La crisi delle materie prime da una parte, i danni dell’uragano Ida che hanno danneggiato uno stabilimento Bayer in Lousiana, hanno ridotto la disponibilità degli erbicidi e in particolar modo del glifosato, il più utilizzato al mondo. E così gli agricoltori statunitensi hanno lanciato l’allarme: “Fate scorta, il prossimo anno finiremo per essere senza glifosato”. A lanciare l’allerta un rappresentante della Growmark una cooperativa canadese di approvvigionamento agricolo sul portale di settore C&En (Chemical & Engineering News).
Nel Nord America il tema, tra gli agricoltori e i fornitori di pesticidi, sta tenendo banco e non è escluso che questo potrà avere ripercussione sui prezzi dei trattamenti fitosanitari ma anche sul modello agricolo stesso. Se infatti in tanti hanno espresso preoccupazione per la penuria di glifosato, si fa largo anche la posizione di chi sostiene “non è una brutta cosa ridurre la nostra dipendenza dagli erbicidi. A volte la necessità guida l’invenzione”.
Da un sondaggio condotto dall’Università Purdue nello Stato dell’Indiana tra gli agricoltori è emersa la consapevolezza che l’uso massiccio di glifosato produce resistenza degli infestanti. “Negli ultimi tre decenni – riporta C&En – molte erbe infestanti hanno sviluppato una robusta resistenza al glifosato. La carenza di glifosato potrebbe costringere gli agricoltori a prepararsi a un futuro in cui il glifosato sarà molto meno efficace“.
La penuria di glifosato potrebbe essere sostituita da altri erbicidi? La risposta sembra negativa “L’uso di erbicidi più vecchi – spiegano dalla Growmark – risulterebbe molto difficoltoso. Molti agricoltori coltivano piante Ogm, geneticamente modificate, come il Roundup Ready, che possono tollerare l’erbicida Roundup a base di glifosato di Bayer. Ciò consente loro di spruzzare facilmente il potente erbicida su un intero campo, uccidendo le erbacce senza danneggiare i raccolti. L’applicazione di erbicidi più vecchi non garantirebbe questo tipo di trattamento”.