Olio, così si “costruisce” l’extravergine in offerta al supermercato

PREZZI OLIO EXTRAVERGINE

Miscele di oli vecchi e nuovi, aggiunta di vergine… L’analisi di Alberto Grimelli, direttore del portale on line TeatroNaturale: “Tra maggio e giugno scarseggerà l’olio extravergine: oltre ai prezzi alti i consumatori rischiano frodi”

Ma un olio a 4,59-4,99 euro/litro, in offerta sugli scaffali dei supermercati, è davvero olio extravergine d’oliva? Per rispondere prendiamo a prestito l’analisi di Alberto Grimelli, direttore di TeatroNaturale.it, portale di riferimento per il mondo dell’olio.

Cosa ci dobbiamo aspettare in una bottiglia di extravergine in offerta? “È un prodotto “costruito” dalle imprese olearie per essere molto competitivo per il prezzo. Spesso è una miscela di olio vecchio con olio nuovo, molto spesso è una miscela di olio extravergine di oliva con olio vergine di oliva, un prodotto di classe inferiore con caratteristiche chimiche e organolettiche inferiori, ma perfettamente, purtroppo, legale”. L’aggiunta di olio vergine infatti se non inficia le caratteristiche chimiche (acidità in primis) e organolettica (superamento della prova d’assaggio del panel test obbligatoria per legge) è consentita.

Come si arriva a questo olio venduto in offerta? “La miscela tra questi oli – prosegue Grimelli – è “costruita” nei laboratori delle imprese olearie, attraverso una sorta di ricetta, per rispettare i requisiti di legge al limite, essendo ben consci che il prodotto verrà venduto velocemente al supermercato, così azzerando di fatto il rischio controlli”.

Chiariamo subito che questo genere di extravergine non fa male alla salute ma certamente non può definirsi né un prodotto di qualità né, tantomeno, vantare grandi proprietà nutrizionali.

“Ovviamente – prosegue il direttore di TeatroNaturale -queste considerazioni valgono al netto delle tante frodi che attanagliano il settore dell’olio di oliva in Italia. Nel 2021, secondo la Repressione Frodi, il 20% degli oli controllati e analizzati non rispettava i requisiti di legge”.

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Acquistare gli oli in promozione al supermercato, quindi, non è certo un affare per i consumatori che pagano per extravergine un prodotto che spesso non lo è ed ha una vita media molto corta. “La data di scadenza è 18 mesi – aggiunge il nostro interlocutore –  ma un olio come questo non può durare più di 6 mesi a scaffale: i produttori lo sanno e puntano sull’alta rotazione che il prezzo promozionale spinge”.

A maggio rischio frodi

A causa della pessima campagna oleria 2022-2023, a maggio-giugno l’Europa potrebbe rimanere a secco di olio extravergine. A fine febbraio, come ci spiega Grimelli, l’Italia ha ancora in stock 90mila tonnellate di extravergine, la Grecia circa 60mila, la Spagna 200mila. “Se pensiamo che in Europa, escludendo l’export, si consumano circa 100mila tonnellate di extravergine al mese, rischiamo di rimanere senza tra maggio e giugno quando i prezzi, saliti in questi mesi, schizzeranno ancora in alto. Domanda: che tipo di qualità troveremo in bottiglia? E oltre a subire l’innalzamento dei prezzi, potremmo ritrovarci con un aumento del rischio frodi“. C’è poi un’altra questione: la copertura dell’avvio della prossima campagna olearia a settembre-ottobre. “In genere – conclude Grimelli – servono tra le 150 e le 200 mila tonnellate per coprire l’avvio della produzione del nuovo olio. Quest’anno davvero potremmo trovarci di fronte a una vera e propria emergenza.