Fagioli e non solo, dove si trova la vitamina B7

vitamina b7

La vitamina B7, nota anche come inositolo, è una di quelle sostanze indispensabili per l’organismo umano, dal momento che assolve a diverse funzioni di primaria importanza.

Prodotta dall’organismo a partire dal glucosio, la vitamina B7 viene classificata tra le sostanze vitamino-simili, dal momento che le vitamine propriamente dette devono essere assunte con gli alimenti e non possono essere prodotte da sole. L’azione dell’inositolo si esplica in stretta coordinazione con quella delle altre vitamine del gruppo B, in particolare con la vitamina B8 (biotina), con la vitamina B9 (acido folico) e con la vitamina B5 (acido pantotenico). Essendo idrosolubile, come le altre vitamine del gruppo B, non viene immagazzinata nel nostro organismo ma deve essere assorbita con costanza attraverso gli alimenti.

Da un punto di vista strutturale si tratta di uno zucchero semplice, che stimola l’attività dei mitocondri facilitandone la respirazione, e attivando tutti i processi di pulizia della cellula o dell’organo coinvolto. Ciò rende la vitamina B7 indispensabile per mantenere in equilibrio tutti i tessuti dell’organismo ad alta attività energetica: cuore, cervello, sistema immunitario, fegato e muscoli, il cui corretto funzionamento dipende in larga parte da una corretta respirazione cellulare.

Vitamina B7: le sue principali funzioni

L’inositolo ha diverse funzioni, partecipando ad esempio alla formazione delle membrane cellulari. Favorisce anche la comunicazione tra cellule e stimola la produzione di lecitina, un fosfolipide con funzioni di “pulizia” nei confronti dei grassi depositati sulla parete delle arterie. La vitamina B7 contrasta anche l’accumulo eccessivo di grasso nel fegato prevenendo la steatosi, ovvero la presenza di depositi di grasso nel tessuto epatico.

Alla vitamina B7 vengono riconosciute importanti proprietà:

  • ridurre il colesterolo nel sangue, grazie alla sua capacità di produrre lecitina;
  • aiutare negli stati d’ansia, di stress psichico e depressione lieve. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che, nel cervello, la vitamina B7 causa un aumento della sensibilità del recettore della serotonina, con conseguente incremento nel rilascio di Gaba;
  • coadiuvare le funzioni di memoria, grazie ad un’azione di contrasto sul deperimento delle cellule nervose, risultando in tal senso molto utile negli anziani;
  • aiutare nel trattamento dell’alopecia;

  • occuparsi del metabolismo dei grassi, della segnalazione dell’insulina e del funzionamento dei nervi;
  • trattamento dell’infertilità, dato che la somministrazione di inositolo ha dimostrato di aumentare il numero di spermatozoi e la loro motilità, nonché la qualità complessiva di ovociti ed embrioni;
  • trattare l’ovaio policistico, dal momento che la somministrazione di inositolo si riflette in una remissione di sintomi, in una riduzione nella produzione di androgeni, in un controllo dei livelli di colesterolo e in una ripartizione più efficiente del grasso corporeo;
  • tenere sotto controllo i livelli di insulina, in particolare nelle donne affette da ovaio policistico e diabete di tipo 2, oltre che contribuire ad alleviare i sintomi della sindrome premestruale;
  • ulteriori studi devono essere condotti per valutare il suo ruolo nella prevenzione dei tumori. Certamente l’inositolo si è guadagnato l’interesse dei ricercatori a causa delle sue potenzialità d’agire come antiossidante, antinfiammatorio e potenziatore delle proprietà immunitarie. In ogni caso, trova già utilizzo nel corso di chemioterapia per ridurre al minimo le lesioni e la tossicità a livello epatico.

Indicazioni terapeutiche

Tra le condizioni cliniche che sembrerebbero ottenere vantaggi dall’integrazione con inositolo si annoverano:

