Così l’Europa cerca di salvare i pesticidi potenzialmente dannosi

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Entro luglio di quest’anno la Commissione europea dovrebbe presentare le sue proposte di modifica del Regolamento Reach e Clp. Il timore è che possa ripetere gli errori del passato e prevedere un sistema di autorizzazione dei pesticidi troppo rigido che finirebbe per escludere tante sostanze potenzialmente dannose per l’uomo

Entro luglio la Commissione europea dovrebbe rendere pubblica la sua proposta di modifica del regolamento Reach. Questo testo, che stabilisce le condizioni per la registrazione, la valutazione e l’autorizzazione delle sostanze chimiche, dovrebbe rafforzare i requisiti per la registrazione delle sostanze e per l’accesso ai dati per l’identificazione dei pericoli. Sono previsti sviluppi anche quest’anno per il regolamento Clp (Classification, Labelling, Packaging) relativo, questa volta, alla classificazione, etichettatura e confezionamento di sostanze e miscele chimiche: un quadro essenziale per l’informazione degli altri attori della filiera, compresi i consumatori. Si otterrà l’effetto desiderato? Generazioni future e l’Associazione dei medici contro i pesticidi (AMLP) mettono in guardia le autorità pubbliche contro diverse carenze nei testi attuali, che probabilmente persisteranno anche dopo l’adozione delle nuove versioni. Tra queste, un livello di prova troppo elevato richiesto per quanto riguarda le sostanze perturbatrici endocrine.

I criteri di valutazione che salvano i pesticidi

Per le due associazioni, i criteri di valutazione dei principi attivi biocidi e pesticidi adottati nel 2017 dall’Unione Europea hanno fissato un livello di prova decisamente troppo alto in questo ambito, talmente alto che rischia di non essere raggiunto da nessuna sostanza. Oltre alla dimostrazione di un effetto indesiderato della sostanza su un organismo, i testi richiedono, al fine di vietare la sostanza, di evidenziare il suo modo di agire come perturbatore per il sistema endocrino e di stabilire che l’effetto negativo è un conseguenza del meccanismo d’azione endocrino. “Tuttavia, raramente abbiamo questi tre pianeti allineati”, osserva Pierre-Michel Périnaud, presidente dell’Amlp.

Questa previsione comporta il fatto che verrebbero presi in considerazione solo gli interferenti endocrini “noti” o “presunti”, per mancanza di prove sulla pericolosità degli interferenti “sospetti”, non sufficientemente studiati. I medici sottolineano anche la mancanza di considerazione dell’esposizione delle donne in gravidanza. “Tuttavia, l’ormone tiroideo ha un’azione importante sullo sviluppo neuronale durante i primi mesi del feto. Inoltre, il funzionamento del sistema tiroideo è diverso nel feto e nel bambino. Questa differenza non viene presa in considerazione nei fascicoli”, indica il dottor Rémy Mazurier, membro dell’Amlp.

File obsoleti e spesso opachi

Per supportare le loro affermazioni, Generazioni future e l’Associazione dei medici contro i pesticidi si affidano al loro rapporto in due parti, la prima pubblicata nell’aprile 2021 e la seconda lo scorso dicembre, in cui portano ad esempio il caso di 13 pesticidi che alterano la tiroide. Le autorizzazioni delle 13 sostanze sono scadute nel 2021. Identificate come perturbatrici dell’asse tiroideo dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel 2013, sono potenzialmente ancora presenti nella dieta dei cittadini europei. Si tratta di: Cyprodinil, Fenbuconazole, Mepanipyrim, Pyrimethanil, Ziram, Spinosad, Cyproconazole, Myclobutanil, Diethofencarb, Fenoxycarb, Boscalid, Folpel, Metribuzin.

Per sei di essi i dati contenuti nei verbali di rinnovo dell’autorizzazione (Rar) si sono rivelati insufficienti, obsoleti o, come spesso, non trasmessi sotto copertura del segreto industriale. Parte della letteratura scientifica internazionale indipendente è stata ignorata e le analisi ormonali non sono state eseguite sistematicamente. “I disturbi del neurosviluppo non sono mai stati studiati né correttamente svolti”, precisa Rémy Mazurier, che si rammarica anche dell’assenza di test adeguati validati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) atti a mettere in evidenza tale azione, nonché altri effetti sulla l’asse tiroideo.

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Cautela e trasparenza

Gli autori del rapporto deplorano inoltre che, in assenza di dati sufficienti, otto fascicoli su tredici abbiano ottenuto “proroghe amministrative” da quattro a sei anni. Le due associazioni chiedono quindi l’adozione di una categoria di “sospetti interferenti endocrini”, resa possibile dalla revisione dei regolamenti Clp e Reach. Si aspettano anche la fine dell’estensione “automatica” delle approvazioni, quando mancano dati scientifici, e la trasparenza dei dati disponibili da parte dell’Efsa. “È responsabilità dell’Ue correggere questa situazione il prima possibile. Si tratta di pesticidi che interrompono l’asse tiroideo, ma probabilmente anche di molte altre sostanze con queste proprietà”, insiste François Veillerette, portavoce di Future Generations.