Vaccinare il cane è obbligatorio? La risposta è no, anche se c’è una profilassi consolidata che è altamente consigliata dai veterinari. Vediamo in quali casi
Quando si decide di prendere un cane è buona norma assicurarsi che l’animale sia in buona condizione di salute e comprendere cosa fare per poterla mantenere tale. La prassi vuole dunque che l’animale venga sottoposto ad una scrupolosa visita dal veterinario, il quale avrà il compito di analizzare tutti gli aspetti che possano permettere al cane una vita dignitosa. Un tema, in questo caso, è quello rivolto ai vaccini per i cani, per i quali non è esclusa la polemica che riguarda anche gli esseri umani tra pro e contro. Ma in Italia ci sono dei vaccini obbligatori per il cane? E se sì, quali sono?
Nessun obbligo di vaccinare il cane
Iniziamo subito col dire che l’ordinamento italiano non prevede nessun obbligo di vaccinazione per i cani, anche se ci sono una serie di profilassi fortemente raccomandate dalle associazioni nazionali ed internazionali specializzate nella salute dei cani. Il rischio più grande, quando si parla di malattie degli animali, è la cosiddetta zoonosi, ovvero una malattia che è trasmissibile tra l’animale e l’uomo. Si tratta di un concetto molto ampio che al suo interno comprende anche l’antropozoonosi, cioè le malattie che si trasmettono all’uomo dagli animali, la zooantroponosi – il caso opposto rispetto al precedente – e la anfixenosi, ovvero malattie reciprocamente trasmissibili. È in tal senso che molte associazioni si sono attivate per agire in maniera preventiva su queste malattie, indirizzando i proprietari di animali al vaccino per prevenire i possibili rischi. Tra queste c’è la W.S.A.V.A, Associazione mondiale veterinari di piccoli animali, che da anni si batte per ottenere dei protocolli sanitari che siano comuni in tutti i paesi del mondo.
Vaccini per i cani, cosa sono e quanto costano
Quando si parla di vaccino per i cani si fa riferimento ad un prodotto dell’industria farmaceutica pensato per prevenire possibili malattie e infezioni negli animali. Usualmente, questo viene somministrato quando ancora l’esemplare è cucciolo al fine di favorirne una più sicura crescita. Anche all’insorgere di eventuali malattie, che potrebbero dunque “bucare” la protezione offerta dal vaccino, la sintomatologia e gli effetti provocati sono, nella maggior parte dei casi, inferiori rispetto a quelli riscontrati negli esemplari privi di protezione.
Per quel che riguarda i costi, invece, possiamo dire che generalmente in Italia una vaccino per cani ha un costo che oscilla tra i 20 e 40 euro, con la media statistica italiana che è di circa 25 euro per ogni singola somministrazione. Una volta che il cane viene vaccinato, l’avvenuta somministrazione viene registrata nel suo libretto sanitario che, generalmente, viene fornito al momento della prima visita dal veterinario del cane o al momento della vaccinazione.
La legge italiana
Come detto in apertura, in Italia l’ordinamento giuridico non prevede nessun obbligo di vaccinazione dei cani, motivo per il quale anche non effettuando le somministrazioni al proprio animale il proprietario non è soggetto in nessun modo a sanzioni. Ci sono, tuttavia, una serie di raccomandazioni che più che dalla legge arrivano dal mondo medico e veterinario. Vaccinare il proprio animale, infatti, permette di prevenire l’insorgere di malattie o infezioni, rendendone anche meno gravi i sintomi, e di implementare l’attuale copertura raggiunta contro la diffusione di pandemie. Se tutti i proprietari, o una parte sostanziosa di questi, smettessero in massa di vaccinare il proprio cane si potrebbe assistere alla recrudescenza di alcune malattie del mondo animale fin qui tenute sotto controllo proprio grazie ai vaccini. Infine, stando a quanto sostenuto dalle associazioni e dai veterinari, i benefici derivanti dalla vaccinazione di un cane sono nettamente superiori ai possibili rischi derivanti dalla stessa. Il consiglio è, ad ogni modo, quello di rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per un consulto specializzato.
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Quali vaccini fare al proprio cane?
Rimarcando ancora una volta l’assenza in Italia di obblighi vaccinali per i cani, si sottolinea che ci sono una serie di profilassi fortemente raccomandate. Queste riguardano in particolar modo la vaccinazione contro la parvovirosi, ovvero una malattia virale che colpisce l’intestino e i globuli rossi del cane e che potrebbe anche condurlo, nelle sue forme più gravi, alla morte. C’è poi il vaccino contro l’epatite infettiva, un’infezione epatica che colpisce i cani così come i lupi, le volpi e gli orsi e che provoca loro pesanti infezioni di natura respiratoria. In ultimo c’è il vaccino contro il cimurro, malattia spesso letale che colpisce organi vitali del cane come cervello, polmoni ed intestino.
