Singhiozzo nei neonati: perché si verifica e come farlo passare

singhiozzo

Il singhiozzo nei neonati è quasi sempre fisiologico ma bisogna evitare vecchi e traumatici rimedi, come quello di procurare uno spavento. Persino il feto singhiozza ed è indice di buona salute. Ecco invece quando preoccuparsi e cosa fare

 

Gli antichi rimedi della nonna contro il singhiozzo possono funzionare per i più grandicelli, ma alcuni sono sconsigliabili. Ci hanno sempre insegnato che bisogna ingerire velocemente acqua e a piccoli sorsi o generare uno spavento nel malcapitato (metodo da evitare sempre).

Ma come fare con il singhiozzo nei neonati? Perché si verifica e come farlo passare? La faccenda per loro si complica, ma è possibile rendere il tutto più semplice e meno traumatico. Ecco come.

Il dottor Antonino Reale dell’Unità Operativa di Pediatria dell’emergenza Ospedale Bambino Gesù, invita a non sottovalutare questa condizione che è molto frequente e comune già dal terzo mese di vita fetale. Infatti, alla 15esima settimana di gravidanza i movimenti fetali si fanno sempre più precisi e controllati, e sono più evidenti alla 19-20esima. Passato il primo trimestre, il feto inizia ad avvertire la luce e i suoni esterni, e già da allora comincerà ad avere il singhiozzo.

Nella vita del bambino il singhiozzo è un fenomeno fisiologico nei neonati e nei lattanti, ma anche in quelli più grandi, che deve destare preoccupazione quando dura oltre le 24-48 ore o tende a ripetersi frequentemente nel tempo. In questi casi occorre consultare un pediatra che dovrà escludere alcune cause patologiche quali il reflusso gastroesofageo, le pericarditi, le gastriti, le lesioni neurologiche cerebrali o del nervo frenico.

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Perché viene il singhiozzo nei neonati

Le cause del singhiozzo non sono del tutto chiare. Probabilmente si tratta di un meccanismo che permette l’emissione dell’aria in eccesso nello stomaco.

La contrazione in alto del diaframma crea una pressione negativa, permettendo l’aspirazione dell’aria presente nello stomaco con passaggio nell’esofago e successiva eruttazione.

Quindi si tratterebbe di un riflesso che permette ai neonati, che ingoiano molta aria con la suzione, di ingerire una maggior quantità di latte durante la poppata.

L’esperto elenca una serie di fattori scatenanti, che possano favorire la comparsa del singhiozzo nel neonato e nel bambino più grande, quali ad esempio:

  • Una rapida o eccessiva ingestione di cibo o liquidi con dilatazione dello stomaco;
  • Una ingestione di alimenti troppo caldi o troppo freddi;
  • Una ingestione di bevande gassate;
  • Un pianto con ingestione d’aria.

Negli adolescenti la comparsa del singhiozzo può essere favorita dal consumo di alcool o cibi piccanti che hanno azione irritante sulla mucosa dello stomaco.

 

La dottoressa Elena Bozzola, consigliera nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip), spiega che il singhiozzo può comparire in qualsiasi momento nei neonati e nei lattanti, e può dipendere anche da altri fattori, quali:

  • L’immaturità del sistema digestivo del neonato;
  • L’avidità nell’assumere il cibo: i neonati particolarmente voraci ingurgitano infatti tanta aria;
  • Le crisi di pianto in genere fanno ingurgitare più aria del previsto;
  • Gli sbalzi repentini di temperatura.

Ci sono bambini che sono più inclini di altri ad avere il singhiozzo, ma più o meno tutti presentano qualche episodio nei primi mesi di vita.

 

Il singhiozzo del feto è pericoloso?

Dicevamo che il bambino, già quando è nel grembo comincia a singhiozzare. In realtà questa reazione, che la mamma può percepire dall’esterno con piccoli scatti e movimenti, è indice di buona salute. Indica che il piccolo si sta esercitando a respirare con i polmoni. Quelli che in gergo si chiamano “scatti fetali” altro non sono che la conseguenza delle contrazioni dei muscoli della gabbia toracica e sono dovuti alla crescita dell’apparato respiratorio del feto. Tramite il singhiozzo e le contrazioni del diaframma, il bambino espelle il liquido amniotico ingerito.

Dunque, il fenomeno del singhiozzo del feto in gravidanza è del tutto fisiologico e si lega allo sviluppo della respirazione.

 

Come farlo passare

I rimedi più consueti (ma sbagliati) nel caso dei pargoli sono inapplicabili, a cominciare dal metodo dell’acqua a piccoli sorsi. Inoltre, bisogna che i genitori, in generale, trasmettano meno ansia possibile ai loro piccoli. Qualsiasi evento, anche fisiologico come un singhiozzo, può generare inutili preoccupazioni sia nel bambino che nel genitore.

 

  • Evitare poppate lunghe 

Cominciamo dalla prevenzione. Per prevenire il singhiozzo nel neonato bisognerà cercare di evitare che ingurgiti troppa aria, riducendo i tempi delle poppate. Queste non devono durare troppo a lungo.

