Per riconoscere un packaging idoneo, sicuro e sostenibile e favorire la sicurezza alimentare è importante conoscere il significato di alcuni simboli. La guida pratica della Csi
In occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare (domani 7 giugno) Csi – organismo leader nel testing e verifiche di qualità nel campo, tra gli altri, della sicurezza alimentare – del gruppo Imq, pubblica una breve e pratica guida per riconoscere i principali pittogrammi presenti sui contenitori per uso alimentare, sempre più usati anche per il crescente ricorso dei pasti a domicilio.
Spiega Alberto Taffurelli, responsabile della Food packaging materials business unit della Csi: “Come primo aspetto occorre considerare l’idoneità del packaging. E con idoneità si intende anzitutto quella al contatto con gli alimenti. I materiali che entrano in contatto con il cibo devono essere sicuri, garantendo anzitutto di non rilasciare componenti in quantità tali da mettere in pericolo la salute umana, e di non comportare modifiche nella composizione, nel gusto e nell’odore degli alimenti”.
Per riconoscere un packaging idoneo, sicuro e sostenibile è bene conoscere il significato di alcuni simboli e marchi. Ecco i principali
Idoneità a contatto con gli alimenti: pittogramma bicchiere e forchetta
In Europa, i materiali e gli oggetti che entrano a contatto con gli alimenti devono rispettare i requisiti di sicurezza e salubrità previsti dal Regolamento (CE) n. 1935/2004 . Per dare evidenza sul prodotto del rispetto di tali requisiti, l’operatore economico (le aziende che producono i MOCA e quelle che ne fanno uso) devono riportare la dicitura “per contatto con i prodotti alimentari” o il corrispondente simbolo indicante bicchiere e forchetta, oppure l’indicazione specifica di utilizzo dell’articolo (ad esempio “cucchiaio per minestra”).
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Le verifiche dell’idoneità possono essere condotte direttamente dall’operatore economico o possono essere affidate a laboratori specializzati o a organismi di certificazione quale CSI, in grado di rilasciare anche un marchio volontario a garanzia dell’idoneità del prodotto, verificata da un organismo di terza parte.
Il simbolo bicchiere e forchetta e/o l’indicazione specifica di utilizzo non sono obbligatori per gli oggetti che, per le loro caratteristiche, sono chiaramente destinati al contatto alimentare, come i contenitori impiegati nelle ristorazioni/gastronomie (ad es. per le pizze da asporto), e non fornisce ulteriori indicazioni sul riutilizzo, sul riscaldamento in microonde o congelamento nel freezer. Queste informazioni, se necessarie, sono demandate ad altri simboli appositi.
Sostenibilità del packaging: marcature e simboli
Nastro di Möbius (UNI EN ISO 14021:2016). Indica che parte dell’imballaggio è riciclato (quando compare un valore in percentuale), oppure che lo stesso è riciclabile ma non necessariamente riciclato.
Tre frecce sottili (riferimento norma CEN/CR 14311:2002 + Dec. 97/129/CE). All’interno del triangolo, può essere inserito un numero o una sigla che corrisponde al tipo di materiale usato per l’imballaggio. Non fornisce, quindi, informazioni specifiche sulla riciclabilità del prodotto o della confezione, ma comunica il materiale usato per produrlo, ed è dunque molto utile per capire come smaltirlo, a patto di sapere interpretare le sigle e di riuscire ad associarle a uno dei cassonetti della raccolta differenziata.
Punto verde. Non è un marchio ecologico, ma attesta soprattutto nel Nord Europa e in Germania che il produttore aderisce ai consorzi, previsti dalla legge, per organizzare il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi.
Uomo che getta la carta. Questo simbolo indica che l’imballaggio del prodotto non è riciclabile e pertanto va gettato nell’indifferenziata.
Sostenibilità del packaging: marchi relativi a certificazioni rilasciate da organismi di terza parte
Ad ogni alimento il giusto packaging
Qual è il packaging migliore per gli alimenti? Aspetti di sicurezza a parte – sopra esaminati – il packaging alimentare consigliato dovrebbe dipendere anche dalla tipologia di alimento. Ad esempio, un contenitore in alluminio è preferibile per alimenti a rischio muffe ma è da evitare in caso di cibi fortemente acidi o salati.
