Raffreddore, Covid, rinite allergica, influenza: ecco come riconoscere i sintomi, soprattutto nei bambini. E cosa fare al primo sospetto di malattia dei nostri figli.
Nell’autunno del 2021, quando il picco dei contagi minacciava la tenuta del sistema scolastico, una delle preoccupazioni degli italiani riguardava il saper distinguere il raffreddore dal covid, o un’influenza da allergie come la rinite allergica.
Oggi l’attenzione sembra notevolmente ridotta, tanto che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato novità in arrivo per le regole dell‘isolamento Covid. Il Corriere della sera, martedì 29 novembre, riportando le dichiarazioni del titolare del dicastero ha annunciato la fine dell’isolamento degli asintomatici già dopo cinque giorni, contro i sette attuali.
Questa pandemia ci ha insegnato però che il Covid-19 (SARS-CoV-2) non è una “banale influenza”, magari poco più aggressiva. Eppure alcuni sintomi similari possono generare confusione. E infatti, in quel periodo si temeva il caos nelle scuole italiane, che dovevano seguire anche dei protocolli ben precisi, come la chiusura momentanea e la quarantena dei componenti di ogni singola classe. Sarebbe bastato un solo caso di febbre o mal di gola a rischiare di mandare in tilt l’organizzazione, con lo spauracchio delle lezioni in Dad (Didattica a distanza) e il pericolo che bambini e ragazzi portassero il virus in casa, mettendo in pericolo la vita dei più anziani e fragili.
Gli effetti del vaccino hanno invertito la rotta. Secondo i dati Istat-Iss nonostante la diffusione di nuove varianti più trasmissibili, nei mesi tra ottobre 2021 e gennaio 2022 si sono registrati circa 250mila decessi, 40mila in meno rispetto allo stesso periodo compreso tra il 2020 e il 2021, con un calo di oltre il 13%. Ma, soprattutto, la diagnosi ha fatto dei passi avanti.
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Ma allora, qual è la differenza tra influenza e Covid? Come distinguere un raffreddore dal covid, o da una rinite allergica?
Quante persone uccide l’influenza in Italia
Dai dati del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) emerge che in Italia, quella che molti definiscono “banale influenza” o raffreddore, durante la quindicesima settimana del 2022 ha ucciso 252 persone al giorno in media, più dei 230 decessi attesi, con età uguale o superiore ai 65 anni.
L’Istituto superiore di Sanità (Iss) fornisce aluni elementi che aiutano a comprendere quanto siano importante diagnosi, prevenzione e vaccinazione, sia per l’influenza stagionale che per il Covid.
Le persone infette da influenza stagionale sono contagiose da 1 giorno o 2 prima che i sintomi compaiano, fino a circa 5 giorni dopo l’inizio della sintomatologia, talvolta fino a 10 giorni dopo. Questo significa che il virus dell’influenza può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. Inoltre, i bambini e le persone con sistema immunitario indebolito, possono essere contagiosi per un tempo ancora più lungo.
È vero che la maggior parte delle persone guarisce entro una settimana. Tuttavia in alcuni casi possono verificarsi complicanze gravi o la morte nelle persone ad alto rischio, fra cui: donne in gravidanza, bambini fra i 6 mesi e i 5 anni, anziani, pazienti con malattie croniche o sottoposti a terapie che indeboliscono il sistema immunitario, obesi gravi, personale sanitario.
Il Covid non è un’influenza e le complicanze possono essere più problematiche. I medici hanno chiarito che sono contagiosi anche i bambini e gli adulti che hanno sintomi molto lievi o che sembrano non aver sintomi. Magari hanno solo malessere, un lieve raffreddore e qualche linea di febbre, ma possono contagiare gli altri e costituire un pericolo per sé stessi e per gli adulti in casa, ancora più che in caso di influenza stagionale.
Non a caso, il 6 luglio 2022 il ministero della Salute ha emanato la Circolare “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2022-2023”. Visto il perdurare della situazione epidemiologica relativa alla circolazione del virus SARS-CoV-2 (Covid-19) e relative varianti, il documento raccomandava di anticipare l’inizio delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dai primi di ottobre e di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.
La Circolare raccomandava inoltre la vaccinazione antinfluenzale nella fascia di età dei bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, nelle persone tra i 60 e 64 anni a cui può essere offerta gratuitamente, per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, per gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungodegenza.
Qual è la differenza tra influenza e covid?
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù fanno un po’ di luce su quello che per molti appare un enigma di non facile soluzione. Cominciamo dalle similitudini.
Similitudini
L’influenza e il Covid-19 sono entrambe malattie molto contagiose che si diffondono da una persona all’altra attraverso le goccioline del respiro (ovvero droplets, quando starnutiamo, tossiamo, parliamo) e che colpiscono le vie respiratorie.
Si tratta in entrambi i casi di infezioni causate da agenti virali (virus) nello specifico virus influenzale versus virus da SARS-CoV-2.
In tutti e due i casi i sintomi principali riguardano le vie respiratorie con rinite (raffreddore), tosse, faringite. Si possono verificare quadri asintomatici e/o paucisintomatici con gravità che varia in base all’età e alle malattie già presenti.
Possono associarsi in entrambi i casi sintomi sistemici come malessere generale e febbre alta.
Trattandosi di infezioni virali non si curano con gli antibiotici.
