Botulino, acido ialuronico & Co. Comprare un filler è un gioco da ragazzi

FILLER

Le sostanze da iniettarsi per riempire le rughe e correggere inestetismi, come i filler, sono ad uso esclusivo dei medici specialisti. Ma paradossalmente possono essere comperate da chiunque, senza nessun controllo. Come abbiamo fatto noi tramite una farmacia della Capitale per l’inchiesta sul Farm West del ritocchino estetico

A guardarlo dall’esterno quello della medicina estetica sembra un settore regolamentato in maniera sufficientemente chiara. E invece basta allontanarsi dalla teoria (e dai proclami pubblici che sottolineano in ogni dove di rivolgersi solo a personale medico qualificato) per scoprire che nella pratica è molto più semplice di quanto possa immaginarsi avere tra le mani una siringa con una quantità di acido ialuronico sufficiente a riempire le piccole rughe del contorno delle labbra. Non è necessario, infatti, essere un medico per acquistare questi che la legge definisce dispositivi medici di classe III (i più pericolosi) ma sono disponibili al pubblico finanche sugli e-commerce delle farmacie.

L’inchiesta del Salvagente su botulino, filler & Co.

Purtroppo la cronaca insegna che, vuoi per la celerità o per il prezzo particolarmente invitante, c’è ancora una buona fetta di persone che si rivolgono a personale improvvisato in strutture tutt’altro che sicure. È accaduto qualche mese fa a una giovane donna deceduta dopo un intervento di aumento del seno con iniezioni di silicone. Una pratica vietata da almeno dieci anni.
Per questo non possiamo sottovalutare anche la semplicità con cui è possibile reperire sul mercato filler (come abbiamo fatto noi acquistandolo in una farmacia della Capitale) e tossine botuliniche a prezzo più che accessibile e comodamente da casa, come dimostriamo nell’inchiesta sul Farm West estetico appena uscita sul nuovo numero in edicola del Salvagente.

Abbiamo provato anche noi ad acquistare una siringa di acido ialuronico. Dopo una piccola ricerca on line ci siamo imbattuti nell’e-commerce di una nota farmacia estetica del centro di Roma. Tra i tanti prodotti offerti, abbiamo messo nel carrello Belotero Lidocaine di Merz Pharma (classificato come dispositivo medico di classe III) al prezzo di 70 euro. Ad un certo punto della procedura, un disclaimer ci avvisa che l’acquisto può essere effettuato solo da personale medico o dietro presentazione della prescrizione medica. Lo abbiamo ignorato e siamo andati avanti concludendo l’ordine. Dopo meno di 48 ore abbiamo ricevuto il nostro filler, pronto per l’uso… ma abbiamo resistito.

Le regole

Partiamo dalla teoria. Come già detto, secondo la legge i filler sono dispositivi medici invasivi di tipo chirurgico in quanto si tratta di sostanze che vengono iniettate in alcune parti del corpo, soprattutto del viso. Non solo, tra le quattro classi di rischio in cui sono classificati i dispositivi medici, i filler sono compresi tra quelle a rischio più elevato (IIb e III): nella prima ricadono i fillers permanenti, che non vengono riassorbiti mentre in quella III ci sono i fillers riassorbibili o principalmente riassorbibili.
I dispositivi medici, e quindi anche i filler, una volta ottenuta la certificazione, possono essere commercializzati sul territorio italiano solo dopo la registrazione da parte del fabbricante nella apposita banca dati dei dispositivi medici istituita presso il ministero della Salute. Nella banca dati sono presenti informazioni di natura tecnica e amministrativa relativa a ciascun dispositivo.

Dove si trovano

I canali di vendita, dicevamo, sono diversi: direttamente al medico o alla farmacia inoltre on line, secondo quanto prevede il nuovo Regolamento 2017/745/Ue, che dopo un rinvio a causa della pandemia è applicabile dal 26 maggio 2021, modifica le norme disciplinanti il sistema dei dispositivi medici, tenendo conto degli sviluppi degli ultimi vent’anni. Nello specifico, viene chiarito che un operatore economico possa offrire un dispositivo medico con la metodologia della vendita a distanza, purché sia conforme al Regolamento stesso e a condizione che tutte le informazioni di identificazione del dispositivo, di sicurezza e prestazione, siano messe a disposizione e aggiornate sul sito web del fabbricante, se esistente.

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Uso professionale

Se è vero che questi dispositivi medici possono essere acquistati da chiunque, è pur vero che la legge ne impone un uso professionale. Un vero e proprio paradosso che finisce col vanificare i buoni propositi di una normativa che ha come obiettivo quello di tutelare la salute di chi decide di farne uso.
La legge non chiarisce quale professionista debba utilizzare un certo dispositivo medico ma obbliga il fabbricante a indicare in etichetta le prescrizioni per le particolari infrastrutture, la formazione specializzata, o le qualifiche specifiche dell’utilizzatore del dispositivo e/o di altre persone. Ovviamente se per alcuni dispositivi è difficile immaginare che sia un’altra figura al di fuori del medico a utilizzarli, per i filler di acido ialuronico l’abuso è più semplice. L’esempio più calzante è quello delle valvole cardiache: è chiaro che questi dispositivi medici siano di pertinenza dello specialista cardiochirurgo, ma non sempre questo principio è così lineare per altri strumenti, potenzialmente utilizzabili anche da personale non sanitario come i filler di acido ialuronico.
A volerla dire tutta, ci sono timidi tentativi da parte delle farmacie di avvisare che si tratta di un acquisto a uso professionale, ma solo un disclaimer non basta a far desistere dalla compera. E le farmacie neanche potrebbero far di più, ad esempio proibendo l’acquisto a chi non dimostra di essere medico oppure subordinandolo alla presentazione di una ricetta medica, perché si configurerebbe come un comportamento anticoncorrenziale per il quale potrebbe essere chiamata a rispondere davanti all’Antitrust. Un pasticcio difficile da comprendere ma finché stanno così le cose inutile farci tante domande davanti al prossimo fatto di cronaca che ci racconta di un’iniezione sbagliata.