Quando avviene e come opporsi al fermo amministrativo dell’auto

FERMO AMMINISTRATIVO

Che cos’è il fermo amministrativo e i casi in cui viene applicato: la normativa e le deroghe previste. Quando è possibile opporsi a questo atto e come è necessario muoversi. Le sanzioni previste.

Nel momento in cui non si paga una cartella esattoriale o si commettono delle infrazioni del codice della strada è possibile essere soggetti a un fermo amministrativo con il quale viene bloccato un bene mobile, tipicamente l’automobile, che non potrà dunque essere utilizzato dal legittimo proprietario per un periodo di tempo. Si tratta, come evidente, di una misura di impatto sulla vita di una persona, motivo per il quale è bene fare molta attenzione per evitare di incapparvi. Al cittadino, comunque, viene riservata la possibilità di opporsi al fermo amministrativo e di contestare davanti al giudice il provvedimento.

Fermo amministrativo: cos’è

Prima di entrare nel dettaglio delle procedure per opporsi al fermo amministrativo, è necessario avere ben chiaro cosa sia. Si tratta di un atto che, come detto, ha il principale scopo di bloccare un bene mobile, come auto, scooter, camion e così via, e che viene rilasciato a seguito:

  • di un mancato pagamento;
  • di sanzioni stabilite dal codice della strada.

Ad emetterlo è un agente della riscossione per conto di un ente o un’amministrazione competente alla quale è dovuto il pagamento non effettuato.

Le cause

In merito alle cause che possono portare all’emissione di un fermo amministrativo, è bene soffermarsi su ciascuna delle ipotesi prima richiamate. Nel caso di atto che fa seguito al mancato pagamento di una cifra dovuta (cartella esattoriale), in base a quanto previsto dall’art. 86 del dpr n. 602 del 29 settembre 1973, il concessionario ha la possibilità di disporre il fermo dei beni mobili del debitore o dei coobbligati iscritti in pubblici registri, dandone notizia alla direzione regionale delle Entrate e alla regione di residenza. Può farlo, però, solo dopo 60 giorni dalla notificazione della cartella di pagamento. Ad avviare la procedura di iscrizione del fermo amministrativo è l’agente della riscossione il quale notifica al debitore o ai coobbligati con una comunicazione preventiva in cui è contenuto l’avviso. In questo si legge che, in mancanza del pagamento delle somme dovute entro il termine di 30 giorni, verrà eseguito il fermo senza ulteriori comunicazioni tramite iscrizione del provvedimento nei registri mobiliari. L’unica eccezione a tale procedura è rappresentata dal caso in cui il bene mobile, sia esso una macchina o uno scooter, è strumentale all’attività di impresa o della professione.

Nel caso del fermo amministrativo per sanzioni stabilite dal codice della strada, la fonte di riferimento è l’articolo 214 del testo. In questo si stabilisce che a seguito del fermo dell’auto al proprietario è vietato di circolare con quel mezzo. Inoltre:

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

  • l’auto dovrà essere collocata in un luogo dove è possibile custodirla e non sottoposta al pubblico passaggio (il deposito è da intendersi con spese a carico del proprietario);
  • sull’auto verrà apposto un sigillo che potrà essere rimosso dall’ufficio da cui dipende l’organo di polizia che ha accertato la violazione, ma solo dopo che sarà decorso il periodo di fermo;
  • viene trattenuto il documento di circolazione dalla polizia, con l’auto che non potrà circolare durante tutto il periodo del fermo. E ancora, il bene mobile non potrà essere radiato, esportato all’estero, rottamato.

Fermo amministrativo, chi lo emette

Il fermo amministrativo arriva nel momento in cui non si paga una cartella esattoriale. Questo vuol dire che non può dipendere da debiti diversi, come quelli con le finanziarie, le banche o le società fornitrici, ma solo dal:

  • mancato pagamento di tasse e imposte;
  • sanzioni amministrative, penali o tributarie;
  • multe stradali.

Se ne deduce che a disporlo possa essere soltanto l’Agenzia delle Entrate Riscossione con specifico riferimento alle imposte dovute allo Stato, le imposte dovute agli enti locali e alle società private con cui gli enti hanno stipulato una convenzione.

