Come riconoscere e a chi rivolgersi per la cura dell’emicrania

emicrania mal di testa

L’emicrania è sottovalutata. Crea paura, condiziona la vita, la socialità e il lavoro. Costa 111 miliardi all’anno in Europa. Eppure basterebbe riconoscerla e curarla per abbassare i costi sociali e rendere la vita meno dolorosa per chi ne soffre

 

L’emicrania è una delle patologie croniche più diffuse. Colpisce fino al 24% della popolazione italiana. L’emicrania rappresenta la terza patologia più frequente nell’essere umano, ma è anche la seconda più disabilitante. Nel 2018 l’Istituto Umberto Veronesi stimava in 26 milioni il numero di italiani sofferenti di mal di testa. Solo di emicrania, quest’anno si parla di 6 milioni di pazienti.

Come mai i numeri sono così imprecisi? La risposta a questa domanda è arrivata di recente da una indagine più approfondita dell’Università Bocconi. Lo studio certifica che la gravità di questa patologia viene sottovalutata o accettata come un mal comune conseguente alla vita e allo stress quotidiano.

L’altro aspetto preoccupante dell’emicrania e delle cefalee in generale è che porta all’assunzione continua e ripetuta di antidolorifici, per i quali si diventa dipendenti o resistenti, o al ricorso a cure fai da te consultando il “Dottor Google”! E infatti, sarebbero 350mila gli italiani dipendenti da oppioidi, antidolorifici e anti infiammatori.

L’impatto economico nei 27 Paesi dell’Unione europea è devastante: ogni anno l’emicrania costa 111 miliardi di euro, con un costo medio a paziente pari a 1220 euro. In questi calcoli è inserita la ridotta produttività lavorativa e di vita sociale. Invece la cura costerebbe meno, riducendo drasticamente questi costi sociali e produttivi, se solo se ne parlasse e si buttasse giù lo stigma sociale.

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Emicrania: una malattia di genere

L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha diffuso un documento per ribadire che l’emicrania è una malattia neurovascolare a carattere familiare con base verosimilmente genetica. Inoltre, è un dolore delle meningi e non del cervello.

 

L’emicrania crea disabilità?

L’emicrania esercita un impatto molto severo sulle attività quotidiane domestiche, scolastiche, lavorative e di svago. Specialmente nella donna, sottolinea l’Iss. Il 28% delle pazienti prese in considerazione in questo rapporto riferisce di aver perso più di 10 giorni di attività in 3 mesi. L’emicrania nella donna si caratterizza per più elevati livelli di disabilità.

L’Istituto cita lo studio Eurolight che segnala una scarsa attenzione sociale al problema. Questo comporta una percezione della malattia come stigma da parte del 32,9% dei pazienti che, pertanto, è riluttante a rivelare il proprio problema agli altri. Inoltre il 10% di questa percentuale di pazienti non si sente compreso rispetto alla propria patologia da parenti e amici e il 12% dai colleghi in ambito lavorativo.

 

I sintomi dell’emicrania

Il mal di testa è generico. In realtà bisogna riconoscere altri segnali. Si manifesta con nausea, vomito.

 

Emicrania con aura

I pazienti possono manifestare una certa riluttanza alla luce o perdita parziale della visione. In alcuni casi compaiono scotomi scintillanti (bagliori della durata dai 5 ai 60 minuti). L’emicrania con aura si manifesta dunque con flash di luce, visione di punti neri e raramente con formicolii a gambe e braccia, o perdita di forza in alcune parti del corpo.

 

Emicrania oftalmica

Causa temporanei attacchi di cecità o di problemi visivi a causa del restringimento dei vasi sanguigni all’interno dell’occhio. Sono innocui ma procurano spavento e paura. Questa paura può condizionare in modo irreversibile la quotidianità.

 

La diagnosi dell’emicrania

Bisogna rivolgersi subito dal proprio medico di famiglia che eventualmente indirizzerà il paziente in centri specializzati. Un buon medico dovrà chiedere al paziente le seguenti informazioni:

  • Il tipo e la frequenza del mal di testa;
  • Eventuali altre malattie;
  • Abitudini di vita;
  • Ritmo sonno-veglia;
  • È stato dimostrato che alcuni alimenti (cioccolato, formaggio stagionato, frutta secca, insaccati, vino rosso) possono a volte scatenare le crisi di mal di testa in soggetti predisposti a emicranie e cefalee.

 

Come si cura l’emicrania

La diagnosi è importante per capire se si tratta di cefalea tensiva (dovuta a stress e emotività disordinata) o emicrania vera e propria.

Quando le crisi da emicrania sono meno di 3 o 4 volte al mese, si ricorre all’utilizzo dei triptani.

Nel caso le crisi fossero più di 4 o 5 al mese, si passa solitamente ai farmaci profilattici. I più utilizzati ed efficaci sono i betabloccanti e il farmaco Teva.

Come prevenire l’emicrania

Non ci sono programmi di prevenzione efficaci. Esiste però un metodo suggerito dagli esperti. Chi sospetta di soffrire di questa patologia potrebbe tenere un diario della cefalea su cui riportare informazioni preziose, quali la frequenza dei mal di testa, la durata, l’intensità, eventuali farmaci assunti per far passare il mal di testa.