Spinaci richiamati, la conferma del Gigante: è sospetta mandragora

mandragora

Il Gigante ha pubblicato un nuovo avviso che specifica il motivo del richiamo del  lotto di spinaci: è sospetta contaminazione da mandragora. Tuttavia al Salvagente dichiara: “Tutti i controlli ad oggi non hanno sollevato alcuna non conformità”

La catena di supermercati Il Gigante ha aggiornato l’avviso indicando il motivo del richiamo del lotto 273 di spinaci in busta a marchio: l’azienda ha confermato il nostro sospetto specificando che si tratta di mandragora. L’Azienda ha anche specificato al Salvagente che “tutti i controlli ad oggi a nostra conoscenza non hanno dimostrato la presenza di mandragora nel prodotto e tutte le verifiche eseguite in sede, al Cedi, dal produttore, nei campi, nei negozi non hanno sollevato alcuna non conformità”.

Periodicamente si parla di mandragora: nei giorni scorsi è scattata un’allerta in Campania dopo l’avvelenamento di una decina di persone che avevano ingerito la pianta velenosa scambiata per spinaci. La mandragora (nome scientifico mandragora officinalis) è una pianta della famiglia delle Solanacee, molto simile proprio agli spinaci e alla borragine.

La mandragora ha diverse proprietà: ha potere narcotico e sedativo, favorisce quindi il sonno e aiuta anche a calmare la tosse, ha capacità analgesica e riduce il dolore. Infine ha anche benefici nella sfera sessuale: secondo gli studi antiche aumenterebbe il desiderio e aiuterebbe anche a combattere l’impotenza. Certo è che nell’antichità non si era a conoscenza della tossicità di questa pianta, motivo per cui veniva somministrata in quantità diverse a discrezione di chi la maneggiava e non con un dosaggio ben preciso.

Infatti la mandragora è una pianta tossica e non commestibile dato che contiene alcaloidi, gli stessi che si trovano in un’altra pianta velenosa, la belladonna. Se assunta in grande quantità, la mandragora provoca allucinazioni, vomito e problematiche gastrointestinali, tachicardia, pressione alta, convulsioni e, in casi estremi, anche la morte. A causa di queste controindicazioni non viene utilizzata in fitoterapia ma ne vengono estratti i suoi principi attivi come la scopolamina, l’atropina e la josciamina per la loro proprietà analgesica, con dosaggi ben precisi.