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

  • disturbi di ansia e panico: un forte dosaggio di vitamina B7 può diminuire la maggior parte dei più comuni sintomi d’ansia. Lo suggeriscono studi scientifici che hanno dimostrato come gli effetti dell’inositolo possano essere paragonati a quelli della fluvoxamina, farmaco prescritto a chi soffre di attacchi di panico e disturbo ossessivo compulsivo;
  • psoriasi: l’inositolo non è efficace nel trattare tutti i casi di psoriasi, ma lo è nei casi in cui la patologia sia determinata da una terapia con litio a lungo termine. Il litio, infatti, può esaurire i livelli di vitamina B7, motivo per il quale spesso all’inizio di una terapia di questo genere viene prescritto anche un integratore che permetta al corpo di assimilare inositolo;
  • trattamento dell’acne, sia in trattamento esclusivo che in combinazione con altre terapie (retinoidi, antibiotici, pillola);
  • altre condizioni sono l’autismo, il deficit d’attenzione, la depressione, i disturbi del sonno e la metabolizzazione dei grassi. Uno studio recente ha indagato l’impatto dell’inositolo nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo. In particolare, 14 pazienti con disturbo ossessivo compulsivo sono stati sottoposti a tomografia computerizzata a emissione di fotoni, prima e dopo 12 settimane di trattamento con inositolo. Si sono riscontrate, in quest’ambito, significative riduzione nei punteggi di severità della patologia in coloro che avevano seguito il trattamento.
  • fondamentale è anche il ruolo dell’inositolo nei casi di intossicazione da metalli pesanti e da micotossine che contaminano gli alimenti; se, infatti, affiancato ad altri antiossidanti come vitamina C e selenio, l’inositolo consente all’organismo di mantenere il suo equilibrio a dispetto dei contaminanti ambientali.

Qual è il fabbisogno giornaliero di inositolo

Dal momento che buona parte dell’inositolo può essere prodotto dall’organismo, spesso non si rende necessario assumerlo sotto forma di integratore. Inoltre, è presente all’interno di diversi alimenti consumati regolarmente,quali:

  • cereali integrali
  • lievito di birra
  • uova
  • noci
  • arance
  • banane
  • carne
  • fagioli
  • piselli

Il fabbisogno si aggira intorno ai 30-35 mcg/die e un eventuale eccesso viene espulso attraverso le urine.

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti sconsiglia l’uso quotidiano di vitamina B7, sebbene si raccomandi alle pazienti in allattamento o in gravidanza di assumerne intorno ai 35 mcg/giorno. La gravidanza e il fumo, infatti, aumentano il metabolismo della vitamina B7, motivo per il quale queste condizioni richiederebbero una maggiore assunzione.

Nonostante, quindi, non vi sia una dose giornaliera raccomandata, esiste un livello Ai (adequate intake) che si presume garantisca l’adeguatezza nutrizionale.

Gli alimenti consigliati

Tra le tipologie di cibi ad alto contenuto di vitamina B7 si consiglia di assumere:

  • fagioli, dato che un consumo di 100 grammi fornisce all’organismo un apporto pari a circa il 65% dell’inositolo consigliato. In aggiunta, i fagioli sono anche fonti di altre sostanze nutritive, tra cui diverse vitamine e minerali; il consumo di fagioli aumenta anche l’apporto di fibra alimentare ed è utile nel prevenire la stitichezza. Quando possibile, si consiglia di evitare i prodotti inscatolati, perché il processo di inscatolamento potrebbe diminuirne il contenuto di inositolo;
  • agrumi e melone: un bicchiere di succo di pompelmo contiene circa 468 mg di inositolo;
  • pane integrale: ogni fetta di pane integrale contiene circa 13 mg di vitamina B7; il consumo di pane a base di cereali migliora anche la salute generica dell’organismo, dal momento che le fibre presenti all’interno dei prodotti integrali aiutano a regolare i livelli di zuccheri nel sangue e il colesterolo, riducendo in tal modo anche il rischio di diabete.

Carenza di vitamina B7: effetti e sintomi

Come detto, l’inositolo viene prodotto dall’organismo e introdotto normalmente tramite una dieta sana ed equilibrata, per cui una sua carenza risulta di fatto essere piuttosto rara. Laddove presente, tuttavia, i sintomi causati da una carenza di inositolo sono:

ipoglicemia, ovvero una quantità di zuccheri nel sangue inferiore all’intervallo considerato normale;

acidosi metabolica e aciduria organica anormale;

desquamazione della pelle;

-unghie fragili;

-diradamento dei capelli;

-eruzioni cutanee squamose intorno agli occhi, al naso, alla bocca. Alle lesioni si associano spesso dermatite eritemato squamosa e rash cutanei diffusi.

Una carenza di vitamina B7 potrebbe insorgere più facilmente in situazioni di alcolismo, dal momento che l’alcol può bloccare l’assorbimento dell’inositolo ed è più in generale associato ad uno scarso apporto dietetico. Pare, inoltre, che circa un terzo delle donne incinte mostri una lieve carenza di vitamina B7 nonostante l’assunzione adeguata, anche se c’è ancora da chiarire quali possano essere le ragioni.

