolta differenziata

Essendo gli inquilini del condominio i proprietari dell’area in cui vengono posizionati i rifiuti, possono essere effettivamente responsabili dell’abbandono o del deposito incontrollato degli stessi: per tale violazione, in base alle attuali norme che regolano la raccolta differenziata, viene emessa una sanzione che corrisponde ad una multa da pagare.

Si possono presentare in queste situazioni sostanzialmente due scenari: le autorità possono dare una multa sia nel caso in cui la raccolta differenziata sia stata effettuata in modo erroneo (per esempio: se si trovasse una bottiglia di vetro nel cassone della plastica) sia nel caso in cui i bidoni non fossero stati collocati nella posizione adeguata.

Dopo aver ricevuto il verbale della multa, l’amministratore di condominio dovrà addebitare la cifra all’intero condominio, dividendola in base ai millesimi tra tutti i condomini che abitano il palazzo, se non è possibile individuare l’autore dell’infrazione.

Le responsabilità dell’amministratore

La legge da questo punto di vista parla molto chiaro: in una situazione come quella riportata qui sopra l’amministratore del condominio è esente da qualunque tipo di responsabilità, eccezion fatta nel caso in cui si fosse reso materialmente colpevole della violazione delle regole per l’indifferenziata.

Quanto detto finora è riflesso di una precisazione della Cassazione nella sentenza n. 4561/2023 emessa dopo che un condominio e una Srl (che era l’amministratrice dello stesso) avevano fatto ricorso per essere stati riconosciuti responsabili dell’errata gestione della raccolta differenziata.

I dettagli sulla responsabilità e le multe

Una volta chiarito che la responsabilità deve essere assegnata al singolo inquilino (o eventualmente ad una persona esterna al palazzo) bisogna partire dal fatto che tutte le sanzioni amministrative, proprio come quelle penali, hanno carattere strettamente personale. In parole povere, non è possibile punire chi non si è effettivamente macchiato di un illecito o reato. Chi è tenuto a pagare la multa è solo ed esclusivamente la persona responsabile del gesto in sé.

Già questo chiarisce il motivo per cui il Condominio (cioè l’amministratore) non risulterà avere alcuna colpa. La persona che si occupa della gestione del condominio, tra le altre cose, non ha responsabilità nemmeno nel caso in cui nella struttura siano state installate delle telecamere di sicurezza che gli permettano di supervisionare l’operato di chi vive nel palazzo.

Inoltre, non essendo il Condominio un soggetto giuridico, non possono essere ad esso assegnate sanzioni di sorta. In estrema sintesi, nonostante la posizione dell’amministratore di condominio sia in qualche modo “di controllo” per gli altri inquilini, questo non implica che debba prendersi responsabilità di sorta, facendosi così carico di malefatte altrui.

Le regole di base per la raccolta indifferenziata

Prevenire, come sempre, è meglio che curare. Piuttosto che rischiare di dover ricevere una multa indesiderata e avere a che fare con dirimpettai infuriati ha molto più senso informarsi rispetto alle norme di base legate al riciclo dei rifiuti, anche soltanto per una banale questione etica.

Raccogliere i propri rifiuti in maniera corretta non richiede uno sforzo eccessivo ma, soprattutto, è importantissimo se vogliamo preservare il pianeta Terra.

Risulta piuttosto intuitivo come sia necessario dividere prima di tutto la spazzatura in base al materiale di cui sono costituiti i nostri scarti domestici: andranno dunque separati plastica, vetro, organico e carta. Fino a qui nessun problema, in generale.

Tuttavia, commettere errori è più comune di quello che si possa pensare. Nella plastica e nella carta non andrebbero per esempio mai lasciati rifiuti di cibo che potrebbero fermentare: spesso ad esempio si tende a buttare il cartone della pizza con residui di cibo nella carta, ma è un errore, visto che la destinazione corretta è il cassonetto dell’indifferenziata (dove andranno tutti i prodotti di scarto che non possono essere riciclati).

Si tratta di accorgimenti semplici ma che possono fare un’enorme differenza, anche per le nostre tasche.