Pesticidi e rifiuti uccidono 9 milioni di persone all’anno. Il rapporto dell’Onu

INQUINAMENTO

“L’inquinamento da parte di Stati e aziende sta contribuendo a più morti a livello globale rispetto a quelli che abbiamo contato con la pandemia da Covid-19”. È quanto si legge in un rapporto redatto delle Nazioni Uniti che sarà presentato il mese prossimo al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. “È necessaria un’azione immediata e ambiziosa per vietare alcune sostanze chimiche tossiche” si legge nel documento che afferma che l’inquinamento da pesticidi, plastica e rifiuti elettronici sta causando diffuse violazioni dei diritti umani e almeno 9 milioni di morti premature all’anno, e che il problema è in gran parte trascurato.

La pandemia di coronavirus ha causato quasi 5,9 milioni di morti, secondo l’aggregatore di dati Worldometer.

“Gli attuali approcci alla gestione dei rischi posti dall’inquinamento e dalle sostanze tossiche stanno chiaramente fallendo, con conseguenti violazioni diffuse del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”, ha spiegato l’autore del rapporto, il relatore speciale delle Nazioni Unite David Boyd, aggiungendo: “Penso che abbiamo un obbligo etico e ora legale di fare meglio da parte di queste persone”.

Nel documento, si fa, tra l’altro, uno specifico riferimento all’Ilva di Taranto sostenendo che “da decenni compromette la salute delle persone e viola i diritti umani scaricando enormi volumi di inquinamento atmosferico tossico. I residenti nelle vicinanze soffrono di livelli elevati di malattie respiratorie, malattie cardiache, cancro, malattie neurologiche debilitanti e mortalità prematura. Le attività di bonifica che avrebbero dovuto iniziare nel 2012 sono state posticipate al 2023, con l’introduzione da parte del Governo di appositi decreti legislativi che consentono all’impianto di continuare a funzionare. Nel 2019, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha concluso che l’inquinamento ambientale continuava, mettendo in pericolo la salute dei ricorrenti e, più in generale, quella dell’intera popolazione residente nelle aree a rischio”. L’acciaieria di Taranto era stato uno dei siti inquinanti oggetto della visita in Italia di Marcos Orellana, relatore speciale Onu su diritti umani e sostanze e rifiuti tossici di cui abbiamo parlato in questo articolo.

I Pfas vanno messi al bando al più presto

Nelle conclusioni del documento c’è un esplicito sollecito ai governi a mettere al bando alcune sostanze come i polifluoroalchil e perfluoroalchil, sostanze artificiali utilizzate nei prodotti per la casa come pentole antiaderenti che sono state collegate al cancro e soprannominate “sostanze chimiche per sempre” perché non si degradano facilmente.

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Allo stesso tempo, il rapporto indica come urgente “la bonifica dei siti inquinati e, in casi estremi, il possibile trasferimento delle comunità colpite – molte delle quali povere, emarginate e indigene – dalle cosiddette “zone di sacrificio”.

Quel termine, originariamente utilizzato per descrivere le zone di test nucleari, è stato ampliato nel rapporto per includere qualsiasi sito o luogo fortemente contaminato reso inabitabile dai cambiamenti climatici.

“Quello che spero di fare raccontando queste storie di zone di sacrificio è dare davvero un volto umano a queste statistiche altrimenti inspiegabili e incomprensibili (del bilancio delle vittime dell’inquinamento)”, ha concluso Boyd.