Sarebbe bene tener presente, in ogni caso, che è dubbia l’utilità dell’assunzione di inositolo sotto forma di integratore. Dato che gli integratori possono alterare l’attività di alcuni farmaci, sarebbe sempre opportuno consultare il proprio medico di base prima di procedere con un’integrazione.

Eccesso di vitamina B7

Come accennato, le quantità di vitamina B7 in eccesso vengono normalmente espulse attraverso le urine. Il ministero della Salute fissa comunque un limite di 4 grammi al giorno, oltre il quale si possono presentare alcuni sintomi collaterali quali:

-perdita di appetito

-difficoltà di digestione

-eccessiva salivazione

-eccessiva sudorazione

Una meta-analisi del 2014 sull’uso dell’inositolo nella cura di ansia e depressione ha evidenziato la comparsa, nelle persone che lo assumevano, di lievi disturbi gastrointestinali, a differenza del gruppo di controllo cui era stato somministrato un placebo. Un altro lavoro europeo del 2011 ha fornito risultati analoghi, evidenziando tra gli effetti collaterali nausea, flatulenza e diarrea.

Utile nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico (Pcos) è una delle cause più comuni di disturbi dell’ovulazione, iperandrogenismo ed infertilità correlata alla disfunzione ovulatoria, che interessa più del 7% delle donne in età fertile. Nell’80% dei casi, la sindrome è associata ad obesità e ad insulino-resistenza nel 30-40% dei casi. Lo scopo dello studio è quindi comprendere quale possa essere il ruolo dell’inositolo nel trattamento della patologia, con particolare riferimento alla sua azione dell’insulina. Di fatto, l’insulino-resistenza associata alla Pcos non fa che aggravare la sindrome stessa, dal momento che l’iperglicemia inibisce la produzione epatica di Shbg (Sex Hormone Binding Globulin).

Studi di Zacché et al. e Minozzi et al. mostrano che l’inositolo porta a una diminuzione dei livelli di LH e androgeni, nonché a una diminuzione della resistenza all’insulina. Analogamente è stato dimostrato che l’inositolo possa essere in grado di ristabilire i cicli mestruali ovulatori (soprattutto nelle donne obese con PCOS), mentre il suo effetto sui tassi di gravidanza è difficile da determinare (diverse diagnosi, potere insufficiente di studi, studi non comparativi). In sostanza, l’inositolo riduce i livelli degli ormoni androgeni (testosterone ed androstenedione), corregge il rapporto di LH/FSH, ristabilisce i cicli mestruali normali ed induce l’ovulazione. I risultati cui si è pervenuti sono i seguenti: l’inositolo, alla dose di 4 g al giorno (2 g due volte al giorno), tre mesi prima della stimolazione ovarica, è efficace nella normalizzazione della funzione ovarica, migliorando la qualità dell’ovocita e dell’embrione in pazienti affette da sindrome dell’ovaio policistico. Inoltre, l’inositolo è un’alternativa sicura ed economica nel trattamento di Pcos, senza effetti collaterali osservati nel dosaggio standard.

La prevenzione dell’adenoma polmonare

Uno studio interessante riguardo i potenziali effetti dell’inositolo nella prevenzione del cancro è quello di Wattenberg ed Estensen. L’obiettivo della presente indagine era prevenire il cancro del polmone mediante l’uso di agenti chemiopreventivi. Già da tempo la somministrazione di diete che contengono l’inositolo o il desametasone (singolarmente o in combinazione) viene studiata allo stesso scopo. In lavori precedenti, inositolo e desametasone hanno dimostrato di inibire la formazione di adenoma polmonare nei topi A/J femminili indotta dal benzo(a)pirene [B(a)P] quando nutriti durante il periodo di posti iniziazione. La ricerca in questione ha invece utilizzato un programma di somministrazione più lungo, che comprende sia le fasi iniziali che quelle di post iniziazione della cancerogenesi. L’alimentazione con aggiunta dei composti in esame è iniziata 2 settimane prima della prima dose di cancerogeno ed è proseguita per tutta la durata dell’esperimento. In queste circostanze, le riduzioni nella formazione del tumore erano:

-nel caso della sola somministrazione di inositolo del 64%;

-con la sola somministrazione di desametasone del 56%;

-in presenza di somministrazione congiunta dell’86%

I risultati di queste indagini dimostrano che l’inositolo e il desametasone inibiscono la formazione di adenoma polmonare risultante dall’esposizione a due principali agenti cancerogeni polmonari, B(a)P e 4-(methylnitrosamino)-1-(3-pyridyl)-1-butanone.