Solo una percentuale compresa tra il 5 e il 10% dei Rare professionali viene smaltita in maniera legale, il resto finisce in un flusso sconosciuto, anche estero. Un percorso non diverso da quello che fanno i rifiuti elettronici domestici
Solo il 5-10% dei Raee professionali immessi sul mercato viene raccolto e riciclato dai sistemi ufficiali dei produttori: la gestione di questa tipologia di rifiuti, infatti, è troppo spesso svolta da operatori del libero mercato, ovvero soggetti informali i cui metodi di raccolta, trattamento e recupero degli stessi non sono né tracciati né rendicontati. La naturale conseguenza è l’insorgere di un’organizzazione frammentata con entità di piccole e medie dimensioni dove si nascondono pratiche ai limiti della normativa ed export non controllato.
Qualche numero
Su 500mila pezzi immessi sul mercato ogni anno (25mila tonnellate), complessivamente ne vengono gestiti in Italia solo il 44% (circa 220mila pezzi), pari a 11mila tonnellate. Di queste però, solo il 5-10% entra nel canale formale, l’unico in grado di operare secondo i principi dell’economia circolare garantendo gli obiettivi di recupero e riciclo e favorendo il re-inserimento delle materie prime seconde in nuovi cicli produttivi. Un altro 44% viene esportato o come RAEE (circa il 7%) o come bene ancora funzionante da destinare al mercato dell’usato (37%), tipicamente in aree del Secondo e Terzo Mondo, sfuggendo così completamente alla tracciatura dei flussi. Un altro 10% (50mila) viene lasciato in magazzino, comportamento riscontrato soprattutto dalle Pubbliche Amministrazioni; infine, il restante 2% viene donato a ONLUS.
Per questo motivo nel 2020 Erion Professional ha implementato Exceed, il primo programma di raccolta e riciclo dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche Professionali che promuove un approccio differente ai vecchi modelli di gestione della compliance B2B. Al fine di creare valore per l’ambiente e partecipare attivamente al conseguimento dei target europei, Exceed mette a disposizione dei Produttori e del loro network diversi servizi personalizzati: dalla formazione ambientale a un’APP per gestire il ritiro gratuito dei RAEE, dalla semplificazione della gestione documentale a un call center dedicato per supporto e consulenza.
Lo studio del Politecnico
I dati sono contenuti in uno studio condotto dal Politecnico di Milano per conto di Erion Professional, il consorzio del Sistema Erion dedicato ai produttori che immettono sul mercato esclusivamente apparecchiature elettriche ed elettroniche professionali.
I ricercatori hanno evidenziato che il fenomeno dei flussi paralleli colpisce particolarmente il settore delle stampanti professionali che, a differenza di altre tipologie di apparecchiature, hanno un “primo” ciclo di vita relativamente breve (circa 3/4 anni) divenendo poi merce appetibile per mercati terzi.
Inquiniamoli a casa loro
Una sorte non diversa dai rifiuti elettronici domestici, un mercato altrettanto ricco che fa gola a molti. Secondo i calcoli dell’Interpol, una tonnellata di rifiuti elettrici ed elettronici vale 500 dollari. Un dato che permette alle Nazioni Unite di stimare in circa 19 miliardi il valore del business mondiale legato ai Raee. Di questi, secondo il rapporto 2015 “Waste Crimes, Waste Risks: Gaps and Challenges In the Waste Sector” del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), fino al 90% è commerciato o scambiato illegalmente. Un traffico dimostrato qualche anno fa dall’organizzazione non governativa Basel Action Network (Ban) in collaborazione con Greenpeace (ne abbiamo parlato qui): il lavoro investigativo ha seguito la strada che hanno percorso molti dei rifiuti elettronici depositati nei centri di raccolta di alcune città italiane. Diversi hanno raggiunto la Nigeria (e non solo).