Diesel “sporco”, Ip condannata a riscarcire l’automobilista

DIESEL SPORCO

Ancora un caso di gasolio “sporco” e di nuovo un automobilista che ottiene un risarcimento per il danno causato al motore da parte di un carburante contaminato. Dopo la sentenza del Giudice di Pace di Bologna, stavolta è quello di Cremona ad accertare la non conformità del diesel erogato da una stazione di servizio Ip a Piadena Drizzona come causa del guasto che ha “piantato” l’auto di una cittadina della zona.

Assistita dall’avvocato Daniele Lurani, l’automobilista ha ottenuto dal giudice un risarcimento pari a 1.270,56 euro, a cui si sommano 73,20 euro per il recupero dell’auto e 15,01 euro di gasolio inutilizzabile, più gli interessi legali, la rifusione delle spese della consulenza tecnica di ufficio e le spese legali. “Il guasto”, si legge nella sentenza emessa dal Giudice di Pace di Cremona, Beatrice Ghillani, è “riconducibile all’impiego di carburante non idoneo alla scarsa capacità lubrificante”.

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La vicenda conferma ancora una volta la presenza diffusa di gasolio “sporco” in Italia che avevamo messo in luce nel numero di luglio 2021 (acquista qui) con le analisi svolte sul diesel prelevato in 30 impianti, tra Torino, Roma e Napoli-Caserta, e in 5 casi avevamo riscontrato un prodotto non conforme perché probabilmente erano state aggiunte sostanze più volatili se non addirittura solventi industriali.

Nel caso dell’automobilsta cremonese fatale fu il “pieno” effettuato il 17 gennaio 2019 presso l’impianto Ip di Piadena Drizzona: dopo essere ripartita e dopo aver percorso un chilometro, il motore della Mercedes ha cominciato a funzionare male e la conducente ha portato il veicolo dal meccanico. Il motivo del panne? Danni alla pompa di iniezione e agli iniettori. “Per ottenere il risarcimento, abbiamo dovuto intentare una causa all’Ip Services Srl, società del Gruppo Api che si occupa di gestire sul territorio nazionale i distributori” ci spiega l’avvocato Daniele Lurani che aggiunge: “Il giudice ha nominato un perito che ha ravvisato la contaminazione del diesel erogato nel serbatoio”. La causa di questa “contaminazione”? “Purtroppo la causa non è stata accertata però di azioni legali come questa in questi anni ne ho seguite molte e spesso si chiudono con un accordo transattivo con la compagnia petrolifera”.

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Da parte loro i gestori dell’impianto hanno sempre negato di aver ricevuto lamentele simili da altri clienti e che i test condotti sui carburanti erogati hanno sempre dato esito negativo rispetto a possibili contaminazioni. Attraverso il proprio perito, come riporta il Corriere.it , la Ip ha invece sostenuto l’impossibilità del carburante di arrivare alla pompa di iniezione del motore dopo appena un chilometro. E ha ipotizzato che “la reale causa del malfunzionamento fosse da condurre a sporcizia già presente nel serbatoio prima del rifornimento”.

Tuttavia il giudice ha stabilito il risarcimento riconoscendo di fatto il nesso tra l’uso di quel gasolio e il danno riportato dalla Mercedes dell’assistita dell’avvocato Lurani.