Attenzione alle temperature
Se la pietanza non è della giusta e desiderata temperatura al momento del consumo, è bene verificare che il contenitore utilizzato per la consegna sia adatto a essere utilizzato nel forno o nel microonde. Infatti la possibilità che avvengano delle migrazioni indesiderate può variare con la temperatura o con altri fattori che possono dipendere da un nostro utilizzo errato dell’oggetto o del materiale impiegato. Soltanto controllando le modalità d’uso, indicate con un pittogramma e/o una dicitura come quelle riportate nell’immagine qui a sinistra, possiamo essere sicuri di impiegare i materiali e gli oggetti destinati al contatto con gli alimenti in modo corretto, evitando rischi legati alla migrazione di sostanze tossiche indesiderate nel cibo.
Se il pasto arriva freddo e sul packaging non è riportata alcuna indicazione in merito al suo utilizzo nel forno, è preferibile estrarre l’alimento, trasferirlo in padella o teglia adatta, e riscaldarlo tra i 60° e 80° per assicurarsi anche di abbattere eventuali microbi proliferati in seguito alla produzione.
Attenzione all’ambiente! Come smaltire il materiale di consegna del pasto
Se sul materiale di contenimento degli alimenti non è indicata la dicitura che esplicita la possibilità di riutilizzo, occorre smaltirlo e non riutilizzarlo per evitare di “stressare” il contenitore con un utilizzo per il quale non è stato testato in origine. Non tutti i materiali utilizzati per l’asporto, infatti, che si tratti di food delivery o contenitori usati per picnic all’aria aperta, sono adatti al riutilizzo: una buona percentuale di questi è stata fino ad ora pensata per essere single-use con la conseguenza di un impiego notevole di materiali con cicli di vita brevi. Per questo, un corretto smaltimento è importante per rendere minimo l’impatto sull’ambiente. Un’operazione semplice, ma non priva di insidie:
- I contenitori di carta e cartone privi di barriere repellenti ad acqua e olio – e dunque sporchi di residui di alimenti – non possono essere riciclati e vanno gettati nei rifiuti indifferenziati.
- Se il contenitore è in plastica, va risciacquata correttamente prima per eliminare i residui alimentari prima di gettarla nella raccolta della plastica.
- Contenitori e posate compostabili sulle quali compaiono i corretti loghi di attestazione, possono essere gettati nella raccolta dell’umido insieme agli avanzi e scarti alimentari.
- Spesso i vari Comuni differiscono tra loro per potenzialità di smaltimento e dunque le regole per una corretta raccolta differenziata possono essere diverse localmente e vanno verificate a seconda del Comune in cui ci si trova.
E, in vista dell’estate, i 3 consigli per una maggiore sicurezza alimentare:
Durante la stagione più calda aumenta il rischio di infezioni alimentari causati da germi e patogeni che possono svilupparsi in particolar modo all’interno di alcuni alimenti, soprattutto i freschi, e se non si rispetta una corretta prassi di conservazione.
- Durante una gita fuori porta con picnic meglio evitare di portare dessert con creme, carni crude e pesce: le alte temperature estive possono danneggiare l’alimento nonostante sia contenuto all’interno di materiali certificati dal punto di vista microbiologico.
- Attenzione alla spesa! Dopo la spesa, occorre fare attenzione al tragitto verso casa, meglio evitare soste di una durata maggiore di 30 minuti tornando dal supermercato. I cibi surgelati, soprattutto durante i mesi più caldi, possono iniziare la fase di scongelamento prima che li si depositi nel congelatore: meglio verificarne sempre lo stato prima di conservarli in freezer ed eventualmente consumarli entro 24h.
- La catena del freddo vale anche per i semplici prodotti da frigorifero, è sconsigliabile anche in questo caso superare i 30 minuti fuori da un ambiente refrigerato.