Cannabis, l’appello al Parlamento per decriminalizzare la coltivazione domestica

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Decriminalizzare la coltivazione di cannabis in casa per uso personale. È quanto chiede l’appello lanciato questa mattina dalla campagna “Meglio legale”, sostenuta da decine di realtà, tra cui Associazione Luca CoscioniAssociazione AntigoneForum Droghe, Radicali italiani. La petizione, che può essere firmata dai cittadini, è rivolta al Presidente Mario Perantoni e a tutti i membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per chiedere che sia tenuto in considerazione, in vista delle proposte di legge di modifica dell’articolo 73 del Testo unico stupefacenti, il tema dell’autocoltivazione di cannabis.

“In questi mesi abbiamo seguito con attenzione i lavori della Commissione Giustizia relativamente alle proposte di legge di modifica dell’articolo 73 del Testo unico stupefacenti. Crediamo che, anche in questo momento, sia importante tenere aperto il dibattito sul tema della cannabis: perché riguarda l’economia, la salute, la possibilità di impresa, la giustizia e la lotta alle mafie. Non è un caso che solo poche settimane fa la Camera dei Rappresentanti degli Stati uniti ha approvato una proposta di legge per decriminalizzare la cannabis a livello federale”, si legge nell’appello lanciato dalla campagna Meglio Legale.

Le due proposte opposte in commissione

A seguito dei lavori della Commissione, infatti, sono due e sono opposte le proposte di modifica dell’articolo riguardante il Testo unico stupefacenti: da una parte l’introduzione di pene di più lieve entità e per decriminalizzare la condotta della coltivazione domestica a prima firma Riccardo Magi, dall’altra quella della Lega a prima firma Riccardo Molinari che propone tutta un’altra direzione.

Cosa ha detto la Cassazione

Meglio Legale, sostenuta da oltre trenta Associazioni, ricorda come nel dicembre del 2019 le Sezioni unite della Corte di Cassazione hanno stabilito che non costituisce reato la coltivazione domestica di cannabis che “per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaia destinata all’uso personale”. Un pronunciamento perfettamente in linea con gli intenti della proposta di legge Magi, che consentirebbe chi consuma di non rivolgersi alla criminalità organizzata; svuotare le carceri dalle persone che necessitano di un trattamento per la propria dipendenza; liberare forze dell’ordine e tribunali da inutili procedimenti e, soprattutto, separare il mercato delle droghe leggere da quello delle droghe pesanti, permettere anche a chi fa un uso terapeutico di potersi curare. Un tema caldo, quest’ultimo, data anche l’attenzione mediatica suscitata dal caso Walter De Benedetto: paziente affetto da artrite reumatoide che da poco ha dovuto sostenere l’udienza preliminare in un processo che lo vede indagato per coltivazione di sostanza stupefacente. Era infatti ricorso all’autoproduzione De Benedetto, dal momento che, date le carenze del Sistema Sanitario, non riusciva a reperire la terapia a base di cannabis medica per la quale aveva regolare prescrizione.  Anche il Procuratore nazionale antimafia Roberto Cafiero De Raho ha affermato che “la coltivazione ad uso personale ridurrebbe la necessità per il consumatore di droghe leggere di rivolgersi alla manovalanza criminale, togliendo alla criminalità organizzata una fetta di mercato”. Sul sito iocoltivo.eu è possibile firmare l’appello Firma al Presidente e a tutti i membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.