La morte la scorsa estate di 11 bovini ha fatto scattare l’allarme a Bene Vagienna, in provincia di Cuneo. Dalle prime indagini sembra che la causa del decesso sia il glifosato che veniva irrorato nei vicini campi come erbicida. Peccato che lo fosse in maniera del tutto erronea
Un’intossicazione da glifosato. Sembra questa la causa più probabile del decesso di 11 bovini in un allevamento di Bene Vagienna, in provincia di Cuneo. I fatti, denunciati dallo stesso proprietario dell’allevamento che ha visto morire i suoi animali nonostante le cure repentine, sono accaduti la scorsa estate ma solo la perquisizione avvenuta di recente in un pioppeto limitrofo all’allevamento ha chiarito – almeno per il momento – le cause.
Come hanno chiarito i carabinieri della Forestale della provincia di Cuneo, infatti, “le indagini sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi dell’indagato, da presumersi innocente sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva”. Per il momento l’interesse dei Forestali è quello di sottolineare a quali problemi si può incorrere utilizzando i fitofarmaci in maniera erronea.
I fatti
A fine estate dello scorso anno, nell’allevamento di Bene Vagienna, dopo alcuni giorni di agonia, morirono 11 bovini, 4 adulti e 7 vitelli. Il veterinario, intervenuto immediatamente, individuò come probabile causa una intossicazione alimentare: gli animali, tuttavia, morirono nonostante le cure. Per prima cosa, l’allevatore analizzò il foraggio con cui nutriva i suoi animali: da quelle analisi emerse una contaminazione dello stesso da glifosato.
La denuncia
L’allevatore, allora, sporse querela per verificare e dare un nome al colpevole della morte dei suoi animali. Iniziarono le indagini della Forestale di Mondovì. Dopo alcuni accertamenti e sopralluoghi è emersa una possibile correlazione tra l’avvelenamento del foraggio e i trattamenti colturali, effettuati in un pioppeto limitrofo al campo dove era stato prelevato il foraggio, volti a ridurre le erbe infestanti.
Perché il glifosato in un pioppeto
La domanda di legno tenero – proprio come quello di pioppo – è in costante aumento e di conseguenza c’è necessità di piantare pioppi a rapida crescita. In questo caso il glifosato viene irrorato in grandi quantità come erbicida dal momento che l’erba può rallentare la crescita di questi alberi.
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Le ipotesi
Premesso che saranno le indagini a verificare le responsabilità di questa storia, i rilievi della Forestale hanno ritenuto plausibile che il trattamento effettuato sul pioppeto non abbia rispettato le modalità di distribuzione del prodotto chimico, favorendo una dispersione dello stesso anche al campo limitrofo (effetto di deriva). A seguito di recente perquisizione presso la sede dell’azienda agricola titolare del pioppeto, delegata dalla Procura, i Carabinieri Forestali hanno rinvenuto numerosi prodotti fitosanitari illecitamente detenuti in quanto revocati dal Ministero della Salute per l’elevata tossicità, prontamente posti sotto sequestro penale. La titolare dell’azienda agricola è stata deferita all’autorità giudiziaria per “Getto pericoloso di cose” e sono inoltre stati elevati verbali amministrativi per un importo complessivo di 11.000 euro.