Altro elemento comune è che in tutti e due i casi esistono dei vaccini autorizzati che permettono di prevenire o di ridurre sintomi e mortalità sia dell’infezione da virus influenzale sia di quella da SARS-CoV-2.
Le differenze
Cominciamo dalla stagionalità. Mentre l’influenza è specifica del periodo invernale, la stagionalità del Covid è variabile in base alla diffusione del virus.
I sintomi dell’influenza
In caso di influenza, i sintomi compaiono generalmente dopo un breve periodo di tempo di 1-4 giorni dal contatto con una persona infetta e sono:
- Febbre;
- Stanchezza;
- Tosse;
- Mal di gola;
- Raffreddore;
- Dolori muscolari e articolari.
I sintomi del Covid
In caso di Covid-19, i sintomi compaiono generalmente dopo 2-14 giorni di incubazione e sono:
- Febbre;
- Tosse insistente;
- Raffreddore;
- Stanchezza;
- Mal di testa;
- Mal di gola molto intenso, specifico in molti casi di infezione da SARS-CoV-2;
- Difficoltà respiratoria;
- Perdita del gusto e dell’olfatto (ageusia e anosmia);
- Sintomi gastrointestinali come vomito, diarrea, mal di pancia.
Come distinguere il covid dall’influenza
Sono più elementi che possono indirizzare verso la presenza di una infezione da covid che da influenza. Ad esempio, la presenza di mal di gola molto intenso, tosse insistente, difficoltà respiratoria (affanno/apnea), sintomi gastrointestinali.
Differenza nelle complicanze
Sia il virus influenzale che il virus SARS-CoV-2 possono causare complicanze a breve e lungo termine. Il decorso dell’influenza, specialmente nei soggetti fragili (anziani, bambini, donne in gravidanza) può portare allo sviluppo di complicanze come polmonite, otite, sinusite, parto prematuro, convulsioni e in generale aggravamento di malattie preesistenti fino a morte nei casi più gravi.
Tuttavia, il Covid può provocare insufficienza respiratoria severa, incremento della coagulazione del sangue con trombosi, aumento di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari (infarto, ictus), perdita permanente dell’olfatto e morte nei casi più gravi specialmente nei soggetti fragili e con patologie pregresse.
Inoltre, sintomi persistenti quali stanchezza, perdita di concentrazione, dolori articolari, mal di testa, possono manifestarsi anche settimane dopo la guarigione con il cosiddetto “long Covid”.
Infine, il SARS-CoV-2 provoca un quadro infiammatorio molto importante che può provocare problemi cardiaci, renali, gastrointestinali nei pazienti in età pediatrica da 2-6 settimane dopo l’infezione con il quadro di Sindrome Infiammatoria Multisistemica Pediatrica (Misc-C).
I sintomi della rinite allergica
Un altro capitolo a parte riguarda il tema delle allergie. La rinite è una manifestazione allergica che può essere confusa con il covid o un raffreddore.
(Qui alcune indicazioni su come riconoscere il raffreddore o l’allergia nei bambini).
Di solito la rinite si manifesta con delle sintomatologie ben precise, quali:
- Lacrimazione;
- Starnuti;
- Prurito al naso;
- Prurito agli occhi;
- Naso che cola;
- Congestione delle mucose nasali;
- Difficoltà a respirare (dispnea);
- Senso di oppressione al torace;
- Disturbi del sonno.
Il quadro dunque si complica ulteriormente. Per questo il professor Enrico Heffler, allergologo di Humanitas San Pio X, docente e direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica di Humanitas University, invita a monitorare meglio in sintomi, anche attraverso le App come per la valutazione dell’oculorinite allergica.
La dottoressa Francesca Puggioni, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio di Humanitas, sottolinea quanto sia importante, soprattutto in questo periodo pandemico, essere al corrente del prooprio stato di salute e dell’eventuale presenza di allergie. “Solo se abbiamo effettuato una valutazione allergologica e abbiamo ricevuto una corretta diagnosi potremo essere in grado di intercettare e interpretare i sintomi correttamente, effettuare le cure appropriate ed evitare complicanze anche gravi”.
I dati sui sintomi raccolti dalle App serviranno a integrare quelli già raccolti dagli specialisti di tutto il mondo attraverso vari progetti con l’obiettivo di definire meglio sintomatologie e differenze tra varie patologie.
Cosa fare in caso di sintomi nei bambini?
I pediatri consigliano di contattare il proprio medico curante. In caso di febbre monitorare la temperatura corporea con un termometro a infrarossi. Utilizzare i comuni farmaci antipiretici per ridurre la febbre.
In caso di sintomi come difficoltà respiratoria o affanno bisogna chiamare i numeri dedicati all’emergenza, potrebbe rendersi necessario effettuare approfondimenti ed eventuale ricovero in ambiente protetto.
L’esecuzione del tampone nasofaringeo rimane a ogni modo l’unico modo certo per distinguere le due infezioni e accertare l’infezione da covid.
Il vaccino
Fondamentale la prevenzione attraverso l’esecuzione della vaccinazione antinfluenzale e vaccinazione anticovid.
- Il vaccino antinfluenzale è raccomandato nei soggetti a partire dai 6 mesi di vita con formulazione intramuscolare; dai 2 anni di vita è possibile effettuare la vaccinazione con la formulazione di spray nasale. (Qui una guida sul vaccino antinfluenzale per bambini)
- Il vaccino anticovid è invece raccomandato al momento a partire dai 5 anni di vita.