Green Network, la procura: “Sottratti 166 milioni di euro dalle bollette”

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Green Network, operatore energetico sul libero mercato, non avrebbe versato 166 milioni di euro a titolo di oneri di sistema riscossi tramite le bollette dei clienti e per questo la Procura di Roma, attraverso il gip Paola Della Monica, ha indagato e interdetto i vertici del gruppo (Piero Saulli, Sabrina Corbo, Giovanni Barberis, rispettivamente presidente del Cda, vicepresidente e direttore generale della Green Network spa) e disposto il sequestro delle azioni.

L’inchiesta partita su segnalazione dell’Arera, l’Autorità di regolazione per Energia reti e ambiente, è stata condotta dal Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza e sarebbero “circa 166 milioni di euro” quelli “distratti dall’incasso delle bollette, omettendo il versamento al proprio fornitore E-Distribuzione che, avendole già anticipate agli enti pubblici competenti, è stato poi costretto a richiederne il rimborso presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA). Dagli accertamenti emerge che, come si legge in una nota, la società di vendita ha indebitamente trattenuto somme relative agli oneri generali di sistema, destinandole a finalità estranee agli scopi per cui la legge ne aveva preteso il versamento da parte dei titolari di utenze elettriche, nella maggior parte dei casi privati cittadini”.

Nella nota della Finanza si legge: “Dai documenti esaminati dall’autorità giudiziaria emerge che la società di vendita ha indebitamente trattenuto somme relative agli oneri generali di sistema, destinandole a finalità estranee agli scopi per cui la legge ne aveva preteso il versamento da parte dei titolari di utenze elettriche, nella maggior parte dei casi privati cittadini”.

Di quali componenti della bolletta stiamo parlando? Dei cosiddetti oneri parafiscali che incidono sulle fatture in misura rilevante e che vengono imposte dalla legge per il perseguimento di importanti obiettivi di interesse generale: sostenibilità ambientale, sostegno sociale, politica economica. “In base alla disciplina di settore – prosegue la nota della Guardia di Finanza – l’omesso versamento degli oneri generali riscossi ha quale riflesso la cosiddetta ‘socializzazione dei costi sulle bollette‘, ossia l’incremento degli oneri generali di sistema per sopperire agli ammanchi di denaro”.

La socializzazione dei citati oneri, ricordano gli inquirenti, era stata originariamente prevista per assicurare i cospicui flussi finanziari necessari agli scopi di interesse pubblico sopra indicati, fronteggiando le eventuali situazioni di morosità dei consumatori finali, morosità che tuttavia non si è riscontrata nel caso concreto. Dai documenti acquisiti negli uffici della Green Network “emerge che la stessa nell’anno 2019, a fronte di incassi accertati e originati dalle bollette per 331 milioni di euro ne ha riversati al proprio fornitore solamente 165, trattenendo la differenza di 166 milioni, che è stata utilizzata per finalità incompatibili con quelle di interesse generale determinate per legge.”

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Stando alle contestazioni allo stato mosse agli amministratori della società “essi – scrivono ancora i finanzieri – hanno quindi sfruttato le maglie del sistema per distrarre a fini privati una rilevante quota degli oneri incassati, destinandoli anche al sostegno delle difficoltà finanziarie dell’impresa, riuscendo così a restare sul mercato, con correlativo danno sia per la controparte contrattuale (E-Distribuzione Spa costretta comunque ad anticipare quelle cifre prima di ottenerne il rimborso dallo specifico conto pubblico) sia per la collettività, sulla quale è destinato a scaricarsi il peso economico della condotta oggetto di indagine”.