Installare impianti fotovoltaici in casa è più facile grazie al decreto Energia, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 1° marzo. Una buona notizia che diventa ancora più importante, a causa dell’impressionante impennata dei costi in bolletta degli ultimi.
Le nuove semplificazioni
Per quanto riguarda i pannelli, il decreto prevede che l’installazione, con qualunque modalità, di impianti fotovoltaici e termici sugli edifici o su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici, e la realizzazione delle opere per la connessione alla rete elettrica, vengano considerati come interventi di manutenzione ordinaria. Questo permette di liberare l’installazione da necessità di permessi, autorizzazioni, atti amministrativi di assenso e autorizzazione paesaggistica. Tutti aspetti che, soprattutto nei centri storici, tendono a ostacolare la penetrazione delle energie rinnovabili. Rimane comunque la necessità per impianti in aree o immobili vincolati di continuare a richiedere e ottenere il nullaosta paesaggistico.
Pannelli fotovoltaici, istruzioni per l’uso
In questi giorni, molti italiani che finora hanno ritenuto non indispensabile installare dei pannelli sul tetto di casa loro si stanno chiedendo se è il caso di farlo. Per capire quando costa, quando conviene, e cosa è necessario per allacciarli alla rete il Salvagente si è rivolto a Massimo Venturelli, tecnico installatore e vicepresidente Associazione tecnici energie rinnovabili (Ater). “Per dieci anni i governi ci hanno ostacolato in tutti i modi, adesso l’aria è cambiata e siamo subissati di chiamate. Ma il fotovoltaico dovrebbe essere qualcosa di normale, non speciale per poco tempo. Anche perché è la forma di produzione energetica più democratica che esista”, esordisce Venturelli, che poi passa alle nozioni pratiche.
Quanto costa con le detrazioni
“Il costo medio di un impianto domestico, come tra l’altro indicato nei massimali del superbonus 110%, è di 2400 euro a kW di picco massimo”. Dunque per un’abitazione media, che ha contratti con potenza di 3Kw, parliamo 7200 di euro, tutto incluso. “Poi, chiaramente sul mercato puoi trovare preventivi che si discostano da questa cifra media. Per quanto riguarda il pagamento, esiste chi fa le rateizzazioni, anche se non è così comune”. Va detto però che l’installazione di pannelli è coperta da detrazione fiscale al 50%. Significa che nel giro di dieci anni metà del prezzo viene restituito sotto forma di riduzione delle tasse. “Ci sono anche le aziende che fanno una sorta di cessione del credito, scontando subito in fattura, ma con gli interessi si finisce con il pagare l’impianto il 60% invece che la metà” spiega Venturelli. Ricordiamo che l’installazione di impianti di energie rinnovabili rientrano tra gli interventi trainati dal superbonus, per cui in caso l’abitazione stia usufruendo del 110%, anche i nuovi pannelli verranno detratti con la stessa percentuale.
Le altre spese
Ci sono altre spese oltre a quelle dell’installazione? Per esempio, manutenzione periodica obbligatoria? “La manutenzione è quella di un qualsiasi impianto elettrico, che andrebbe effettuata da un manutentore elettrico almeno ogni 10 anni. Va solo installato il contatore aggiuntivo per misurare l’energia che il proprietario del pannello immette in rete. Questo è in carico a lui, e si tratta di circa 158 euro complessivamente. il “misuratore di energia” che viene installato dal gestore di rete è il cosiddetto ‘contatore di generazione dell’energia elettrica. Legge i dati di consumo e anche di immissione in rete. Quest’ultima viene remunerata ovviamente con corrispettivi inferiori ai valori di acquisto”.
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Per quanto sono garantiti i pannelli
2 anni di garanzia valgono per tutti i componenti in genere, molti moduli fotovoltaici hanno garanzie decennali e qualcuno ha esteso la garanzia anche a 25 anni. “Oramai, vengono prodotti seguendo standard internazionali che prevedono che a 20 anni di distanza devono avere almeno l’80% di capacità di produrre energia – spiega l’esperto – In ogni caso, io che li installo dagli anni ’90 posso dire che dopo 20 anni i moduli fotovoltaici sono ancora funzionanti e per mia esperienza possono rimanere in funzione anche 30 anni ed oltre. Si cambiano in caso di guasto o per necessità di potenziamento (rispetto ai moduli di 20 anni fa è possibile installare più potenza a parità di supeficie disponibile sul tetto)”.
Quanto sono convenienti?
Ma in quanto conviene mettere un impianto fotovoltaico in casa? Il tecnico Ater fa due conti: “Considerando che con la detrazione fiscale effettivamente l’impianto si va a pagare circa 3500 euro, con i prezzi dell’energia dello scorso anno, ci volevano dai 5 ai 7 anni per ripagarlo. Visto che nel frattempo l’energia è salita fino a costare il doppio, un impianto installato oggi potrebbe essere ripagato anche in 3-4 anni. In ogni caso, il pannello di una casa ben esposta al sole, può produrre anche 3300 kWh l’anno”. Va detto che l’uso migliore che si possa fare con l’energia prodotta dai pannelli è quello di utilizzarla per l’autoconsumo, e visto che non sono progettati per l’accumulo di energia, è soprattutto quello che riguarda la fascia 1, quella diurna dalle 8 alle 19. Il resto, appunto, viene restituito alla rete in cambio di uno sconto in bolletta. “Ci pensa l’installatore stesso a sbrigare le pratiche con il gestore di energia che serve il cliente, per allacciare l’impianto alla rete”, spiega Venturelli.
I calcoli di Qualenergia
Per quanto riguarda la convenienza, molto interessanti i prospetti elaborati da Qualenergia.it, portale specializzato in energie rinnovabili, che riportiamo a seguire.
Impianto FV da 3 kWp installato nel centro Italia
Caso 1: Autoconsumo = 30%
- Consumo totale = 3.600 kWh/anno
- Costo del kWh prelevato = 28 c€
- Aumento annuo del costo del kWh prelevato = 3,5%
- Costo dell’impianto IVA compresa = 6.100 €
- Producibilità attesa annua = 3.550 kWh/anno
- Contributo scambio sul posto e detrazione fiscale del 50% (Bonus Casa
Pertanto, per un impianto fotovoltaico da 3 kWp installato in centro Italia con autoconsumo del 30% sul totale senza finanziamento, considerando Scambio sul Posto e detrazione del 50%, il periodo di rientro risulta di circa 7 anni.
Il beneficio economico globale alla fine dei 20 anni è di circa 30.000 €, considerando scambio sul posto e risparmio economico cumulato.
Caso 2: Autoconsumo = 70%
- Consumo totale = 3.600 kWh/anno
- Costo del kWh prelevato = 28 c€
- Aumento annuo del costo del kWh prelevato = 3,5%
- Costo dell’impianto IVA compresa = 6.100 €
- Producibilità attesa annua = 3.550 kWh/anno
- Contributo scambio sul posto e detrazione fiscale del 50% (Bonus Casa)
Per un impianto fotovoltaico da 3 kWp installato in centro Italia con autoconsumo del 70% sul totale senza finanziamento, considerando Scambio sul Posto e detrazione del 50%, il periodo di rientro risulta di circa 4 anni.
Il beneficio economico globale alla fine dei 20 anni è di circa 65.000 €, considerando scambio sul posto e risparmio economico cumulato.