Il grande bluff della nuova Pac sul Green Deal

Il futuro agroambientale dell’Unione europea è a un punto di svolta: In queste settimane si decide l’attuazione del testo della nuova Politica agricola comune (Pac), lo strumento principale con cui la comunità europea finanzia il settore, nonché la voce di spesa maggiore per le casse dell’Ue. La Commissione Ue vorrebbe legare il programma di sussidi all’agricoltura al Green Deal, il piano europeo per la riduzione delle emissioni inquinanti, ma secondo una fonte interna da Bruxelles raccolta da Euractiv, questo collegamento sarebbe destinato a cadere “vittima delle pressioni degli Stati membri in una procedura decisionale a porte chiuse”.

L’importanza dei piani strategici nazionali

Tocca ai singoli paesi, attraverso i piani strategici nazionali, specificare le modalità con cui intendono raggiungere i nove obiettivi della riforma della Pac. “Le bozze dei piani devono essere presentate alla Commissione europea per l’approvazione entro la fine dell’anno. Ci si aspettava che il provvedimento di attuazione includesse l’obbligo per gli Stati membri di specificare come i loro piani strategici contribuiranno al Green Deal” scrive Euractiv, che invece, secondo le indiscrezioni raccolte, sostiene che in seguito alla protesta di alcuni paesi, questo punto verrà probabilmente affossato durante il passaggio nelle numerose commissioni e comitati interni di Bruxelles.

Il manifesto della coalizione italiana

Anche per evitare questo, molte associazioni agricole e ambientaliste italiane, tra cui Wwf, Aiab, Legambiente e Ciwf, riunite nella Coalizione Cambiamo Agricoltura, hanno presentato un manifesto in cui sono raccolti i principi chiave e gli interventi necessari per cambiare paradigma facendo dell’agricoltura il motore del Green Deal nel nostro Paese. Il manifesto è stato già sottoscritto da decine di esperti autorevoli del mondo della ricerca, dell’Università e della società civile ed è aperto alla sottoscrizione di tutti i cittadini che “vogliono un’agricoltura diversa, più equa, pulita e giusta, sostenibile per gli agricoltori, i consumatori e il Pianeta” scrivono i promotori, secondo cui “La voce dei cittadini è importante per sostenere le proposte che le Associazioni della Coalizione Cambiamo Agricoltura porteranno al Tavolo di partenariato che dovrà discutere e condividere nei prossimi mesi il Piano Strategico Nazionale”. La coalizione segnala che “È molto alto il rischio che nella redazione del Piano Strategico Nazionale prevalgano le potenti lobby economiche che hanno già impedito a livello europeo una radicale riforma della Pac, per conservare vecchi privilegi e difendere modelli di produzione intensivi dipendenti dai pesticidi e fertilizzanti chimici”.

Le azioni da portare a termine

Nel manifesto ci sono diverse richieste, tra cui: Sostegno all’agricoltura biologica così che possa raggiungere il 30% di superficie entro il 2027 e il 40% entro il 2030; Spazi per la natura negli ambienti agricoli con l’attenzione alla conservazione del Paesaggio; Sostegno alla zootecnia estensiva e attenzione al benessere animale; Pratiche che proteggano il suolo e contrastino il cambiamento climatico; Una crescita dell’agrobiodiversità, delle filiere locali e dell’economia circolare; Un sistema di formazione e informazione indipendente e compartecipato; Attenzione all’agricoltura sociale, alla condizione dei lavoratori, ai giovani e alle donne; Pagamenti equi e giusti, con l’abolizione dei titoli storici e una soglia massima per azienda.

Per spiegare le storture dell’attuale Pac e gli effetti negativi su ambiente e piccoli coltivatori, così come il ruolo di svolta del piano strategico nazionale, riportiamo a seguire il video della Coalizione europea Good Food Good Farming, l’edizione italiana è stata curata dalla Coalizione italiana Cambiamo Agricoltura.

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