Nuovi Ogm, “C’è la guerra, il Parlamento chiede al governo di sdoganarli”

PESTICIDI UE

La denuncia della coalizione Italia libera da Ogm: “La Camera ha approvato alcune mozioni che chiedono all’esecutivo di adottare misure urgenti con il pretesto di fronteggiare gli impatti della guerra in Ucraina, tra cui il genoma editing”

La Coalizione Italia libera da Ogm, che ha lanciato una petizione ad hoc, boccia l’approvazione da parte della Camera, avvenuta l’11 maggio scorso, di alcune mozioni che chiedono al governo di adottare misure urgenti con il pretesto di fronteggiare gli impatti della guerra in Ucraina sulla nostra economia. Fra queste, la richiesta è di intervenire sul settore agricolo e “…ricorrere alle nuove tecnologie genetiche dedicate alle piante per aumentarne, in sicurezza, la produttività. Ci si riferisce, in particolare, alle TeaTecnologie di evoluzione assistita – che riproducono i risultati dell’evoluzione biologica naturale per migliorare la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti e ne aumentano la produttività, velocizzando i processi che avvengono comunque in modo naturale”.

Ciò, spiegano dalla Coalizione, andrebbe contro la legislazione europea che considera a tutti gli effetti come Ogm gli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di creazione varietale, con quel che ne consegue in termini di valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura.

Le  mozioni presentate hanno come primi firmatari gli onorevoli Cillis, Viviani, Incerti, Spena, Gadda, Ripani, Fornaro, Gagnarli e sottoscritte dagli onorevoli Meloni, Lollobrigida, Caretta, Ciaburro, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi

Ancora una volta, alcuni parlamentari, prosegue la nota della Coalizione, “avventurandosi in affermazioni prive del conforto della scienza, evitando la parola stessa “Ogm” – come definiti tutti i prodotti delle Nuove tecniche genetiche (New Breeding Techniques [NBT] rinominate in Italia Tea) dalla Corte di Giustizia europea – cercano di utilizzare lo shock causato dalla guerra in Ucraina per aprire le porte alla coltivazione degli Ogm nei campi italiani”.

La richiesta al governo è infatti di: “14) adottare iniziative per sviluppare, promuovere e incentivare …. nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico basate, ad esempio, su cisgenesi e genome editing, … e, dunque, a promuovere iniziative normative che consentano il pieno sviluppo delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), anche con il coinvolgimento degli istituti di ricerca nazionali e delle istituzioni universitarie”. Secondo la Coalizione Italia Libera da OGM, dare seguito a queste richieste andrebbe in senso contrario alla legislazione italiana in vigore dal 2000, ma anche di quella europea. La direttiva UE 2001/18 – grazie alla sentenza della Corte di Giustizia europea del luglio 2018 – ricomprende gli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di creazione varietale (definite con le sigle NBT, NGT o TEA), considerandoli OGM a tutti gli effetti e obbligandoli a valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura”.

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Il mancato rispetto della decisione della Corte di Giustizia europea, prosegue la Coalizione, e l’aggiramento della direttiva europea attualmente in vigore, rischierebbe di produrre danni economici giganteschi all’agricoltura italiana, e in particolar modo al settore del biologico. Danni che sono difficilmente quantificabili e irreversibili. Il tutto per garantire il vantaggio di poche imprese sementiere italiane e, soprattutto, delle multinazionali che dominano il mercato mondiale, già in possesso della quasi totalità dei brevetti necessari allo sviluppo dei nuovi Ogm”.

L’enorme maggioranza dei consumatori – nonostante le crisi che continuano ad accavallarsi nel nostro paese – rifiuta di avere nel piatto prodotti Ogm, pretende un’etichettatura chiara e trasparente che permetta di poter conoscere, e quindi scegliere, con certezza ciò che mangia.

Le associazioni della Coalizione Italia libera da Ogm mettono in guardia governo e Parlamento “dal dare seguito alle richieste contenute negli atti proposti alla Camera, per evitare la distruzione di un’agricoltura libera da Ogm che garantisce prodotti di qualità superiore e maggiore tutela degli ecosistemi”.

Con questa scelta, conclude la nota, “si rischia invece lo sdoganando produzioni geneticamente modificate, caratterizzate dall’uniformità e che non avranno l’impatto miracoloso che da sempre – contro ogni evidenza – viene loro attribuito”.