L’onigiri, lo street food giapponese così popolare in Italia

ONIGIRI

Moltissime guerre, se non tutte, condotte dall’uomo sono state fatte per conquistare spazi per coltivare, allevare e per poi commerciare o assumere delle posizioni difensive strategiche. Ciò non toglie che più di una volta i vinti ebbero ragione dei vincitori, come accadde già con i Romani che pur battendo i Greci già a Corinto nel 146 a.C. facendone una loro provincia, videro la cultura greca sconfiggere le proprie legioni conquistandole in modo quasi pacifico. Qualcosa di simile sta accadendo con il Giappone che pur essendo un paese piccolo e per giunta sconfitto nell’ultima guerra mondiale, ha una cultura millenaria tale da penetrare e conquistare l’occidente. Oggi Sushi, soia, bevande funzionali etc. sono di casa sulla nostra tavola a dimostrazione che una penna, intesa come cultura, può soggiogare più della nuda spada di ferro. In questi Miti Alimentari parleremo di Onigiri, per qualcuno si chiamano Omusubi, ovvero di snack del paese del Crisantemo che si stanno affermando come moda in Europa e in Italia in modo particolare. I “legionari” di questi prodotti spesso sono i cartoon giapponesi che li diffondono in maniera capillare.

L’Onigiri è un prodotto molto semplice e somiglia molto al sushi come preparazione

VERO Il Sushi è in realtà un insieme che raggruppa più piatti e che semplificando si chiamano Sushi. La loro base è formata da riso, spesso del basmati, con l’aggiunta di vari ingredienti come pesce, alghe, uova e possono utilizzare sia dei prodotti crudi che cotti. Nel caso dell’Onigiri si potrebbe assimilarlo ad un arancino orientale, ovvero una polpetta di riso bianco che nasconde al suo interno del pesce tipo tonno, salmone, raramente della carne etc. Sono considerati dei mini-snack da picnic dove la praticità del prodotto semplificato rispetto al classico e ben noto Sushi consente un suo uso meno cerimoniale. Gli Onigiri sono stati anche la razione dei samurai in guerra. In altre parole, il tipico Street Food giapponese che di solito ha forma triangolare. L’alga di colore scuro non avvolge tutto il riso come nel Sushi, ma solo il lato da tenere per mangiarlo mentre magari si passeggia e questo spiega la sua forma così semplice e più “maneggiabile”. Il Sushi prevede uso di bacchette, di tempo da dedicare e di una maggiore cerimonialità mentre l’Onigiri è un prodotto da strada che, pur avendo in comune molti ingredienti, permette di assaggiare fra una telefonata e un rincorrersi di appuntamenti dei prodotti esotici.

L’Onigiri prevede pochi condimenti e alla fine si tratta di un semplice arancino triangolare di riso

FALSO Questo Street Food può essere arricchito con tanti ingredienti fra cui il sesamo, differenti pesci come tonno o salmone oppure del seitan e più raramente della carne, ma nel prodotto tradizionale giapponese spesso si usa l’Umeboshi. Le basi di questo condimento sono scelte per avere il tipico contrasto sensoriale che ci permette di apprezzare al meglio un alimento andando a spezzare la monotonia di un gusto o di un sapore fisso. Nell’Umeboshi si usano prugne molto mature che vengono poi salate per macerazione nel sale. Se il colore non è sufficientemente rosso si preferisce colorare l’Umeboshi con una pianta aromatica ricca di antociani come è lo Shiso meglio noto come basilico giapponese o basilico cinese. Le due varietà più comuni di Shiso sono colorate di rosso o di verde e colorando l’Umeboschi si impreziosisce l’abbinamento acido e salato che fa apprezzare al meglio l’Onigiri altrimenti molto piatto dal punto di vista sensoriale.

Gli Onigiri sono snack da considerare del tutto salutistici

VERO/FALSO Ahimè la presenza di pesce assolutamente fresco e quindi di acidi grassi per noi utili alla salute, è talvolta annichilita dal sale che si aggiunge all’esterno oppure da quello usato per le prugne necessarie per fare il condimento Umeboschi. In questo caso si usano fino a 200 grammi di sale per chilogrammo di frutta imnpiegata nella sua preparazione che viene mescolato per bene per assicurare che entri nel frutto. A questo segue una fase di macerazione fatta alternando foglie di Shiso con le prugne salate lasciando la pila sotto un peso per un mese o un mese e mezzo. Una volta macerate le prugne sono poi recuperate ed essiccate per utilizzarle nell’Onigiri da strada. Dal punto di vista nutrizionale, 100 g di Onigiri dove si possono trovare del salmone con i piselli, forniscono circa 180 kilocalorie e ben 32 grammi di carboidrati oltre a 3 grammi di grassi saturi, ma il vero rischio si può avere dalla presenza di 3,5 grammi di sale che da soli rappresentano quasi il 60% del sale che viene concesso quotidianamente di introdurre senza considerare l’eventuale salsa di soia che potremmo aggiungere come condimento. Qualche attenzione deve essere fatta consumando gli Onigiri. Sono adatti in generale a chi ha una forma di celiachia essendo privi di glutine, ma possono creare problemi per le eventuali allergie che derivano dagli ingredienti presenti, in special modo se la qualità e la freschezza del pesce usato non è eccellente.