Uno dei problemi rimasti senza soluzione tra i tanti causati dall’inquinamento da Pfas in Veneto è quello della contaminazione delle falde acquifere nei campi coltivati all’interno della zona rossa, tra Vicenza, Verona e Padova. Sebbene siano stati messi filtri negli acquedotti, i pozzi usati per attività agricole non sono infatti interessati per la maggior parte dei casi da questa miglioria tecnologica.
La delibera
Per questo, è sicuramente un’iniziativa degna di attenzione, la delibera del comune di Arzignano (nel vicentino, in piena zona rossa), che rende possibile vendere ortofrutta garantita come “libera da Pfas”. Come scrive il Giornale di Vicenza che riporta la notizia, “nell’ultimo consiglio comunale è stata approvata all’unanimità quella che può essere considerata una storica delibera, con la destinazione di dieci nuovi posteggi al mercato contadino del giovedì riservati esclusivamente alla vendita di prodotti no Pfas”. Una delibera che è arrivata su richiesta della Cillsa, che si batte contro i Pfas in zona.
Come funziona
Ma come funzionerà il pratica il banco ortofrutta no Pfas? I produttori dovranno presentare una certificazione rilasciata da un laboratorio di analisi accreditato relativa alla qualità dell’acqua dei pozzi utilizzata dall’azienda con cui si attesta l’assenza di Pfas e altre sostanze nocive. “Nel caso in cui l’orticoltore si avvalesse di acqua dell’acquedotto pubblico, è necessaria la certificazione del gestore delle acque” spiega il Giornale di Vicenza. Inoltre, deve essere indicata la filiera di produzione dei propri prodotti dichiarando nome del produttore, indirizzo dei campi o degli allevamenti, data del raccolto, origine dettagliata dei mangimi e dati sugli stessi che confermino l’assenza di Pfas, l’ubicazione dei pozzi, l’assenza di concimi chimici e l’eventuale utilizzo di pesticidi indicandone nome e tipologia.
Esclusi i campi trattati con glifosato
Nel caso in cui nel banco al mercato siano venduti prodotti trasformati, come pane e formaggi, il produttore dovrà attenersi alle stesse regole sopra descritte per le materie prime utilizzate. Non solo, queste informazioni dovranno essere sempre messe in evidenza per i consumatori che si avvicinano al banco. Dai banchi no Pfas sono esclusi in ogni caso prodotti provenienti da campi trattati con glifosato. I produttori vengono invitati inoltre a evitare l’uso della plastica per le confezioni.