Il rapporto di Friends of Earth “demolisce” i nuovi Ogm: non risolvono il cambiamento climatico

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La Commissione europea sembra intenzionata a proseguire sulla strada già annunciata di deregolamentare i nuovi ogm nonostante cresca, giorno dopo giorno, il fronte di quanti  sostengono che anche la nuova tecnica di editing debba sottostare alle regole europee che attualmente disciplinano gli organismi geneticamente modificati. Se la Commissaria Ue alla salute Stella Kyriakides intervenendo in plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo al dibattito sulla strategia Ue sui sistemi alimentari sostenibili dal produttore al consumatore  ha detto che “l’iniziativa mirata sulle nuove tecniche genomiche esplorerà come la tecnologia può contribuire in modo sicuro ai nostri obiettivi comuni di sostenibilità”, un nuovo rapporto di Frieds of Earth Europe spiega che “la Commissione europea deve riconoscere che la soluzione alla lotta dell’agricoltura non risiede nei consigli di amministrazione delle lobby degli Ogm, ma proprio sotto i suoi piedi. E deve agire, rapidamente, per sostenere le soluzioni reali e garantire cibo sostenibile e un futuro vivibile”.

Quello che l’associazione ambientalista (ma non è la sola) sostiene è che l’esecutivo europeo stia cedendo rapidamente alla lobby dell’agro-chimica (come abbiamo denunciato anche in questo articolo) lasciandosi convincere dalle argomentazioni di quest’ultima. Che altro non sono – continua l’associazione – le stesse che vent’anni fa hanno spinto all’accettazione dei “vecchi” ogm (e che tra l’altro non si sono mai avverate).

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“L’agricoltura è intrappolata in un circolo vizioso. L’agricoltura industriale e in particolare la produzione industriale di mangimi per animali è uno dei principali motori delle emissioni di gas serra e del cambiamento climatico, e il settore agricolo sta lottando per far fronte alle conseguenze di tale sconvolgimento climatico” si legge nel rapporto di Friends of Earth che continua: “L’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi e le condizioni imprevedibili minacciano la produzione agricola, che a sua volta mette a rischio la produzione alimentare”.

Le soluzioni efficaci – suggerisce l’associazione – devono essere su due fronti: ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e rendere il settore più resiliente agli impatti climatici.
Le aziende biotecnologiche affermano di avere la risposta: nuovi organismi geneticamente modificati (Ogm). “Per oltre vent’anni, l’industria biotech ha promesso proiettili d’argento ai problemi di produzione: piante più resistenti alla siccità, colture meno dipendenti dai fertilizzanti e altre tecnologie che non si sono mai concretizzate. Due decenni dopo e non c’è stato alcun segno che queste tecnologie raggiungessero il mercato” continua il rapporto. Ora le stesse aziende biotecnologiche stanno promuovendo una nuova generazione di Ogm, con una sfilza di nuove promesse prive di fondamento. Un esempio è Crisp, uno strumento che secondo loro potrebbe modificare il Dna per aggiungere o sopprimere tratti genetici in piante o animali. I lobbisti delle biotecnologie chiedono alla Commissione europea di deregolamentare questi nuovi Ogm e di respingere tutte le prove dei rischi connessi.

“Anche in caso di successo, questa scienza non dimostrata offre solo un potenziale sollievo a breve termine dai sintomi di un’industria agricola insostenibile. Nel frattempo, sta distogliendo tempo, investimenti e attenzione da soluzioni reali e già collaudate come l’agroecologia – e rischia di rilasciare modifiche genetiche nella natura che non possiamo controllare” conclude il rapporto.