Ce lo chiede l’Europa ma… il governo nel Recovery fund cancella il bio

BIO RECOVERY FUND

Il governo Conte prima e quello Draghi ora e poi il Parlamento, hanno dimenticato il biologico nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La denuncia arriva da parte delle tre sigle del settore Federbio, Aiab e l’Associazione per l’agricoltura Biodinamica che una nota comune “esprimono grande delusione poiché le richieste del mondo biologico non sono state accolte nel parere sul Pnrr espresso dalle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato”.

Una vera e propria contraddizione visto che la strategia del Farm to fork del Green new deal europeo fissa dei traguardi di sostenibilità agricola e ambientale da raggiungere entro il 2030, come la riduzione del 50% di pesticidi nei campi e di antibiotici negli allevamenti e di arrivare al 25% di superficie agricola coltivata a biologico.

Mammuccini: “Nostre proposte ignorate”

Insomma di incentivare il bio “ce lo chiede l’Europa” ma l’Italia sembra ignorarlo. Maria Grazia Mammuccini è la presidente di Federbio: “Siamo molto delusi. Avevamo apprezzato l’invito della Commissione Agricoltura della Camera che ci aveva audito: un segnale di apertura visto che il Recovery Fund preparato dal governo Conte e ripreso osa dall’esecutivo Draghi non menzionava il biologico. Avevamo proposto – prosegue – interventi diretti a promuovere lo sviluppo dei distretti biologici e delle filiere di ‘made in Italy Bio’, con priorità nelle aree interne e nelle zone naturali protette, oltre ad un incremento delle risorse. E invece le nostre proposte non sono state prese in considerazione. Una contradizione visto che il Piano dovrà essere avallato dalla stessa Europa che spinge verso il biologico”.

Al capitolo “Agricoltura sostenibile ” del Pnrr il governo ha destinato 2,5 miliardi di euro e le Commissioni di Camera e Senato hanno inserito molte integrazioni come lo sviluppo del biometano agricolo (in gran parte prodotto dagli allevamenti intensivi), il rinnovo del parco macchinari (incentivi all’acquisto di nuovi trattori), l’agricoltura di precisione, la promozione dell’impiego della biomassa forestale italiana per la produzione di energia, la chimica verde e altre ancora. “Per il biologico, invece, vi è stata solo una timida e marginale citazione nella parte dedicata al recupero di terre incolte“, commenta la Mammucini.

L’unico elemento positivo, si legge nella nota delle tre associazioni,  “è l’inserimento – avvenuto su proposta del senatore De Bonis all’interno del parere espresso dalla Commissione Agricoltura del Senato sulla Missione 6 (Salute) nella componente “Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria” – del potenziamento dell’agricoltura biologica come strumento di prevenzione sanitaria che rappresenta un approccio innovativo e di grande rilevanza sul tema salute”.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Ferroni: “Draghi e Patuanelli in continuità con i precedenti”

Molto critico anche Franco Ferroni, responsabile Agricoltura del Wwf e portavoce di Cambiamo Agricoltura! il fronte di associazioni italiane e europee che chiede una nuova Pac: “A parole sono tutti favorevoli alla transizione ecologica ma quando si tratta di allocare le risorse, improvvisamente le dichiarazioni di principio sono un lontano ricordo. Ad voler essere ironici il governo Draghi è in continuità con i precedenti così come il nuovo ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli è sulla stessa linea della predecessora Teresa Bellanova: stessa impostazione sulla Pac e sul modello agricolo da tutelare. Con queste decisioni – conclude Ferroni – sembra che per l’Italia non esistono il Green new deal e la strategia Farm to fork“.