 

  • Il biberon 

Verificare anche che il biberon non abbia buchi troppo grandi che fanno ingurgitare molta più aria che finisce nel pancino del bambino.

 

  • Non mangiare troppo in fretta 

Questa pratica di mangiare più lentamente andrebbe inculcata sin dalla tenera età. Per prevenire il singhiozzo nei bambini più grandi, bisognerà insegnare loro a non mangiare di fretta, ingoiando pezzi grossi di cibo.

Masticare lentamente aiuta inoltre a:

  • Riscoprire il sapore vero dei cibi;
  • A sentirsi più sazi, evitando di ingolfarsi di alimenti, rischiando l’obesità.

 

Rimedi contro il singhiozzo nei neonati

Di solito per fare passare il singhiozzo nei neonati vengono messi in atto i più svariati rimedi, ma errati, quali:

  • Somministrare gocce di limone;
  • Dare piccole pacche sulle spalle;
  • Fare il solletico;
  • Far starnutire il bambino stimolando le narici.

Ai bambini più grandi e adolescenti di solito viene fatto trattenere loro il respiro per 15 secondi o si provoca uno spavento.

Nessuno di questi rimedi si è dimostrato veramente efficace.

 

I metodi più efficaci nei neonati

Gli esperti consigliano due metodi, risultati più incisivi e meno invasivi o traumatici, quali:

  • Far deglutire qualche cucchiaino d’acqua (metodo per gli adolescenti)

L’acqua deve essere tiepida. Provoca la deglutizione che contrasta la contrazione del diaframma e quindi il singhiozzo.

 

  • Attaccare il bimbo al seno (metodo per i neonati).

Attraverso la deglutizione si favorisce il rilassamento del muscolo diaframma e non ci sono effetti collaterali.

  • Solleticare il naso

Provocare uno starnuto, ad esempio con il solletico sotto il naso. È un metodo per neonati che però non sempre funziona.

 

  • Offrire il latte

Se il neonato non ha già da poco assunto il latte.

 

  • Evitare al neonato lunghe attese tra un pasto e l’altro

Questo metodo è utile per evitare che il piccolo inghiotta troppa aria insieme al latte.

 

  • Farmaci specifici

Vanno somministrati solo nei casi rari e più gravi di singhiozzo del neonato o del bambino, in relazione alla diagnosi. Naturalmente dovranno essere prescritti dal pediatra.

 

Come far passare il singhiozzo se è allattato artificialmente

Se il bambino è allattato artificialmente il consiglio è quello di piegare il biberon a 45 gradi per far risalire l’aria verso il fondo del biberon. Alcuni genitori utilizzano anche un dispositivo specifico anticolica da applicare al biberon. Si deve controllare il tipo di tettarella e il suo foro, evitando che sia troppo piccolo o troppo grande. Si può provare a cambiare la programmazione delle poppate, aumentando la frequenza, ciò per evitare che il bambino assuma una quantità eccessiva di alimento in un’unica occasione.

 

Evitare sempre dei traumi nei neonati

Un bel massaggino è utile in caso di coliche. Ma anche dopo un evento che può risultare traumatico come il singhiozzo le coccole sono sempre auspicabili. Il massaggio va effettuato con delicatezza, possibilmente frizionando con le dita attorno all’ombelico, attraverso movimenti circolari, dal centro dell’ombelico verso la periferia del pancino. Nel gergo, questo tipo di massaggio viene chiamato “I love You!”, perché è anche un gesto d’amore per il piccolo. Ecco la procedura da seguire:

  • Sdraiare il bimbo a pancia all’insù;
  • Ungere le mani con dell’olio o crema corpo;
  • Massaggiare in modo circolare disegnando tipo delle mezzelune immaginarie sul pancino (da ripetere almeno 5 volte);
  • In alternanza al massaggino, sollevare le ginocchia del piccolo, unirle con una leggera pressione e portale al pancino. Questa operazione va effettuata contando fino a 6, infine rilasciare in modo delicato;
  • Riprendere a massaggiare e premendo sul pancino con un dito disegnando prima una lettera “l” poi una “L” e una “U”;
  • Procedere con i polpastrelli camminando col dito sul bacino del bimbo;
  • Sollevare di nuovo le ginocchia e rilassare.

 

Può essere pericoloso?

È un fenomeno fisiologico nei neonati e nei lattanti, ma anche in quelli più grandi. I genitori dovrebbero preoccuparsi quando il singhiozzo dura oltre le 24-48 ore o tende a ripetersi frequentemente nel tempo. In questi casi occorre consultare un pediatra che dovrà escludere alcune cause patologiche. Potrebbe infatti nascondere alcuni problemi, quali:

  • Reflusso gastroesofageo;
  • Pericarditi;
  • Gastriti;
  • Lesioni neurologiche cerebrali o del nervo frenico.

Un altro segnale importante da cogliere è nelle reazioni del corpo del piccolo. Sarebbe utile prestare attenzione a eventuali presenze di altri sintomi di disagio del bambino, come singhiozzo alternato al pianto, rigurgito, sudore marcato e improvviso, flessione degli arti inferiori.