Eliminare i pesticidi da frutta e verdura è possibile, e se sì, in che modo? E se non si sceglie il residuo zero o il bio quali sono i metodi di lavaggio più efficaci per portare a tavola frutta e verdura sicuri?Â
Sostanze chimiche, nocive, ad alta o a bassa concentrazione, a norma o fuori norma: portare a tavola frutta e verdura al sicuro da pesticidi è fondamentale e cominciano a capirlo anche le aziende che commercializzano sempre più spesso prodotti zero pesticidi. Ultima è la Zuegg che ha proprio in questi giorni annunciato di ampliare la linea senza residui di pesticidi includendo i succhi in brik per bambini formato 3×200 ml, nei gusti albicocca, pesca e pera e le composte in vetro.
Buona regola, per chi non sceglie un prodotto zero pesticidi o, ancor meglio, biologico, è sapere dove il rischio di trovare queste sostanze è maggiore.
In una scala di alimenti con maggiore quantità di pesticidi rientrano le pesche, i peperoni, le mele, il sedano, gli spinaci, i cavoli, i cetrioli, i piselli, le patate, le fave, i fagioli, l’uva, i mirtilli, le fragole. In termini di prevenzione a tavola lo ripetiamo, prima ancora di pensare al lavaggio, sarebbe importante scegliere questi alimenti secondo coltivazioni selezionate e biologiche.
A seguire, con una minore concentrazione, ma pur sempre da tenere sotto controllo troviamo il mais, gli asparagi, la cipolla, le melanzane, il cavolfiore, i funghi, l’avocado, l’ananas, il mango, il kiwi, il melone, il pompelmo e il cocomero.
Sbucciare la frutta? A volte è l’unica strada
Ci sono due tipi di pesticidi, quelli che si fermano sulla buccia o sulle parti esterne delle foglie e quelli ad azione sistemica che vanno in circolo per la pianta, le sue foglie e i suoi frutti. Nel primo caso, ovviamente, i rischi di trovarne di più sono proprio quelli di consumare il frutto con la buccia che, per quanto comodo e nutriente, può diventare un concentrato di chimica di sintesi.
Nel 2021 e nel 2022, l’Ong EWG ha commissionato test di laboratorio su 37 campioni di pelle di frutta biologica e non biologica di 10 marchi e 30 campioni di frutta secca di 16 marchi. Le alte concentrazioni di pesticidi trovate sono dovute al fatto che i prodotti chimici agricoli vengono spruzzati sul frutto e si trovano in grandi quantità nella buccia.
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Ma a volte non basta a eliminare i pesticidi
Que choisir, mensile dei consumatori francesi, nel 2006 ha eseguito un test su otto lotti di mele, dividendo ciascuno in tre gruppi. Il primo è stato analizzato allo stato grezzo, il secondo dopo il lavaggio (strofinando le mele sotto un getto d’acqua per 10 secondi) e il terzo dopo essere stato sbucciato. I risultati sono deludenti: sui campioni non lavati sono state rilevate 9 molecole, su quelli lavati il numero diminuisce solo di un’unità (8 molecole rilevate) e la quantità complessiva diminuisce del 12%. Nel caso delle mele sbucciate, contengono in media 6 molecole e l’importo è dimezzato. Secondo Que choisir, ad opporsi all’eliminazione dei pesticidi con questi metodi si oppone il fatto che si tratta di prodotti “sistemici”. Vengono applicati in particolare nel rivestimento del seme o nel terreno e progettati per penetrare all’interno della pianta, rimanendo per tanto nel frutto. Inoltre, i pesticidi che rimangono invece sulla parte esterna del frutto sono scarsamente solubili in acqua.
Lavare la verdura, meglio l’acqua tiepida
Se la frutta può essere sbucciata, ovviamente non si può fare la stessa cosa con la verdura. Prendetevi dunque qualche minuto per lavarla con accuratezza così da poter fare un lavoro più accurato. Munitevi di una ciotola d’acqua dove aggiungerete un cucchiaio di sale e uno di aceto. Immergete le verdure e lasciate in ammollo per qualche minuto, prima di passare alla fase successiva, ossia la pulizia foglia per foglia o parte per parte (aiutatevi con un pennello o simili se le mani non bastano). Terminata la fase di pulizia “in fino”, sciacquate tutto sotto l’acqua corrente. L’azione meccanica del nostro sfregamento può aiutare e in diversi casi, anche l’uso di acqua tiepida per facilitare l’eliminazione delle molecole di molti pesticidi.
Ultima considerazione: la verdura che viene bollita spesso subisce una perdita consistente di pesticidi, consentendo di ridurli.
Lavare la frutta in modo naturale: ecco come fare
Passiamo ora alla frutta, altra categoria che richiede particolare attenzione, soprattutto se pensiamo che in alcuni alimenti in particolare, come gli agrumi, è proprio la buccia ad essere maggioremente utilizzata in cucina.
Ecco perché dovete prestare particolare attenzione e prepararvi con una soluzione a base di acqua e bicarbonato, dove andrete a immergere la vostra frutta prima di passare a un lauto risciacquo.
Qualora non abbiate in casa del bicarbonato o non intendiate utilizzarlo, potete utilizzare una preparazione a base di acqua e aceto, ottenendo una soluzione dall’alto potere igienizzante.
Nel caso di frutta e verdura a stretto contatto con la terra, come nel caso di fragole, patate o funghi, potrete ottimizzare il processo di applicazione mettendo la vostra soluzione all’interno di uno spruzzino e procedendo con un pennellino o con un panno umido (nel caso dei funghi).
Attenzione però, occorre specificare che i metodi consigliati rimuovono i pesticidi per una percentuale che arriva attorno all’80 per cento, ecco perché è particolamente importante fare attenzione cosa si compra e da dove proviene.
Il nostro consiglio resta quello di sbucciare sia la frutta che la verdura, proprio in virtù del fatto che un’eliminazione totale con metodi naturali o con soluzioni che siano compatibili con l’uso alimentare non è facilmente ottenibile, anche con il ricorso all’utilizzo dell’acqua bollente.