Con certi tessuti da abbigliamento e orpelli da bigiotteria, si possono manifestare allergie causate dalla presenza del nichel. Ecco come fare per proteggersi dalle reazioni sulla pelle. Occhio anche alle tinture per gli indumenti
Il 20% degli europei soffrirebbe di allergia al nichel. In Italia, le stime parlano di un 32,1% della popolazione, con un rapporto tra donne e uomini di 3 a 1. L’incidenza dei bambini è del 16%, ma colpisce anche gli adolescenti, e accade più frequentemente attorno ai 30 anni. In ogni caso, si può diventare allergici a qualsiasi età e lo si può essere per tutta la vita.
La principale fonte di esposizione al nichel è l’assunzione per via orale, poiché questo metallo si trova sia nel cibo che nell’acqua ed è presente come elemento contaminante per cause antropiche. Alcuni esempi: rubinetti di nichel che contaminano le acque ed il suolo, sottoprodotti industriali dell’attività di miniere e fonderie, uso di pentole e tegami in leghe di nichel, uso di piatti dipinti con vernici contenenti nichel. Altre forme di esposizione sono quelle per via aerea: aria inquinata dalle raffinerie di nichel, combustione dei carburanti fossili, fumo di tabacco.
Eppure questo elemento può essere anche importante. La carenza di nichel nella dieta può determinare patologie piuttosto gravi come insufficienza epatica, problemi di crescita e problemi all’apparato riproduttivo, alterazioni del colore della pelle ed il peggioramento di anemie preesistenti.
Sintomi e contatto con la pelleÂ
Altrettanto diffuse sono le allergie da contatto con la pelle, che si manifestano con sintomi da dermatite allergica. Dopo 48 ore dal contatto, sulla pelle si possono presentare:
- Eczemi allergici;
- Arrossamenti e pruriti;
- Vescicole che evolvono in croste;
- Gonfiori locali nella sede di contatto.
Sappiamo che in questi casi, le allergie possono essere causate da oggetti di comune diffusione, come bigiotterie, orecchini, piercing, braccialetti, collane, orologi, chiusure lampo, bottoni, cinture, occhiali, monete, chiavi e telefoni cellulari. Ma ci sono anche tessuti sintetici che compongono gli indumenti e che possono provocare allergia da nickel. In particolare quelli di colore scuro e i capi colorati, soprattutto neri, blu e in parte anche rossi. E anche le tinture utilizzate per colorare i tessuti, fibre sintetiche o miste. Sono questi a nascondere più tracce di nickel.
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Il nichel si trova anche in oggetti metallici in genere come pentole, stoviglie e monete. Ma anche in detersivi, saponi e cosmetici (in questo caso la sua assenza deve essere dichiarata sull’etichetta).
Bisogna fare attenzione anche ad altre sostanze utilizzate nell’abbigliamento, come il cadmio.
Per una diagnosi chiara occorre eseguire un patch test. L’esame consiste nell’applicazione della sostanza (per un periodo di 72/96 ore) sulla schiena mediante un cerotto e nell’analisi delle reazioni locali di ipersensibilità ritardata. In questo modo si riproduce la modalità dell’esposizione al metallo, cioè il contatto cutaneo.
Cosa fare in caso di dermatite?
Evitare il contatto con il metallo. Non solo con gli oggetti, ma anche con quei prodotti per l’igiene personale, detersivi e cosmetici che contengono nichel, scegliendo linee a bassissima concentrazione di nichel.
Per i sintomi, bisogna contattare subito un medico, meglio se specilista, che molto probabilmente prescriverà di assumere farmaci antistaminici e corticosteroidi per bocca o steroidi applicati in crema sulla pelle.
Il nichel fa ingrassare?
Gli esperti hanno escluso che l’allergia al nichel possa far ingrassare. Al massimo può provocare gonfiori.