Inoltre, se prima non viene notificata al contribuente la cartella e, prima ancora, l’atto di accertamento fiscale o di contestazione dell’infrazione, non é possibile per l’Agenzia delle Entrate disporre il fermo amministrativo. Nel momento in cui riceve la cartella, il contribuente ha 60 giorni per pagare o chiedere che venga applicata una rateizzazione, trascorsi i quali, se il pagamento non viene effettuato, si potrà avviare la procedura di iscrizione del fermo. Va precisato su questo punto che, in base alla pratica consuetudinaria, l’Agenzia delle Entrate Riscossione lascia spesso decorrere mesi, se non addirittura anni, prima di procedere. In ogni caso, prima di iscrivere il fermo, la legge prevede che l’Agenzia notifichi al contribuente il preavviso di fermo che gli concede altri 30 giorni per pagare o per chiedere una rateizzazione del pagamento.

I soggetti che non possono ricevere il fermo amministrativo

In base a quanto previsto dall’ordinamento Italiano, ci sono alcuni soggetti che non possono essere destinatari del provvedimento. Si tratta:

  • dei titolari di automobili acquistate sfruttando i benefici della legge 104/1992, ovvero di quei veicoli destinati al trasporto dei disabili;
  • di chi dimostri che il veicolo oggetto della contestazione è indispensabile per l’esercizio della propria attività professionale o imprenditoriale, ossia mezzi che devono essere strumentali all’attività lavorativa e non semplici vettori di trasporto per il tragitto casa lavoro. Il mezzo dovrà dunque essere iscritto nel registro dei beni ammortizzabili. Per evitare il fermo amministrativo del veicolo aziendale o destinato alla professione è necessario che il destinatario informi l’Agente di riscossione appena ricevuto l’avviso, ovvero nei 30 giorni di tempo dal preavviso medesimo. In realtà, secondo un’altra interpretazione, la possibilità di opporsi al fermo di un mezzo strumentale al lavoro non ha termini di decadenza, motivo per cui potrebbe essere esercitata in qualsiasi momento (anche a fermo già iscritto).

Quando e come opporsi

Oltre ai motivi di inapplicabilità  prima descritti, sono previste delle situazioni all’interno delle quali è possibile opporsi a questo atto dell’Agenzia delle Entrate. Si può contestare un fermo amministrativo quando:

  • c’è un difetto del procedimento, come nei casi in cui il fermo viene iscritto non rispettando le tempistiche previste e, dunque, in assenza del preavviso di fermo o senza che sia stata regolarmente notificata la cartella esattoriale;
  • c’è la prescrizione della pretesa del creditore. Questa è pari a 5 anni se il fermo si riferisce a multe stradali o ad altre sanzioni amministrative, così come avviene nel caso delle imposte dovute al comune, come Imu e Tari, del bollo auto e dei contributi Inps o Inail, mentre sale a 10 anni se il fermo si riferisce a imposte dovute allo Stato (Iva, Irpef, bollo).

Inoltre, al contribuente viene data la possibilità di opporsi al fermo nei casi in cui il pagamento che ha dato origine a tale misura è stato già effettuato o è stato sospeso su ricorso al giudice.

Cosa fare per opporsi

Così come previsto dall’art. 615 del codice di procedura civile, l’opposizione al fermo amministrativo può essere attuata senza limiti di tempo nei casi in cui l’oggetto sia la prescrizione del debito o la mancata notifica della cartella esattoriale.

In caso di opposizione, il giudice ha diverse competenze che vengono ripartite così dalla giurisdizione:

  • il giudice di pace si occupa dell’opposizione al fermo per multe stradali;
  • la Corte di Giustizia tributaria di primo grado si occupa dell’opposizione al fermo per imposte e tributi;
  • il tribunale ordinario, sezione lavoro e previdenza, si occupa dell’opposizione al fermo per contributi Inps e Inail.

Le sanzioni previste per chi non lo rispetta

Se un’auto non autorizzata viene scoperta a circolaresi è soggetti a una sanzione amministrativa, con le cifre che oscillano tra i 1.984 e i 7.937 euro. Inoltre, in aggiunta alla multa da pagare, verranno applicate anche le sanzioni amministrative accessorie, ovvero la confisca del veicolo e la revoca della patente.

Il veicolo, come detto, andrà lasciato per tutto il periodo del fermo amministrativo in un’area non esposta al pubblico passaggio. Se il titolare del veicolo si rifiuta di trasportare e custodire a proprie spese il mezzo, si espone al rischio di dover pagare una multa di importo compreso tra i 774 e i 3.105 euro, a cui si aggiunge la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da 1 a 3 mesi.