Ci sono poi delle vaccinazioni per cani che, seppur molto diffuse, lo sono un po’ meno rispetto alle precedenti con l’indicazione che viene nel più dei casi fornita dal veterinario in base al singolo caso. Tra queste troviamo la vaccinazione contro la leptospirosi, malattia che colpisce reni e fegato dell’animale e che ha la sua fonte in batteri presenti nelle feci e nell’urina di animali selvatici. Non a caso, infatti, questa vaccinazione è fortemente consigliata per i cani da caccia, con la somministrazione che generalmente avviene alla 12esima settimana di vita del cucciolo. C’è poi il vaccino contro leishmaniosi, una malattia di natura cronica che viene trasmessa al cane dalla puntura di pappataci. Questa causa ingenti danni all’organismo dell’animale e rappresenta un classico caso di zoonosi, ovvero di un patologia trasmissibile dall’animale all’uomo. E ancora, il vaccino contro l’herpesvirus canino, malattia dell’apparato respiratorio e genitale, tanto forte da poter portare danni permanenti agli organi riproduttori degli animali.
Specifica attenzione riguarda poi l’antirabbia. Quest’ultima è una malattia debellata in Italia dove, infatti, non è previsto un obbligo di vaccinazione per il cane. Tuttavia l’obbligo subentra nel caso in cui si decida di portare il proprio animale all’estero o lo si voglia far partecipare a gare o esposizioni canine. A tal proposito si ricorda che, prima di viaggi all’estero con il proprio cane – in Europa o in paesi extra europei – è sempre bene rivolgersi al proprio veterinario per comprendere quali siano le vaccinazioni obbligatorie per animali nella nazione di destinazione. Così come avviene per l’antirabbia, nel passaporto del cane dovrà essere presente anche la vaccinazione contro la parainfluenza.
Quando si fa il vaccino al proprio cane?
Apprese quali sono le vaccinazioni altamente consigliate per i cani resta ora da comprendere quando sia il momento giusto per effettuare le somministrazione. Come detto in precedenza, la prassi è quella di sottoporre gli animali a controlli quando sono ancora cuccioli, in modo da permettere al veterinario anche di valutare quando poter effettuare il primo vaccino.
A livello generale è possibile affermare che il momento ideale per le vaccinazioni ricada nelle prime 6/8 settimane di vita del cane, per poi dar vita, a distanza di altre 3/4 settimane ai richiami e alla conclusione del ciclo vaccinale dopo 12/13 settimane di vita. C’è poi il richiamo annuale che interesserà l’animale per tutta la vita. Si tratta, come detto, di un procedimento classico, ma ogni vaccino e ogni veterinario ha le sue tempistiche e agisce secondo come meglio prevede la sua esperienza.
Sul tema si è espressa la dottoressa Rosalba Traversa, medico veterinario, sottolineando su laleggepertutti.it come “il numero di somministrazioni da effettuare può variare in base all’età in cui è stato fatto il primo vaccino oltre che al tipo di immunizzazione utilizzato. Ed, in generale, non bisogna vaccinare ad intervalli inferiori alle 2 settimane. Inoltre, il successo di una profilassi vaccinale dipende da diversi fattori come la qualità dei vaccini, la resistenza dell’agente patogeno nell’ambiente, le mutazioni antigieniche o di virulenza, la presenza di anticorpi colostrali (derivanti cioè dal colostro del latte materno ai cuccioli), l’età o la funzionalità del sistema immunitario”.
“Il ruolo degli anticorpi di origine materna – precisa la veterinaria – riveste un ruolo fondamentale sullo sviluppo dell’immunità post vaccinale. Nel cane, infatti, solo una piccola parte dell’immunità materna viene trasmessa per via placentare mentre la maggior parte degli anticorpi viene trasferita alla prole attraverso il colostro e viene assorbita nelle prime 24-36 ore di vita. Questi anticorpi se da un lato proteggono i cuccioli dalle malattie, dall’altro possono impedire la risposta immunitaria dopo la vaccinazione. La scomparsa degli anticorpi di origine materna si verifica, in genere, tra la decima e la dodicesima settimana di vita. L’età minima per vaccinare i cuccioli dovrebbe essere tra la sesta e l’ottava settimana, quando cioè gli anticorpi materni sono scomparsi o, se parzialmente presenti, non sono più su valori da assicurare la protezione dei soggetti”.
“Anche i vaccini sono commercializzati con l’indicazione delle 6 settimane quale età minima del cucciolo per la somministrazione – aggiunge in conclusione la veterinaria – Ed attenzione a farlo prima, infatti non è da dimenticare che il vaccino del cimurro può indurre encefalite in cuccioli di età inferiore alle 3 settimane mentre quello della parvovirosi può causare miocardiopatie in cuccioli di età inferiore alle 4 settimane”.