Le creme solari non sono un bene di lusso: stop all’IVA al 22%

CREME SOLARI

Ha superato le 14 mila firma la petizione lanciata da Martina Lovera sulla piattaforma Change.org per chiedere lo stop all’IVA al 22% sulle creme solari. Martina è affetta da vitiligine da 14 anni e la sua richiesta trova ragione nel fatto che per molti le protezioni solari sono molto più di un cosmetico: sono un vero e proprio bene di prima necessità.

La patologia che la affligge, spiega Martina, “è una malattia della pelle cronica che colpisce i melanociti, cioè le cellule che producono il pigmento da cui dipende il normale colorito della pelle. Per le persone affette da disturbi della pelle come me l’acquisto di creme solari diventa un bene di prima necessità per evitare danni.”

Nello specifico, infatti, la vitiligine è “una malattia autoimmune che non va ad incidere sulla durata della vita, ma ha conseguenze molto spiacevoli sia a livello psicologico sia sociale; infatti l’esposizione al sole delle parti della pelle prive di melanina porta a conseguenze davvero spiacevoli e ad ustioni anche gravi.”

“L’SPF, sun protection factor, protegge la pelle dai raggi UV, UVA e UVB”, prosegue. Ma “mediamente una crema solare da 50 ml per chi ne fa un uso quotidiano dura dalle 2 alle 3 settimane. Questo vuol dire che verranno usate in un anno dai 15 ai 20 vasetti di prodotto!” La necessità di utilizzare le creme, però, si scontra col fatto che l’aliquota applicata ai prodotti è fissata al 22% – ossia quella ordinaria, e non ridotta o agevolata come invece accade per i beni considerati di prima necessità. Peraltro, sottolinea Martina, “gli UV sono i raggi ultravioletti, essi sono in grado di stravolgere il DNA delle cellule della pelle e sono cancerogeni. Pertanto tutti dovremmo usare quotidianamente la crema solare”.

Per firmare la petizione c’è sempre tempo: è raggiungibile a questo indirizzo

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