L’Agenzia delle Entrate ha reso pubbliche le istruzioni applicative sulla proroga del bonus mobili previsto nella legge di bilancio 2022. Vediamo come funziona
L’Agenzia delle Entrate ha reso pubbliche le istruzioni applicative sulla proroga del bonus mobili previsto nella legge di bilancio 2022. L’incentivo consiste in una detrazione fiscale del 50% sulle spese per l’acquisto di mobili e elettrodomestici per le case in ristrutturazione. Il tetto di spesa da scontare, però, andrà scendendo gradualmente. 10mila euro per il 2022, 5 mila euro per gli anni 2023 e 2024.  L’importo massimo di spesa va riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione.
LA GUIDA DEL SALVAGENTE DEDICATA AI BONUS MESSI IN CAMPO DAL GOVERNO PER IL 2022Â
La tempistica di inizio lavori e acquisto
Come spiega la legge di Bilancio, “la detrazione spetta a condizione che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto”. Dunque, per il 2022 non prima dell’inizio del 2021, mentre gli acquisti relativi devono essere successivi alla data di inizio lavori.
I documenti che dimostrano l’inizio dei lavori
A far fede alla data di avvio dei lavori possono essere eventuali abilitazioni amministrative, comunicazioni richieste dalle norme edilizie, ma anche la comunicazione preventiva all’Asl indicante la data di inizio dei lavori, se obbligatoria, oppure, nel caso in cui non siano necessarie comunicazioni o titoli abitativi, basta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà .
I lavori di ristrutturazione inclusi e quelli condominiali
Gli interventi di ristrutturazione della casa inclusi nel bonus sono quelli di manutenzione straordinaria come installazione di nuovi servizi igienici con relative tubature, installazione di pompe di calore o sostituzione della caldaia. Solo sulle parti condominiali è ammessa anche la manutenzione ordinaria. Nel caso di interventi sulle parti condominiali, i singoli condomini possono richiedere la detrazione per la propria quota, relativamente per i beni acquistati con il fine di arredare le parti in questione.
Quali mobili rientrano nel bonus
Specificando che devono essere nuovi, e non usati, vediamo quali mobili possono andare in detrazione con il bonus: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e gli apparecchi di illuminazione ma solo se costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Anche i grandi elettrodomestici rientrano nel bonus, ma solo se rispetto alcune prerogative di tipo ecologico: classe energetica non inferiore alla A per i forni; non inferiore alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie; non inferiore alla classe F per i frigoriferi e i congelatori. Rimangono fuori dal bonus porte, pavimentazione, tendaggi o elettrodomestici sprovvisti di etichetta energetica, a meno che per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichetta energetica. Nel caso di interventi per cui si chiedà l’ecobonus, pari al 65%, non si può chiedere il cumulo con il bonus mobili.
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Pagamenti accettati e documenti necessari
Gli unici tipi di pagamento accettati per avere diritto al bonus mobili sono bonifico o carta di debito o credito. Contanti e assegni non sono ammessi. I beni possono essere acquistati anche con un finanziamento a rate, a patto che la finanziaria paghi il corrispettivo con bonifico o carta di credito/debito e che il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento. Va conservata l’attestazione del pagamento; le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti. Lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati, è equivalente alla fattura. Inoltre, nel caso di alcuni elettrodomestici come forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici, asciugatrici, è necessaria una comunicazione all’Enea, che però non prevede conseguenze per il diritto la bonus, in caso di dimenticanza.