Contro il coleottero giapponese? I pesticidi non funzionano

COLEOTTERO GIAPPONESE

Il coleottero giapponese minaccia le colture del Centro e Nord Italia. Si tratta di uno scarabeo coriaceo, dal colore metallico, innocuo per l’uomo ma distruttivo per frutta e verdura. Un insetto da quarantena che per legge va segnalato. Ecco come riconoscerlo e fermarlo senza l’impiego di pesticidi

Tra gli effetti del riscaldamento globale (cambiamento climatico) si segnala la diffusione di insetti e “ospiti indesiderati” anche nel nostro continente e in Italia. Dal Sol Levante e dalla Russia orientale si sta diffondendo la Popillia japonica, meglio noto coleottero giapponese o scarabeo giapponese e maggiolino giapponese.

Questo insetto dalla corazza dura è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale ed in particolare in Italia, nel 2014, tra Piemonte e Lombardia, in una vasta area del Parco del Ticino. Si diffonde alla velocità di 10 km all’anno. Dal 2017, l’insetto è presente anche in Svizzera.

Le regioni Piemonte, Lombardia e Toscana (ma anche altre del Nord) restano in allerta al punto che per legge vige l’obbligo di segnalare la presenza del coleottero giapponese.

È innocuo per l’uomo ma procura danni all’ambiente. Il coleottero giapponese lascia tracce visibili su foglie e frutti. Per questo è importante riconoscerlo ma, soprattutto, evitare l’impiego di pesticidi e insetticidi che contaminano terreni, piantagioni e, di conseguenza, sono nocivi per l’ambiente e la salute dell’uomo, agendo così nella catena alimentare.

Come riconoscere il coleottero giapponese

La Regione Toscana fornisce alcune indicazioni di carattere morfologico per riconoscere le larve del coleottero giapponese.

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Le uova sono deposte nel terreno, singolarmente o in gruppetti di massimo 4 o 5 unità. L’uovo è inizialmente bianco e di forma ellittica. Misura circa 1,5 millimetri, poi aumenta di volume e diventa sferico.

La larva ha un colore biancastro con capo e zampe bruno chiare. Il corpo è spesso raccolto a formare una “c” ed è fittamente ricoperto di peli soprattutto nella parte distale dove la colorazione diventa più scura a causa di accumuli fecali.

La pupa ha dimensioni di circa 15 mm di lunghezza per 5-6 mm di larghezza In relazione al grado di maturità il colore varia dall’ocra al metallizzato. Le celle pupali si possono trovare a pochi centimetri di profondità dalla superficie.

Il coleottero giapponese adulto è più facile da riconoscere. Raggiunge una lunghezza di 8-12 mm, ha un corpo robusto di forma ovale, con una colorazione dai riflessi metallici che variano dal verde al bronzo. Il capo, il protorace ed i primi segmenti delle zampe sono verdi, le ali anteriori (elitre) variano la loro colorazione dal bronzo/rame centrale al verde metallico sui bordi.

L’addome presenta cinque ciuffi di peli bianchi per lato e due, più folti, all’estremità posteriore.

Come è arrivato il coleottero giapponese

Gli adulti dello scarabeo giapponese sono stati intercettati su prodotti agricoli, imballaggi, su navi ed aerei. Le larve possono anche essere trasportate attraverso il commercio di piante ornamentali. Il caldo li fa proliferare e diffondere.

Fiori recisi e piante bucherellate

Alcune abitudini del coleottero giapponese possono essere utili per la sua identificazione. Anche le tracce dei danni che procura sono la “firma” tangibile della sua presenza tra piante, fiori e colture di frutta e verdura.

Gli adulti manifestano un comportamento gregario, alimentandosi in gruppo a spese di foglie, frutti e fiori, ed è facile quindi ritrovare numerosissimi individui presenti contemporaneamente su una sola pianta.

In genere il danno procurato da un solo individuo è modesto. Quindi è la tendenza ad alimentarsi in gruppo a causare danni rilevanti alle colture. Ciò non toglie che, a seconda del tipo di alimento scelto, anche un solo insetto può rendere non commercializzabile il prodotto. Accade spesso per la coltura dei fiori recisi e non più vendibili.

Le piantagioni danneggiate dal coleottero presentano foglie bucherellate. Il coleottero giapponese si ciba della parte morbida delle foglie, lasciando progressivamente scoperte le sole nervature andando così a “scheletrizzare” progressivamente la foglia.

Le larve non hanno comportamento gregario e quando il loro numero è elevato, si può assistere anche a fenomeni di cannibalismo.

Il danno provocato dalle forme giovanili è rilevante soprattutto sulle specie erbacee, preferibilmente graminacee, con deperimenti e seccumi più o meno estesi in prati, tappeti erbosi di giardini e campi da golf, ma possono essere attaccate anche piante in vivaio, barbatelle e astoni, giovani impianti di vite e fruttiferi.

Nei tappeti erbosi inizialmente il danno si manifesta con avvizzimento ed ingiallimento delle specie erbacee presenti e successivamente, in tarda estate, si può assistere a 7 veri e propri disseccamenti del cotico, dovuti soprattutto alla riduzione dell’apparato radicale causata dall’attività trofica delle larve.

Ingenti possono essere anche i danni agli alberi da frutto, poiché si ciba di foglie, viti e frutti.

