Un esame realizzato l’anno scorso dal laboratorio cantonale di Basilea su 50 detersivi e detergenti ha concluso che solo due hanno soddisfatto i requisiti di legge. Tra quelli bocciati anche il Cif Crème Citrus. A distanza di mesi, ha scoperto K-Tipp molti di questi prodotti sono ancora in vendita
Insicuri, magari anche provatamente pericolosi per chi li usa o per l’ambiente ma ancora sugli scaffali di consumatori ignari del rischio che corrono. È quanto emerge da un’inchiesta svizzera su detersivi e detergenti realizzata dal mensile K-Tipp. Il mensile dei consumatori elvetici ha chiesto informazioni, sulla base della legge sull’informazione pubblica, sui risultati di un esame realizzato l’anno scorso dal laboratorio cantonale di Basilea su 50 detersivi e detergenti. Risultato: solo due hanno soddisfatto i requisiti di legge. Molti avevano piccoli difetti.
Tuttavia, il laboratorio ha valutato 18 prodotti come “un rischio immediato per la salute o per l’ambiente” e ha ordinato l’interruzione delle vendite. Senza però ordinare alcun richiamo dal mercato. A distanza di mesi il giornale è andato a cercare questi prodotti sugli scaffali, trovandone ancora alcuni e dimostrando, così commenta il periodico dei consumatori che “Molti produttori minimizzano i rischi delle sostanze chimiche utilizzate. E usano sostanze corrosive senza preavviso”.
Sono detersivi ma sembrano giocattoli
In dettaglio, ai seguenti prodotti mancava un segnale di avvertimento e un’indicazione che erano irritanti per gli occhi:
- Detersivo per piatti Coop “Oecoplan Camomille”.
- Detersivo “Biobaula Öko”, venduto nei negozi di prodotti biologici.
- Detersivo per piatti “Sodasan Lemon Freshness” sempre venduto nei negozi biologici.
- “Sea to Summit Wilderness Wash” e “Laundry Wash”, disponibili sulle bancarelle e nei mercati svizzeri.
Alcuni prodotti per la pulizia dannosi hanno l’apparenza di bottiglie giocattolo o bottiglie di sciroppo e sono indubitabilmente attraenti per i bambini. Con il rischio che ne consegue: solo in Svizzera l’istituto Tox-Info Suisse registra ogni anno oltre 5.500 casi di avvelenamento nei bambini da prodotti chimici domestici. Per questa ragione il laboratorio cantonale ha espressamente vietata la vendita delle seguenti bottiglie di detersivo:
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- Detersivo per lavastoviglie “Fox” in vendita nelle Coop svizzere in edizione limitata “Aquatic” con l’immagine di un pesce pagliaccio e corallo.
- “Fox” nella versione “Raspberry” con disegno di frutta rosa.
- “Cif Crème Citrus” di Unilever nell’edizione “La Svizzera si traveste”. Due bambini dei cartoni animati in costumi tradizionali ridono della bottiglia colorata.
Alcuni detergenti particolari, poi, sono finiti al centro dell’attenzione per problemi anche più seri:
- Il detergente per piscine “Reva-Sol Acide” conteneva il tensioattivo vietato ottilfenolo etossilato. Se anche piccole quantità entrano nell’acqua, gli organi riproduttivi dei pesci non possono svilupparsi correttamente.
- Il laboratorio ha rilevato una quantità eccessiva di EDTA in un agente per la pulizia dei mop (quelli che comunemente chiamiamo mocio) il “WM 33” e in uno speciale detergente per la dissoluzione dei depositi di gesso (“Carela Gips-Ex“). Questa è una sostanza scarsamente biodegradabile e può causare l’accumulo di metalli pesanti nell’acqua.
La conclusione degli specialisti del laboratorio cantonale di Basilea è netta: “I produttori applicano la legge sui prodotti chimici in modo molto scarso”.
Guinzaglio lungo
Come dicevamo, i giornalisti svizzeri hanno cercato questi prodotti sul mercato. E hanno trovato, per esempio, che il Cif denunciato dal laboratorio cantonale di Basilea è ancora in vendita con la stessa confezione colorata dei fumetti che è stata criticata. I responsabili di Unilever Svizzera hanno commentato che l’azienda ha tempo fino a giugno per modificare la confezione. E a quanto pare si sono presi tutto il tempo per correggere il pericolo.
Il detersivo “Wilderness Wash” è ancora sugli scaffali dei negozi senza l’avviso obbligatorio. Secondo il laboratorio cantonale di Zurigo, l’importatore avrebbe dovuto correggere l’etichetta “nell’ambito dell’autocontrollo”.