Il test sierologico per la conta degli anticorpi anti-Covid non ha più lo stesso valore di un tempo. A sostenerlo sono stati i ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che hanno condotto uno studio sulla mutazione Omicron. Secondo i ricercatori, la nuova variante del virus ha reso inefficace la conta degli anticorpi: “Omicron ha modificato lo scenario: adesso per avere un’idea prudenziale non ci sono test sierologici disponibili in grado di dare un correlato del livello di protezione” sostiene Francesco Bonfante responsabile del Laboratorio ricerca modelli animali presso la SCS6 – Virologia speciale e sperimentazione dell’Istituto Zoprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), che ha condotto lo studio in collaborazione con le microbiologie del territorio che hanno fornito il virus con la mutazione Omicron all’Istituto.
Bonfante ha spiegato che gli anticorpi neutralizzanti contro il virus di due anni fa sono stati quantificati e confrontati con quelli contro la variante Omicron. “Esiste un valore soglia che dà protezione rispetto all’infezione: prima della terza dose i titoli anticorpali fanno sì che solo il 5% sia protetto, dopo la terza dose ben il 75% delle persone testate aveva un livello sufficientemente alto”.
Ripetendo il test con il siero di persone che hanno contratto la variente delta – ancora la dominante – il risultato è migliore: un 67% è protetto prima della dose booster del vaccino, dopo la terza dose il 94% è protetto. “Infine la quantità di anticorpi necessaria per essere protetti dalla malattia grave contro Omicron è più bassa rispetto alle altre varianti, e dopo la terza dose si riduce ancora di più” ha concluso il ricercatore.