Gli oceani stanno diventando sempre più acidi ed è una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici. Il fenomeno è noto come l’acidificazione degli oceani: le cause e le conseguenze che innesca
Prima di parlare di quali sono i disastrosi effetti che sta causando, è importante capire in cosa consiste nello specifico l’acidificazione degli oceani.
L’acidificazione degli oceani consiste nella riduzione del pH oceanico e nella conseguente alterazione chimica dei carbonati, dovuta all’addizione di anidride carbonica o CO2 nelle acque marine. A differenza di quanto si possa erroneamente pensare, l’acidificazione degli oceani non è un fenomeno che si è presentato in tempi recenti, si stima infatti che soltanto negli ultimi 150 anni è aumentata del 26%. Il fenomeno è innescato da una vera e propria reazione chimica che si viene a creare tra la CO2 presente nell’atmosfera e l’acqua, che di fatto porta alla formazione di acido carbonico e causa l’abbassamento del pH marino.
Negli anni, la concentrazione di anidride carbonica presente nell’atmosfera è aumentata, soprattutto a causa dell’uomo e in particolar modo a causa di continue deforestazioni e consumo massivo di combustibili fossili, questo dato naturalmente ha influenzato negativamente l’acidificazione degli oceani.
Quali sono le conseguenze
Come vi abbiamo accennato in precedenza, l’acidificazione degli oceani, dal punto di vista chimico innesca tre principali cambiamenti nell’acqua: l’aumento della concentrazione di acido carbonico, l’abbassamento del pH marino e infine la diminuzione della concentrazione di ioni carbonato.
Tutti questi aspetti si ripercuotono in evitabilmente sugli ecosistemi marini, ciò in quanto molti organismi acquatici sfruttano ad esempio gli ioni carbonato per costruire il proprio guscio o altre tipologie di elementi rigidi, mediante il processo biologico della calcificazione. Il processo di calcificazione è influenzato anche dal valore del pH, se l’acqua è troppo acida i gusci o le strutture rigide si dissolvono oppure non si formano, ne consegue che l’acidificazione degli oceani può assicurare una ridotta possibilità di sopravvivenza a tantissimi organismi acquatici; in tal senso, le conseguenze dell’eventuale scomparsa di alcune forme di vita potrebbero essere altamente disastrose per l’intero ecosistema marino.
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La scomparsa di numerosi organismi marini potrebbe infatti causare una netta diminuzione di specie regolarmente consumate dall’uomo e di conseguenza una netta riduzione delle risorse della pesca.
Cosa si può fare per ridurre l’acidificazione
Ad oggi, l’unica cosa che possiamo fare per contribuire a ridurre l’acidificazione degli oceani, è cercare di ridurre le emissioni di anidride carbonica o CO2. Per farlo basterebbe che ciascuno di noi, provasse a modificare le proprie abitudini quotidiane, mettendo in atto dei piccoli gesti, come ad esempio:
- Utilizzare la bicicletta e i mezzi pubblici ed evitare di uscire con l’auto ogni giorno;
- Prediligere l’acquisto di prodotti a Km 0;
- Razionalizzare l’utilizzo di energia elettrica ed evitare gli sprechi;
- Adottare la logica del consumo sostenibile ed evitare di gettare oggetti che sono ancora utilizzabili, per poi comprarne di nuovi.