I retroscena esclusivi della decisione del gruppo farmaceutico dopo il nostro test sull’integratore contro il colesterolo. Il 29 aprile in edicola con il nuovo numero tutti i risultati del test su 15 prodotti
Dopo le nostre analisi, un test sugli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato anti-colesterolo che sarà pubblicato nel prossimo numero del Salvagente in edicola da venerdì 29 aprile, i Laboratori Guidotti del gruppo Menarini hanno deciso di ritirare dal mercato diversi lotti (compreso quello da noi testato) del LevelipDuo. La misura è stata estesa anche a un lotto del Levelip Triol.
I lotti richiamati sono i seguenti:
- LevelipDuo confezione 20 compresse rivestite lotto G0D097 scad. 04/2022; lotto G0I112 scad. 09/2022; lotto G1C186 scad. 03/2023; lotto G1G047 scad. 07/2023; lotto G1H025 scad. 08/2023; lotto G1H030 scad. 08/2023; lotto G1M035 scad. 11/2023; lotto G1M036 scad. 11/2023;
- Levelip Triol 20 compresse rivestite lotto G0L206 scad. 10/2022.
Ufficialmente si tratta di un ritiro volontario “disposto a causa di una non conformità di tipo analitico riscontrata nelle compresse appartenenti ai lotti indicati”. L’avvertenza nel documento è chiara: “Non consumare il prodotto e restituirlo al punto vendita”.
Le nostre analisi, la decisione di Guidotti-Menarini
Nello specifico però siamo in grado di spiegare il motivo (“non conformità di tipo analitico”) che ha portato l’azienda, in modo del tutto trasparente, a ritirare dalle farmacie e parafarmacie i prodotti per il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue.
Il Salvagente ha analizzato 15 integratori alimentari a base di monocolina K, una “statina” naturale, in grado di contrastare il colesterolo presso i laboratori dell’Università Federico II. Abbiamo valutato la concentrazione di monacolina, rispetto al valore dichiarato dai produttori (scoprendo non poche discrepanze, come documenteremo nel prossimo numero): queste analisi sono state condotte dal professor Alberto Ritieni, ordinario di Chimica degli Alimenti.
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Nei laboratori della professoressa Fabiana Quaglia, ordinaria di Tecnologia e legislazione farmaceutica, invece sono state condotte le analisi sulla disaggregazione dove nel luglio scorso avevamo sottoposto altri integratori al saggio di disaggreazione. Una prova, va precisato, obbligatoria solo per i farmaci ma non per gli integratori alimentari: quindi i produttori dei prodotti testati non sono tenuti per legge a sottoporre le loro “pillole” a questo tipo di esame.
Gli integratori contro il colesterolo, oltre ad essere molto pubblicizzati, sono molto consumati in Italia e addirittura dopo il lockdown del 2020 le loro vendite hanno subito un incremento del 39%. Proprio per il grande interesse che questi integratori suscitano abbiamo voluto sottoporre i nostri 15 integratori a un prova – il saggio di disaggregazione – pur non prevista dalle leggi vigenti.
“Se la compressa non si scioglie ostacola il rilascio della sostanza”
Cosa valuta la prova di disaggrezione? Ce lo spiegherà in modo ancora più esaustivo la professoressa Quaglia nell’inchiesta del prossimo numero del mensile. Ecco un’anticipazione: “Il saggio di disaggregazione – precisa la docente della Federico II – verifica se la forma farmaceutica si disgrega e se il principio attivo è libero di essere assorbito nell’organismo”. Se la compressa (o la capsula) non lo fa nei tempi previsti dalla farmacopea – entro 15 minuti per una compressa non rivestita, entro 30 minuti per una rivestita con film così come per le capsule (molli e rigide) – significa che la sostanza contenuta non viene assunta dal nostro corpo? “No – prosegue l’esperta – non c’è una correlazione diretta, però sicuramente se viene riscontrata una non conformità significa che la forma farmaceutica è un ostacolo all’assorbimento del principio attivo. A meno che questo ‘rallentamento’ sia intenzionale ovvero ad esempio è stato voluto un rilascio modificato per motivi terapeutici, ovvero si voglia rallentare il suo assorbimento. E questo non esclude conseguenze sulla biodisponibilità del principio attivo”.
Colesterolo, cosa abbiamo scoperto
Il Levelip Duo, insieme ad altri tre integratori, non hanno superato la prova di disaggregazione. Abbiamo comunicato ai Laboratori Guidotti, come alle altre aziende, i report delle nostre analisi e la società del gruppo Menarini, a seguito di analisi interne, ha confermato le criticità da noi evidenziate e, in modo del tutto trasparente, ha deciso di avviare il richiamo dal mercato dei lotti di LevipDuo non risultati conformi alla disaggrazione.
Una decisione ammirevole quella presa dall’azienda che conferma l’affidabilità dei nostri test, svolti nell’ottica della tutela del consumatore e mai con l’intenzione di penalizzare questo o quel produttore. E di come le aziende più intelligenti lo abbiano compreso.