TreValli, la rivolta degli allevatori: “Perché è stato portato via di fretta il latte annacquato?”

LATTE TREVALLI

“Chiediamo le dimissioni del presidente di Cooperlat TreValli Paolo Fabiani perché non ha spiegato il motivo per il quale il latte annacquato nella cisterna ad Amandola (scoperto il 12 marzo 2021, leggi qui) è stato frettolosamente portato via e perché sia stato risolto il contratto con la società esterna delegata ai controlli (la Tecnal, ndr), proprio quella che ha scoperto la frode“. A parlare è Antonio Baietta, presidente di Santangiolina latte Fattorie lombarde società cooperativa che rappresenta il maggiore conferitore di latte – “nel 2021 abbiamo conferito 28 milioni di litri“, spiega al Salvagente – e il 33% del capitale sociale di Cooperalt-TreValli. “Nonostante siamo il socio di maggioranza relativa, non contiamo nulla e nel Cda siamo minoranza”, aggiunge Baietta.

Dopo il caso del latte annacquato destinato alla produzione di mozzarelle per la TreValli, scoperto grazie al lavoro svolto da Daniele Seniga di Tecnal, dal novembre scorso sollevato dall’incarico, una parte della proprietà chiede che si faccia piena luce su una vicenda dalla quale al momento potrebbe emergere solo la punta di un iceberg: “Nonostante i consiglieri di minoranza avessero insistentemente chiesto una relazione sulla qualità del latte e sulle voci di frodi – punta il dito Baietta – l’attuale presidente Fabiani non ha mai accettato di svolgerla“. E aggiunge: “Per questa scarsa trasparenza i delegati di varie cooperative avevano abbandonato i lavori dell’ultima assemblea di Cooperlat (a fine ottobre 2021, ndr) rifiutandosi di votare un nuovo regolamente per il conferimento del latte e la conseguente risoluzione del contratto con la società esterna delegata ai controlli: proprio quella che aveva scoperto la frode“.

Solo un caso isolato? I dubbi sono tanti

Ma la vicenda della cisterna di Amandola è un caso isolato come ha assicurato TreValli o la punta di un iceberg? Baietta rimane dubbioso: “Prima che venisse riportato dai giornali noi non avevamo avuto informazioni su presunte frodi. Certo mi limito a rimanere dubbioso: attrezzare un camion con un doppiofondo azionato meccanicamente tramite un telecomando non lo si fa dalla sera alla mattina… Ci sono voci che dicono che questo modus operandi andava avanti da molto tempo ma io non ho le prove. Dico solo che mi auguro indagini veloci e che si porti il prima possibile trasparenza all’interno di Cooperlat-TreValli. Ma resta sempre una domanda di fondo: perché quel latte è stato portato via in tutta fretta quando andava invece analizzato e distrutto? E poi: l’acqua aggiunta poteva dare problemi alla sicurezza alimentare dei consumatori? Servono risposte”.

“Ho scoperto la frode e mi hanno licenziato”

Noi vogliamo ripartire da questa domanda: perché e chi ha voluto portare via di fretta il latte risultato non conforme e che doveva essere distrutto? Per rispondere a questa domanda torniamo a chiederlo al dottor Daniele Seniga della Tecnal – Life Analytics, società accreditata nei controlli sulle materie prime alimentari che era stata incaricata da Cooperlat nel gennaio 2020 di potenziare la tracciabilità e favorire in tutte le stalle il benessere animale: “La mattina dei venerdì 12 marzo 2021 ero impegnato nei controlli in banchina alla cooperitiva Sibilla di Amandola. Da mesi avevamo fondati sospetti su un autotrasportatore. Quando arriva facciamo un prelievo all’interno dell’autocisterna: il latte risulta conforme e autorizziamo lo scarico”.

A quel punto entra in azione tramite telecomando il doppio fondo che scarica oltre agli 11mila chili di latte anche 500 kg di acqua. “Sapevamo di dover ripetere l’analisi all’interno del serbatoio e infatti scopriamo che il latte scaricato contiene il 5% di acqua” che per legge non può esserci.

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La frode non scatta perchè Seniga la scopre. “A quel punto l’autotrasportatore vistosi scoperto fugge… Io compilo un verbale di non conformità per avviare alla distruzione del latte annacquato“. L’indomani se le analisi condotte con strumentazioni accreditate confermeranno la frode verrà confermata la distruzione del latte.

“Il latte sparisce per ordini superiori”

Ma sabato 13 succede una cosa molto strana. “L’autotrasportatore – prosegue Seniga – viene autorizzato dai vertici della cooperativa a riprendersi il latte non conforme e a portarlo via senza che venga fatta nemmeno una bolla di carico. Il latte sparisce per ordini superiori. Quasi come se qualcuno volesse dimostrare che io mi ero inventato tutto”. Che fine ha fatto quel latte? “È molto probabile – spiega il controllore – che sia stato rivenduto come latte alimentare”. La pista che ha preso porta, secondo alcune voci, a un caseificio di Termoli.

Torniamo però al latte di Amandola: “Quando scopro che hanno fatto sparire il latte informo la guardia di finanza di Teramo e la locale stazione dei carabinieri mentre dai vertici del gruppo Cooperlat mi invitavano alla calma….”. Che per qulcuno tutto fosse sotto controllo e che la vicenda fosse risolta lo testimonia il fatto che la domenica – 14 marzo – l’autotrasportatore si ripresenta come se niente fosse alla Sibila per fare un altro “scarico” ma questa volta oltre a Seniga ci sono anche i carabinieri che sequestrano il mezzo. “L’autotrasportatore confesserà poi chi era coinvolto e per nome e conto di chi agiva e come funzionava il sistema”. A tutt’oggi indaga la Procura di Ancona.

Ma questa non è una storia a lieto fine perché a fine ottobre Seniga e la Tecnal vengono “licenziati“: “E questo solo per aver svolto il mio lavoro con competenza e onestà. Davvero assurdo! Io voglio tornare al mio lavoro in Cooperlat e l’inchiesta giudiziaria e i documenti che ho depositato alla fine faranno giustizia“.