Dopo il primo caso dell’uomo di settant’anni di ritorno da un viaggio in Kenya che ha fatto scattare tutte le procedure del caso per l’iter di verifiche e di approfondimenti che hanno dato seguito ai risultati diffusi di recente, scopriamo nello specifico di cosa si tratta e cosa c’è da sapere sulla Candida Auris
Aveva contratto la Candida Auris in Kenya il 70enne morto all’ospedale dell’Angelo di Mestre circa un mese fa. L’uomo aveva pregresse patologie che hanno certamente reso più difficile (e senza successo) curare il fungo: un decesso avvenuto dunque per una serie di complicanze e di patologie che poco o niente sembravano avere a che fare con la sola Candida Auris. Proprio per questo il direttore delle Malattie infettive dell’Ulss 3 Serenissima del Veneto, Sandro Panese, ha parlato in quell’occasione di un mix di complicanze e patologie.
Candida Auris: i sintomi
Ma è possibile riconoscere il primo manifestarsi della Candida Auris, e se Sì, quali sono i sintomi a cui bisogna prestare attenzione? Per prima cosa occorre specifica che riconoscere i sintomi della Candita Auris non è semplice.
Si tratta infatti di sintomi “generici” che potrebbero essere scambiati per altre patologie, ossia febbre, bruciori, affaticamento, dolori muscolari e difficoltà a deglutire.
Ecco perché risulta fondamentale procedere con degli esami specifici che includano le analisi microbiologiche, così da essere certi della presenza del fungo e procedere di conseguenza con le dovute terapie. Se necessario si potrà procedere con una spettrometria di massa.
Andando ad analizzare la categoria, la Candida Auris è un fungo lievitiforme dall’elevata contagiosità, oltre che responsabile di una mortalità che può oscillare tra il 20 e il 70%, a seconda della condizione di fragilità del paziente.
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Candida Auris, come si trasmette
Un aspetto determinante nella diffusione della Candida Auris è sicuramente la prevenzione. Questo tipo di fungo particolarmente pericoloso si diffonde infatti per contatto.
Massima attenzione dunque sia con le superfici che con le persone, in quanto la Candida Auris risulta essere particolarmente resistente rispetto ai disinfettanti più utilizzati, compresi quelli in uso negli ambienti ospedalieri.
Attenzione pertanto all’igiene e all’eccessiva permanenza nel contatto con le superifici o con persone potenzialmente a rischio (magari di ritorno da un viaggio).