Con i fiumi a secco, le cause di inquinamento che hanno portato per 24 ore al divieto di balneazione in 22 località della Riviera sono da attribuire alle alte temperature del mare. “L’Escherichia coli può segnalare la presenza di altri batteri”
Non ci sono più i “cavalloni” di una volta, cioè quelle belle onde che si creavano nei nostri mari il giorno dopo una mareggiata. Non ci sono più neanche le mareggiate, né le piogge. Lo vediamo. A dirlo è la scienza.
L’estate 2022 la ricorderemo come un’estate caldissima, sia come condizioni meteo, che come condizioni del mare. L’Adriatico è arrivato a 31 grandi centigradi, temperatura che non è stata un picco di poche ore, ma una costante per diversi giorni.
E come dice la scienza, quando cambia un parametro in un ecosistema allo stesso tempo complesso e delicato, entrano in qualche modo in crisi anche gli altri parametri, con esiti spesso imprevisti e talvolta persino nefasti.
Le alte temperature favoriscono i patogeni
Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale si manifestano in queste ore sulla Riviera Adriatica con due fenomeni che appartengono ad entrambe le categorie, imprevisti e nefasti.
Tra caldo, siccità e maltempo, l’Italia tutta è costretta, ancora una volta, a far fronte al cambiamento climatico, che si è concretizzato nel divieto di balneazione, per poche ore – mentre scriviamo già rimosso – in 22 punti della Riviera Adriatica, fra Goro a Nord e Cattolica, a Sud per il superamento dei limiti della presenza del batterio escherichia coli.
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“Escherichia coli è un patogeno normalmente presente nell’intestino umano e noi lo analizziamo perché può segnalarci la presenza di altri patogeni nel mare. Non è di per sé pericoloso, ma se supera un certo livello, che in Italia è fissato a 500 mpn, ovvero numero più probabile di colonie, è bene fermarsi un istante e capire cosa succede”, spiega Francesco Apruzzese, responsabile struttura oceanografica Daphne-Arpae. Per questo immediatamente è stato dato l’allarme ed è stata vietata la balneazione, seppure per meno di 24 ore in 22 punti della costa Adriatica.
Arpae: “Attendiamo le mareggiate per rigenerare il mare”
Va sottolineato che il livello consentito in Italia è nettamente inferiore a quello da non superare nel resto d’Europa. In Francia il limite per escherichia coli, per esempio, è fissato a 1000 mpn. Inoltre, la Regione Emilia-Romagna ha 97 punti di prelievo per testate la salubrità delle acque del mare: 91 di questi punti di prelievo sono definiti “eccellenti”, in base alla normativa italiana ed europea, 6 sono classificati come “buoni”, in tempi normali, ma in questa calda estate qualcosa è cambiato.
“Escherichia coli, ma anche enterococchi (tipici nell’intestino degli animali) si trovano normalmente nell’acqua, ma con una soglia molto inferiore. Di norma aumenta il dato dopo piogge abbondanti, ovvero quando i fiumi apportano acqua e detriti in mare. Il primo patogeno è legato di norma a sversamenti umani, mentre il secondo a quelli animali, per intenderci i residui di concimazioni. Ma i fiumi non stanno apportando niente al mare, perché sono a secco. Quindi occorre capire il perché di queste condizioni particolari”, spiega Francesco Apruzzese. “L’ipotesi più verosimile è che le temperature alte del mare per tanti giorni, ideali perché Escherichia coli si propaghi, abbiamo portato a questo stato, che non è dannoso per le persone, ma che va comunque monitorato, segnalato e tenuto sotto controllo. Una pioggia, una corrente forte e una mareggiata fanno in modo il mare di rigeneri da solo e quindi attendiamo le mareggiate previste nei prossimi giorni”.
Alghe rosse in anticipo
Sempre in queste settimane, poi, in diversi punti della riviera Adriatica, sono state avvistate anche alghe molto scure. Si tratta della Fibrocapsa japonica, detta banalmente alga rossa, anche se è un microorganismo simile, ma diverso da quell’alga. Ha alcune caratteristiche: colora il mare di marrone, come fosse tè o cola, e nasce vicino alla battigia. “Anche in questo caso il caldo ha portato a queste infiorescenze molto sviluppate in alcuni punti e un poco anticipate, di solito le vediamo ad agosto inoltrato”, racconta Cristina Maziotti, biologa marina di Arpae, esperta di alghe.
Anche il mare, insomma, suda, proprio come noi, in questi giorni caldissimi. “Questa alga è brutta da vedersi – aggiunge la biologa – ma è del tutto innocua. Inoltre, ha un ciclo vitale molto breve e quindi basta una mareggiata o una corrente forte perché sparisca. Il mare ha una capacità di rigenerarsi enorme”, spiega la scienziata, che conclude: “I due fenomeni, la presenza di alghe scure e il divieto di balneazione dato da escherichia coli superiore alla norma, si sono verificati nello stesso periodo per puro caso – probabilmente entrambi dovuti per lo più all’alta temperatura del mare per molti giorni di seguito – ma non sono collegabili fra di loro. Le alghe inoltre non hanno alcun effetto sulla balneazione”. Sono brutte, sì, ma del tutto innocue.
La precauzione non è mai abbastanza, quando si tratta di qualità delle acque, ma il mare, per quanto in sofferenza per il cambiamento climatico e in particolare per le alte temperature, sta abbastanza bene. Con una mareggiata, torneranno, si spera, anche i “cavalloni” e allora sarà più bello anche fare il bagno, senza paura.