Un’altra indicazione sull’abbondanza delle larve nel terreno può essere data dalla proliferazione di tumuli e gallerie scavate da talpe che, come altri predatori (compresi cinghiali e uccelli) se ne cibano attivamente. Quindi la presenza di buche nel terreno può essere un segnale della presenza di larve o adulti di coleottero giapponese.

Come si diffonde il coleottero giapponese

Questo insetto è diffuso nel Centro e Nord Italia e nell’Europa continentale. Il coleottero giapponese possiede una buona capacità di volo. Sebbene gli adulti possano volare fino a 8 km di distanza, la maggior parte di essi copre distanze relativamente brevi. La maggiore attività di volo è segnalata nelle giornate limpide con una temperatura compresa tra 29°C e 35°C. Quindi sono attratte dal caldo. Il riscaldamento delle temperature ne sta agevolando la diffusione anche alle nostre latitudini.

In Lombardia si è registrata una velocità di espansione delle aree infestate intorno ai 10 km all’anno, sebbene solo sporadici esemplari siano in grado di raggiungere le massime distanze.

In quale periodo dell’anno si trova il coleottero giapponese?

La Popillia japonica porta a compimento il suo intero ciclo vitale in un unico anno, ma alcune popolazioni che abitano zone dal clima più freddo possono completare il loro sviluppo in 2 anni. È stato dimostrato che il momento della comparsa degli adulti, il periodo dell’ovodeposizione e la durata del successivo sviluppo variano con la latitudine, con l’altitudine e anche di anno in anno. Gli adulti emergono nel mese di maggio nelle regioni con clima più caldo e in giugno o inizio luglio nelle aree più settentrionali.

La stagione degli accoppiamenti comincia subito dopo la comparsa degli adulti, quando le femmine vergini rilasciano potenti feromoni sessuali che attraggono immediatamente grandi numeri di maschi. I maschi in cerca di partner accorrono in massa e si aggregano intorno alle femmine recettive formando gruppi che vengono chiamati palle. Tuttavia in queste situazioni di intensa competizione, gli accoppiamenti avvengono difficilmente.

La loro diffusione dipende anche dalla tipologia del suolo. In aree suburbane, dove i tappeti erbosi sono abbondanti e la maggior parte dei coleotteri adulti si nutrono sugli alberi, sui cespugli e nei vigneti, le uova vengono depositate nelle piante erbacee vicine.

Sebbene Popillia japonica depositi la maggior parte delle uova in pascoli, prati o campi da golf, alcune di esse possono essere deposte nei campi coltivati. In particolare, durante le estati secche, quando i pascoli sono duri e asciutti, i coleotteri sono soliti cercare campi sia incolti sia coltivati con suolo umido e morbido.

La durata della vita del coleottero adulto dipende dalla temperatura predominante negli ambienti di vita. Vive poco in regimi caldi e più a lungo in regimi freddi. Studi effettuati su individui mantenuti in cattività hanno dimostrato come le variazioni possano essere anche notevoli: da 9 a 74 giorni nei maschi e da 17 a 105 giorni nelle femmine.

Il coleottero giapponese e le piante a rischio

Le larve possono compromettere le coltivazioni di graminacee. Il coleottero giapponese è una minaccia per molte piante, fiori e colture. In particolare: aceri, melograno, more, lamponi, nocciole, asparagi, noci, altea, betulle, corbezzoli, pioppi, ciliegi, pesco aranci, fagioli, fragole, noci, platani, olmi, pomodoro, erbe mediche, glicine, quercia, robinia, rose rosa, ippocastano, salice, larici, mais, melo, trifoglio, tiglio, susine.

Come prevenire i danni del coleottero giapponese

La sua introduzione e diffusione nel territorio italiano è vietata e punibile dalla legge (decreto legislativo numero 214 del 2005).

Le persone che notano la presenza del coleottero giapponese devono dare tempestiva comunicazione alle autorità della presenza effettiva o sospetta di questo insetto.

Cosa fare in caso di coleottero giapponese

  • Avvertire le autorità locali (Polizia municipale, forze dell’ordine, ecc.)
    È un insetto nocivo da quarantena, pertanto è stato inserito fra i prioritari nel Regolamento della Commissione europea numero 1702 del 2019. Nelle regioni del Nord Italia sono in atto programmi di monitoraggio, per questo è importante subito segnalarne la presenza.
  • Rimuovere piante malate o frutti marci
    Le piante malate o malnutrite sono attraenti per il coleottero. Quindi mantenerle in buone condizioni di salute significa ridurre le possibilità di infestazione. I frutti malati o maturati prematuramente e marcescenti hanno un odore che attrae molto i coleotteri. Per questo motivo dovrebbero essere rimossi sia dalle piante sia dal terreno, quando cadono.
  • Rimuovere il coleottero giapponese manualmente (non utilizzare pesticidi)
    Le autorità di alcune regioni consigliano di raccoglierli manualmente e farli cadere in un secchiello con una soluzione di acqua e sapone. Non sono dannosi per l’uomo ma è da evitare l’impiego di pesticidi o insetticidi, pericolosi per l’uomo e l’ambiente.
  • Proteggere i frutti con le reti
    Per proteggere i frutti si può coprire la chioma degli alberi con una rete antinsetto che deve essere scossa al mattino presto quando i coleotteri giapponesi sono immobili. In Italia si stanno sperimentando reti e trappole con pesticidi, tuttavia molti di questi prodotti non sono ancora autorizzati e non ne è stata dimostrata l’efficacia.