L’inquinamento è dannoso anche per la nostra pelle

pelle

Studi recenti nell’ambito della medicina ambientale hanno permesso di dimostrare che la pelle soffre per l’inquinamento: irritazioni, macchie cutanee e melanomi sono la dimostrazione dei danni di cui è capace

L’esposizione a fattori esterni inquinanti rappresenta una fonte di stress non indifferente per la nostra pelle, che risponde con la produzione di radicali liberi e il conseguente invecchiamento. Sono diversi, in effetti, gli studi epidemiologici che hanno dimostrato la correlazione esistente tra invecchiamento precoce e inquinamento.

La tecnologia recente ci permette di misurare il grado d’inquinamento dell’ambiente in cui vive un certo individuo tramite una semplice analisi del tessuto epiteliale. Non si parla di tecniche invasive, come le biopsie, ma di semplici sensori cutanei in grado di rilevare i parametri della pelle in profondità e in tempo reale. Oltre a dare informazioni molto utili sull’impatto degli agenti inquinanti sulla salute umana, quindi, questo sistema permette di valutare i danni non visibili della pelle e/o a prevenire l’eventuale formazione di melanomi. Basti pensare che l’incidenza dei tumori della pelle è aumentata radicalmente nell’ultimo decennio, specie nelle aree industrializzate. Un dato preoccupante che permette di supporre, con ragionevole certezza, che l’inquinamento abbia una parte considerevole nella patogenesi dei melanomi. 

Inquinamento e pelle a tendenza atopica

Sebbene la pelle a tendenza atopica sia una condizione genetica, è stato ampiamente dimostrato che l’inquinamento atmosferico può rendere la sintomatologia più frequente e severa. Questo accade perché la barriera cutanea, di per sé già fragilizzata, risulta estremamente sensibile ad ozono e polveri sottili; queste ultime, in particolare, possono raggiungere anche gli strati più profondi dell’epidermide. Pelle secca, attacchi di prurito ed estrema sensazione di disagio sono soltanto alcuni dei possibili sintomi sentinella di un eccessivo inquinamento.

Inquinamento ambientale e invecchiamento della pelle

Precoce formazione di rughe, pelle ingrigita e asfittica… Nonostante il sole sia da sempre considerato il nemico numero uno della giovinezza, l’inquinamento ambientale è altrettanto pericoloso. I responsabili dell’invecchiamento precoce sono contenuti nell’aria inquinata: contaminanti microscopici, chiamati idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), che aiutano a produrre i radicali liberi. I radicali liberi distruggono la barriera lipidica che mantiene la pelle idratata e tiene fuori le impurità. Una barriera danneggiata può portare ad un aumento della sensibilità cutanea, a fastidi e alla comparsa dei primi segni del tempo. La conseguenza? La formazione di macchie e rughe.

Ma non ci si ferma qui. L’esposizione al biossido di azoto e al particolato (basti pensare al traffico veicolare o agli stabilimenti industriali) è correlato alla formazione di macchie sulla pelle. E certamente non è piacevole l’aumento di ozono negli strati più bassi dell’atmosfera…

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Inquinamento e altre manifestazioni della pelle

I modi in cui la pelle si ribella all’esposizione, diretta o indiretta, agli agenti inquinanti sono molteplici. Vi è un incremento sorprendente di dermatiti irritative e allergiche, o di patologie cutanee come la dermatite seborroica, l’acne, le disidrosi e le dermatiti infettive. Se è vero che sono soprattutto i soggetti con fototipo I e II (pelle chiara, lentiggini, capelli chiari) a dover prestare attenzione particolare agli inquinanti ambientali, l’impatto è disastroso praticamente per tutti.