L’Europa presenta il pacchetto clima (che non piace ad ambientalisti e non solo)

Stop alla vendita di auto a benzina dal 2035, riduzione delle emissioni del trasporto su strada, riqualificazione degli edifici della Pubblica amministrazione. Sono questi alcuni degli obiettivi contenuti nel pacchetto clima presentato dalla Commissione europea che ha già ricevuto diverse critiche dagli ambientalisti secondo cui il piano non sarà sufficiente a fermare la distruzione degli ecosistemi.

“L’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti, servono nuovi modelli” ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando “Fit For 55”, che indica gli strumenti per la rivoluzione verde.

Le proposte in sintesi
Le proposte della Commissione riguardano, in estrema sintesi: un rafforzamento del sistema europeo di scambio dei permessi di emissione (“Emission trade system” – Ets) e la sua applicazione a nuovi settori (aviazione civile, settore marittimo, trasporti stradali ed edilizia); un aumento della produzione dell’uso di energie rinnovabili; obiettivi vincolanti per l’aumento dell’efficienza energetica; una più rapida diffusione dei modi di trasporto a basse emissioni e delle infrastrutture (punti di ricarica elettrica e di rifornimento per i carburanti alternativi) e dei nuovi combustibili necessari; l’allineamento delle politiche fiscali (in particolare la tassazione dell’energia) con gli obiettivi del Green Deal europeo; misure (“dazi climatici” all’importazione) per prevenire il “carbon leakage” e rilocalizzazione fuori dall’Ue delle industrie ad alta intensità di emissioni; strumenti per preservare e potenziare la capacità dei “pozzi naturali di assorbimento del carbonio”, ovvero le aree agricole e forestali.

Dal 2035 stop vendita auto a benzina
Stop alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035. È una delle proposte contenute nel pacchetto clima presentato dalla Commissione europea. L’obiettivo sarà accompagnato dalla creazione di un nuovo mercato della CO2 per il trasporto su gomma e per gli edifici. Bisognerà inoltre, secondo Bruxelles, passare dalla tassazione dell’energia basata sui volumi a una basata sul contenuto energetico dei combustibili. La tassazione minima sulla benzina passerebbe da 0,359 a 0,385 centesimi al litro, quella sul gasolio da 0,330 a 0,419. Le imposte minime sull’elettricità caleranno da un euro a Megawatt/ora a 58 centesimi. Proposta anche una “tassa” sul contenuto di CO2 per tutelare l’industria europea dalla concorrenza di economie con norme sul clima meno stringenti.

In materia di ambiente “tutti i settori devono fare la loro parte, compreso quello automobilistico” e “molte aziende hanno già annunciato che investiranno in veicoli a zero emissioni” perché “le auto elettriche sono aumentate molto nell’Unione europea, quindi la domanda c’è”. “La Commissione promuoverà questo cambiamento”, ha detto la presidente della Commissione europea.

Taglio emissioni trasporti-agricoltura sale al 40%
Gli obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni da trasporto su strada, riscaldamento degli edifici, agricoltura, piccoli impianti industriali e gestione dei rifiuti dovranno aumentare dall’attuale 29% ad almeno il 40%, rispetto ai livelli del 2005.  L’obiettivo per l’Italia aumenta dal 33% al 43,7%. A differenza del precedente regolamento, che vedeva alcuni paesi con target a zero, la Commissione europea propone che tutti gli Stati membri contribuiscano al raggiungimento dell’obiettivo a livello dell’Unione con tagli compresi tra il 10% e il 50% rispetto alle emissioni del 2005 prevedendo un prezzo del carbonio alle importazioni di una selezione mirata di prodotti.

Pa riqualifichi il 3% degli edifici ogni anno
Il settore pubblico dovrà rinnovare il 3% dei suoi edifici ogni anno. La proposta fa parte del pacchetto clima della Commissione europea, nell’ambito delle nuove regole per l’efficienza energetica. L’obiettivo si accompagna ad un aumento della quota di rinnovabili nel mix energetico al 40% al 2030, dal 32% attuale.

Un fondo sociale per sostenibilità edifici
“Per molte persone è già difficile pagare i costi energetici” e per questo nascerà “il Fondo climatico sociale che non darà sostegno a chi ha poco reddito, ma sosterrà investimenti e innovazione” per rendere i sistemi di riscaldamento sostenibili “più accessibili” alla popolazione. Lo ha detto la presidente della Commissione durante la conferenza stampa.

Le critiche di Greepeance

“Nonostante tutto il clamore, molte politiche non entreranno in vigore per dieci anni o più, come, ad esempio, lo stop alla vendita di auto inquinanti che non entrerà in vigore prima del 2035. Mentre il pianeta continua ad affrontare ondate di caldo mortali, incendi violenti e devastanti tempeste e inondazioni, l’obiettivo del 55% dell’UE per i tagli netti alle emissioni entro il 2030 è ben al di sotto di ciò che la scienza richiede per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e prevenire il crollo di natura, economia e società in generale” commenta il direttore di Greenpeace Europa, Jorgo Riss a cui fa eco il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onofrio: “Si tratta di un pacchetto clima che ricalca la legge tedesca sul clima del 2019 che, impugnata da giovani attivisti e alcune organizzazioni, tra cui i FridaysForFuture e Greenpeace. Quella norma è stata parzialmente bocciata dalla Corte Costituzionale tedesca che ha riconosciuto che gli obiettivi da essi fissati non sono sufficienti”. (In questa pagina in aggiornamento, punto per punto le critiche dell’organizzazioni)

E’ plausibile che la decisione della Corte tedesca influirà anche sul pacchetto europeo che dovrà essere rivisto: gli ambientalisti chiedono che venga alzato l’obiettivo di riduzione delle emissioni (oggi previsto al 55%) almeno al 65 per cento.

Le critiche delle case automobilistiche 

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Anche la principale associazione europea dei produttori di automobili (Acea) critica il pacchetto in particolare la norma che prevede lo stop ai motori a benzina e diesel entro il 2035: una scelta irrazionale – sostiene – facendo presente alla Commissione Ue che sta commettendo un “errore cercando di eliminare le auto a benzina e diesel dalla circolazione entro il 20352. I produttori affermano di sostenere “tutti gli sforzi per rendere l’Europa a emissioni zero entro il 2050, come previsto dalla proposta di legge sul clima, ma vietare una singola tecnologia non è una via razionale da perseguire in questo momento2.