“Sapeva che provocava il Parkinson ma lo ha nascosto”, la causa che rischia di affossare la Syngenta

SYNGENTA

Sapevano che il loro pesticida era in grado di provocare il morbo di Parkinson, ma hanno nascosto i dati per continuare a venderlo. Le accuse alla multinazionale Svizzera Syngenta, produttrice (ancora) di uno dei pesticidi più temibili del mondo, vietato in Europa ma qui prodotto per continuare ad esportarlo, non sono di certo nuove.

A marzo, per ilsalvagente.it, le aveva raccontate Valentina Corvino dando conto dell’inchiesta giornalistica the Paraquat Papers.

La novità è che – così come nel caso di Bayer-Monsanto relativo al glifosato, potrebbero ben presto trasformarsi in un’enorme valanga giudiziaria in grado di piegare le gambe alla Syngenta. Più di 500 querelanti, infatti, con casi depositati presso il tribunale federale del distretto meridionale dell’Illinois negli Stati Uniti, si stanno unendo in una causa nazionale contro la multinazionale svizzera. E l’accusa principale è proprio questa: le vittime affermano che l’azienda era a conoscenza del legame con il Parkinson e altre malattie, lo ha nascosto e ha comunque venduto il prodotto per decenni.

Le prime deposizioni inizieranno a febbraio e alcuni processi prenderanno il via a novembre.

In risposta alle domande del giornale The Southern, l’avvocato co-responsabile dei querelanti ha inviato una dichiarazione che spiega bene le accuse, terribili, al big dei pesticidi: “Syngenta sapeva del legame del paraquat con il Parkinson e ha deliberatamente nascosto quel rischio al pubblico e alle agenzie di sicurezza governative per decenni. A nome dei numerosi agricoltori e lavoratori agricoli esposti al paraquat mentre si prendono cura dei raccolti del nostro paese, non vediamo l’ora di portare avanti questo caso e di dimostrare che Syngenta è pienamente responsabile per il danno irreparabile e la sofferenza per tutta la vita che ha causato”.

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La difesa di Syngenta, invece, punta a evitare risarcimenti milionari. “Al centro di questo problema c’è un disaccordo fondamentale sulla scienza dell’aggiunta della giusta quantità di emetico (la sostanza che additivata al pesticida avrebbe dovuto provocare vomito in tempi brevi, impendendo le intossicazioni, ndr) alle formulazioni del paraquat. È una questione complessa e non così semplice come è stata fatta. Il moderno parere medico esperto è dalla nostra parte. Nemmeno la FAO/OMS, l’US EPA e altri organismi hanno cambiato le loro raccomandazioni. Aggiungendo: “Data la recente attenzione, abbiamo condotto una seconda analisi dell’efficacia dell’emetico, utilizzando i dati di due importanti studi dello Sri Lanka. La nuova analisi ha mostrato che la maggior parte delle persone ha vomitato entro mezz’ora, il che ci consente di ribadire ancora una volta che l’emetico sta fornendo la risposta mirata”.

La causa, c’è da scommetterlo, finirà per turbare il sonno della multinazionale elvetica. Ma non solo il suo. Il 24 settembre, infatti, gruppi di contadini, ambientalisti e organizzazioni sanitarie rappresentati da Earthjustice hanno intentato una causa anche contro l’Agenzia per la protezione ambientale Usa per aver approvato l’uso del paraquat.

“Il paraquat è attualmente vietato in 32 paesi, inclusi gli Stati membri dell’Unione Europea (dove la sostanza chimica viene prodotta ed esportata) e la Cina. A luglio, l’Epa ha riapprovato la registrazione del pesticida per altri 15 anni”, si legge nel comunicato. “Il paraquat è uno degli erbicidi più utilizzati negli Stati Uniti, utilizzato su colture come uva, mandorle, semi di soia, cotone e altro. Il suo utilizzo è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, raddoppiando tra il 2012 e il 2017 nonostante i suoi gravi rischi per la salute”.